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Streaming pirata: Mediaset trionfa su Cloudflare – Scopri cosa è successo!

L’azione legale mira a fermare i servizi erogati da Cloudflare a siti web che diffondono contenuti pirata in streaming, tra cui il noto GuardaSerie. Questo processo solleva interrogativi non solo sul ruolo delle piattaforme di streaming illegali, ma anche sulle responsabilità dei fornitori di servizi Internet nell’affrontare la pirateria.

Mediaset contro la pirateria: una vittoria importante

La vicenda inizia il 9 febbraio 2024, quando Mediaset ha inviato una diffida a Cloudflare, la quale, però, non ha avuto risposta. Successivamente, con l’urgenza che caratterizza le questioni legali in materia di copyright, Mediaset ha optato per un ricorso al tribunale di Roma, invocando l’art. 700 del Codice di procedura civile. La sentenza, emessa il 31 maggio 2024, ha dato ragione all’azienda del gruppo Fininvest. Il tribunale ha stabilito che Cloudflare, con i suoi strumenti che migliorano prestazioni e sicurezza, funge in qualche misura da “complice” per i siti che operano illegalmente, come GuardaSerie, che permette di vedere serie TV senza alcuna autorizzazione.

Il fondo di questa decisione è rappresentato dalla funzione che servizi come quelli offerti da Cloudflare assumono. Questi strumenti di Content Delivery Network e IP failover mascherano l’indirizzo IP dei server, offrendo quindi una sorta di scudo per chi gestisce contenuti illeciti. È un aspetto che non può essere ignorato nel contesto della lotta alla pirateria. Il tribunale ha ordinato a Cloudflare non solo di interrompere la fornitura dei servizi ai suddetti siti, ma anche di comunicare i dati dei responsabili dietro questi portali. La mancata ottemperanza a queste disposizioni porterebbe a sanzioni di ben 1.000 euro al giorno, una cifra significativa che potrebbe indurre la società a considerare i suoi futuri rapporti commerciali in Italia.

Il confronto con la Lega Serie A: una situazione contrastante

Nonostante il successo ottenuto da Mediaset, le cose non sono andate altrettanto bene per la Lega Serie A, che aveva presentato un ricorso simile contro Cloudflare. La richiesta della Lega di iscrivere Cloudflare a Piracy Shield, un’iniziativa per proteggere i diritti d’autore, è stata respinta dal tribunale. Qui, il giudice ha stabilito che non è possibile imporre tale iscrizione a un provider che ha sede all’estero. Questo contrasto tra le due cause legali mette in luce la complessità delle questioni legate alla giurisdizione e alla responsabilità legale dei provider.

Ma, nonostante la sconfitta della Lega, l’aspetto di responsabilità legale resta sul tavolo. Gli sviluppi normativi recenti potrebbero avere un impatto sulle future azioni legali in questo ambito. Con l’approvazione di emendamenti che estendono l’applicazione della legge antipirateria anche a fornitori di servizi VPN e DNS, si crea un panorama potenzialmente più restrittivo per la pirateria online. È interessante notare, però, come Amazon, Google e Cloudflare abbiano espresso preoccupazioni riguardo a Piracy Shield, considerandolo rischioso per il commercio digitale. Le loro timori si concentrano sul fatto che un’applicazione inadeguata della normativa potrebbe portare alla “censura” di siti legittimi, come già accaduto con Google Drive.

La battaglia continua: sguardo al futuro della pirateria online

Il futuro della pirateria online e dei servizi di streaming illegali è sempre più incerto. La decisione del tribunale di Roma rappresenta un importante passo verso una maggiore regolamentazione e controllo, ma solleva anche interrogativi su come le piattaforme tecniche dovrebbero comportarsi di fronte a queste sfide. Le aziende del calibro di Cloudflare si trovano ad affrontare una duplice esigenza: proteggere i propri clienti da eventuali violazioni dei diritti d’autore, e mantenere al contempo un servizio accessibile.

Con l’evoluzione delle tecnologie e delle dinamiche di internet, ogni nuovo passo legale sembra indicare una crescente pressione su di esse per prendere posizione contro i siti pirata. In questo contesto, potrebbe esserci una maggiore attenzione al rispetto delle normative, soprattutto in vista delle riforme in corso. La questione si complica ulteriormente considerando la necessità di trovare un equilibrio tra la libertà di accesso e la protezione dei diritti d’autore. I prossimi mesi saranno decisivi per vedere come si svilupperà questa vicenda e quali misure ulteriori verranno adottate per combattere la pirateria online.

Martina Georgi

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