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Passaggio al regime forfettario: scopri come applicare la tassazione al 5%!

Il regime forfettario è diventato uno strumento molto apprezzato dai lavoratori autonomi e dalle piccole realtà commerciali. La sua caratteristica principale è la capacità di semplificare gli adempimenti fiscali, rendendo la gestione delle tasse meno complessa e più leggera. Tra le agevolazioni più ricercate c’è senza dubbio l’imposta sostitutiva al 5%, che può essere applicata sui redditi per i primi cinque anni di attività. Questo vantaggio rappresenta un’opportunità significativa per chi decide di lanciarsi in una nuova avventura lavorativa. Tuttavia, l’accesso a tali benefit è soggetto a regole specifiche e restrittive, pensate per tutelare l’integrità del regime e prevenire potenziali abusi.

Partiamo da come funziona questa aliquota agevolata al 5%, un vero e proprio toccasana per chi avvia l’attività in regime forfettario. La legge stabilisce chiaramente che chi avvia una nuova impresa può accedere a questo regime e applicare l’imposta al 5% per il primo periodo d’imposta e per i successivi quattro anni. Ma non è tutto così semplice, ci sono requisiti ben precisi da rispettare. Innanzitutto, la nuova attività non deve essere una continuazione di una precedente, sia essa avviata come lavoro dipendente o autonomo, ad eccezione delle pratiche obbligatorie per specifiche professioni. Questo è fondamentale per frenare tentativi di elusione, dove il contribuente si limita a cambiare formalmente l’attività mantenendo la stessa clientela e le stesse competenze. In sostanza, chi desidera ottenere l’aliquota al 5% deve inaugurare realmente qualcosa di nuovo sul mercato.

Il passaggio dal regime ordinario a forfettario: cosa sappiamo

A questo punto, è importante chiarire cosa accade se un contribuente decide di passare dal regime ordinario a quello forfettario. Secondo quanto espresso dall’Agenzia delle Entrate con la risposta numero 226 del 22 novembre 2024, chi inizia un’attività in regime ordinario, e successivamente transita al forfettario, non può beneficiare dell’aliquota ridotto al 5%. Il caso specifico discusso riguarda una contribuente che era lavoratrice dipendente durante lo stesso anno in cui ha avviato un’attività autonoma, superando così il limite di reddito per accedere subito al forfettario. È entrata nel regime forfettario solo il secondo anno di attività, continuando a svolgere lo stesso lavoro. In questo scenario, l’Agenzia ha stabilito che il vantaggio della tassa al 5% non le compete, considerato che non ha adottato quest’ultimo regime fin dall’inizio della sua carriera professionale. Un chiaro messaggio che indica l’importanza della “novità” nell’attività per accedere a questo beneficio economico.

Esempi pratici: chi può e chi non può accedere all’aliquota

Per chiarire ulteriormente la situazione, è utile considerare alcuni esempi pratici. Immagina un professionista che decide di avviare un’attività del tutto nuova, in regime forfettario. Non ha mai prima d’ora svolto un’attività simile e si rivolge a una clientela nuova, utilizzando competenze acquisite solo attraverso esperienze pregresse non legate a lavori a pagamento. In questo caso, potrà tranquillamente applicare l’aliquota al 5% per i primi cinque anni, godendo così di un’importante agevolazione fiscale. D’altra parte, se un altro contribuente stava già fornendo consulenze come lavoratore autonomo in regime ordinario, e poi passa al forfettario mantenendo la medesima clientela senza apportare modifiche significative alla sua attività, ecco, questo non può beneficiare della tassa ridotta. La normativa è chiara: il vantaggio fiscale è riservato solo a chi dimostra un’autentica volontà di iniziare una nuova attività.

Requisiti e obblighi per il regime forfettario

Infine, è fondamentale sapere che per accedere alla tanto desiderata aliquota al 5% è necessario rispettare una serie di requisiti molto rigorosi. La vera novità dell’attività è un aspetto critico: non devono esserci collegamenti o continuità con attività pregresse, sia che si tratti di una carriera da lavoratore autonomo o dipendente. Per analizzare la questione è utile valutare se ci sono elementi di continuità. Ad esempio, se a differenza di prima, il contribuente non utilizza la stessa clientela, non offre gli stessi servizi e non opera nello stesso settore, allora siamo di fronte a un’attività nuova. Dunque, chi si prepara a beneficiare dell’aliquota ridotta deve pianificare con attenzione l’avvio della nuova impresa, assicurandosi che non ci siano affiliazioni con precedenti attività. In caso, per esempio, che un soggetto avvi un’attività in regime ordinario a causa di impedimenti , il successivo passaggio a forfettario non concede la possibilità di riottenere il vantaggio fiscale, complicando ulteriormente la situazione.

Appare dunque evidente quanto sia cruciale per il contribuente essere ben informato e preparato, per evitare spiacevoli sorprese e problematiche fiscali.

Martina Georgi

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