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Thyssenkrupp: la crisi dell’acciaieria tedesca, 11mila lavoratori licenziati

L’azienda tedesca Thyssenkrupp sta attraversando una fase di grande difficoltà, annunciando che nel giro di sei anni si prepara a tagliare ben 11 mila posti di lavoro dalla sua divisione acciaio. Questo provvedimento drammatico arriva in un contesto di sfide economiche significative per la Germania, oltre a costi energetici elevati che rendono complessa la competitività sul mercato globale. Qui di seguito esploreremo le ragioni di questi licenziamenti e il futuro incerto della storica azienda.

Thyssenkrupp, un colosso nell’ambito della produzione di acciaio, annuncia licenziamenti massicci che coinvolgeranno circa il 40% dei suoi dipendenti nell’unità siderurgica. Con 27 mila lavoratori attualmente impiegati, il numero si ridurrebbe drasticamente a 16 mila. La decisione, riportata da diverse fonti come l’agenzia di stampa ANSA, segna una nuova era per l’azienda che ha visto una significativa crisi economica. Gli analisti avvertono che le ragioni alla base di questa scelta sono molteplici. La principale è legata al forte aumento dei costi operativi, aggravato dalla feroce concorrenza asiatica che offre prezzi più competitivi. Il mercato dell’acciaio è in continua evoluzione, e Thyssenkrupp deve ora affrontare queste sfide con una strategia di riduzione dei costi che colpirà in modo diretto i suoi dipendenti.

L’azienda ha già iniziato a implementare misure di riduzione del personale, con 550 dipendenti licenziati in Italia dalla Berco, una delle sue sussidiarie. In un contesto di forte mobilitazione sindacale, alcune misure sono state ritirate, ma ci sono preoccupazioni che nei prossimi anni i licenziamenti diventino una realtà per tanti. La riduzione totale di 11 mila posti di lavoro si chiarisce come parte di un piano aziendale per affrontare la transizione ecologica, che però sembra aver generato più problemi di quanti ne abbia risolti.

La crisi della divisione acciaio: un’analisi approfondita

Alla base della crisi di Thyssenkrupp c’è la sua divisione acciaio, da sempre il cuore pulsante dell’azienda. Negli ultimi tempi, Thyssenkrupp ha tentato di modernizzare le sue pratiche acquisto sviluppando processi che utilizzassero idrogeno, puntando a ridurre l’impatto ambientale e migliorare la sostenibilità. Tuttavia, i costi legati a questa transizione sono risultati elevatissimi, rendendo il prodotto finito meno competitivo rispetto all’acciaio proveniente da paesi come la Cina e l’India, dove i metodi di produzione tradizionali continuano a dominare.

I risultati delle ultime trimestrali hanno mostrato perdite drammatiche, con 54 milioni di euro nel solo terzo trimestre, un’impronta pesante rispetto all’utile di 83 milioni registrato nel 2023. L’analisi dei mercati dipinge un quadro complesso: la domanda di acciaio ha mostrato segni di appannamento, soprattutto nei settori dell’edilizia e automotive, componenti chiave per l’economia tedesca. Inoltre, il caro energia, exacerbato da eventi geopolitici, ha colpito le industrie tedesche.

Con un crollo delle azioni che ha toccato quasi il 36% da inizio anno, la situazione è allarmante. La dirigenza dell’azienda sembra non avere molte alternative, costretta a mettere in campo scelte drastiche in un momento in cui il mercato dell’acciaio non perdona errori strategici.

Le ripercussioni del mercato dell’acciaio

Le scelte di Thyssenkrupp non avvengono nel vuoto, bensì all’interno di un contesto complesso che colpisce non solo i dipendenti, ma anche l’intera economia tedesca. La pandemia ha accelerato una crisi già presente, e la domanda di acciaio è calata drasticamente. Con il settore costruzioni che si trova a fronteggiare una stagnazione, e il settore auto ad affrontare trasformazioni legate alla mobilità elettrica, l’intero comparto siderurgico si trova sotto pressione.

Il contesto internazionale, poi, non aiuta. Le tensioni globali e le incertezze economiche stanno costringendo molte industrie ad attuare politiche di controllo della spesa, cercando di resistere a un periodo di recessione. La transizione ecologica che Thyssenkrupp ha deciso di abbracciare potrebbe rivelarsi vantaggiosa nel lungo termine, ma nel breve termine il peso economico sta gravando sulla gestione aziendale.

In sintesi, questi sviluppi non solo destabilizzano un’azienda storica, ma pongono interrogativi sulla direzione futura dell’industria dell’acciaio in Germania e oltre. Senza abbandonare l’innovazione, la competizione agguerrita richiede un equilibrio preciso tra sostenibilità e competitività, e per Thyssenkrupp la sfida sembra soltanto all’inizio.

Martina Georgi

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