Il Borgo di Pratica di Mare è tornato a far parlare di sé, un luogo dal passato ricco di storia e cultura che, dopo otto anni di chiusura, si trova al centro di una battaglia legale e amministrativa tra il Comune di Pomezia e la società Nova Lavinium. La questione è iniziata nel 2021 con una richiesta di pagamento da parte dell’amministrazione, relativa a un’innegabile “occupazione” dell’area da parte della società. Ma cosa sta realmente accadendo e quali sono le implicazioni per questo prezioso patrimonio?
Il Borgo di Pratica di Mare è stato chiuso nel 2016, là dove doveva essere un luogo di cultura e aggregazione, i cancelli sono rimasti chiusi. Nel 2021, il sindaco Adriano Zuccalà ha presentato una richiesta di incasso nei confronti di Nova Lavinium, una cifra che sfiora i 123mila euro, destinata a coprire l’occupazione Tosap dell’area. Questo importo, che si riferisce ai soli anni 2016-2020, rappresenta una sorta di indennità economica per l’utilizzo dell’area cortilizia interna, eppure sembrava un passaggio piuttosto semplice e lineare. Ma non è andata proprio così. Infatti, la società ha presentato un ricorso che rende la situazione molto più complessa.
Recentemente, nel marzo del 2024, è arrivata una sentenza della Corte di Giustizia Tributaria del Lazio che ha dato ragione al Comune, affermando che i provvedimenti del Comune erano legittimi. Questa sentenza ha confermato la validità delle richieste economiche avanzate e ha dichiarato che non esisteva una prova concreta della proprietà privata delle aree in discussione. Ma il contenzioso non finisce qui, perché Nova Lavinium ha ora deciso di rivolgersi alla Suprema Corte di Cassazione, un passo successivo che potrebbe ulteriormente allungare i tempi e complicare la situazione.
In questo scenario di tensione e battaglie legali, il Comune ha deciso di nominare l’avvocato Ciro Alessio Mauro come legale di rappresentanza nel prosieguo della vicenda. Un professionista con esperienza, che già si era occupato in precedenza della disputa. La scelta di Mauro non è casuale: l’amministrazione cerca di garantire una difesa competente e continuativa per tutelare gli interessi pubblici. L’onorario del legale, calcolato in poco più di 13mila euro, è stato considerato giusto nel contesto delle spese legali.
La chiusura del Borgo ha generato un forte malcontento tra i residenti e visitatori. Questo sito non è solamente un’area da riqualificare, ma rappresenta un pezzo importante della storia e cultura locale. Il Comune ha cercato di richiamare l’attenzione sulla necessità di accessibilità al patrimonio culturale, sottolineando l’importanza di rendere il Borgo fruibile al pubblico. Lungi dall’essere solo una questione legale, l’argomento coinvolge tutti coloro che vogliono rivivere la bellezza di quel luogo.
Tuttavia, a questo punto l’attesa è per la Suprema Corte di Cassazione, che dovrà decidere se confermare o ribaltare il verdetto a favore del Comune. L’esito della sentenza potrebbe avere implicazioni ben oltre quest’unico caso legale, interessando la governance e la responsabilità delle società private nella gestione del patrimonio pubblico. I cittadini di Pomezia sono vigili e speranzosi, confidando che il Borgo possa tornare ad avere una nuova vita, riacquistando il suo ruolo di punto di riferimento per il territorio. Inoltre, la risoluzione di questa diatriba potrebbe rivelarsi cruciale per il futuro del Borgo di Pratica di Mare e per il suo indiscutibile valore culturale.
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