Quando ti ritrovi a cena con il tuo partner, ma la sua attenzione è completamente assorbita dallo smartphone, può mostrare una sorta di spaccatura nella relazione. Questo comportamento, noto come phubbing, porta a riflessioni importanti su come la tecnologia impatti le dinamiche affettive. Ecco un approfondimento su questo fenomeno, le sue cause e le conseguenze.
Il phubbing, un termine che deriva dall’accoppiamento delle parole “phone” e “snubbing” , si riferisce al comportamento di dare più importanza al proprio dispositivo mobile rispetto alle interazioni sociali. Studi, come quello di Thompson et al., hanno esaminato l’impatto negativo che tale comportamento può avere sulle relazioni. Chi si sente trascurato spesso sperimenta sentimenti di esclusione e non tanto di fallimento di fronte al partner, ma di un malessere profondo che può gradualmente minare l’intimità e la connessione emotiva.
In fondo, perché alcune persone preferiscono restare agganciate a uno schermo piuttosto che interagire faccia a faccia con chi hanno accanto? La risposta risiede in diversi fattori psicologici e neuroscientifici. Per alcuni, l’esperienza dell’uso dello smartphone diventa una sorta di rifugio temporaneo dalle preoccupazioni quotidiane. Così, invece di affrontare conversazioni a volte scomode, si opta per un’infinita cascata di contenuti digitali. Il phubbing, quindi, non è soltanto un fastidio, ma un vero e proprio indicatore di disattenzione e anche di incapacità di cogliere l’essenza del momento presente.
Perché gli smartphone hanno così tanto “potere”?
La vera domanda da porsi è: perché gli smartphone possono apparire più affascinanti dei nostri partner? La verità è che i dispositivi mobili sono progettati per catturare la nostra attenzione e mantenere il nostro interesse. Tutte le app più usate hanno implementato il cosiddetto “infinity scrolling“, una funzione che consente di scrollare senza fine tra post, foto e video. Questo comportamento sfrutta diversi bias cognitivi, come il bisogno di chiusura. Quando iniziamo a scorrere, vogliamo “chiudere”, quindi continuiamo a cercare nuovi contenuti da consumare.
Questa ingegnosità nell’ideazione di interfacce attente alla soddisfazione dell’utente porta a meccanismi che rafforzano una sorta di dipendenza. Ogni “mi piace” o notifica crea una piccola scarica di dopamina, una sostanza chimica che ci fa sentire bene e ci spinge a continuare a interagire. La naturale inclinazione a cercare gratificazioni immediate alimenta una spirale compulsiva, facendo sì che le interazioni reali passino in secondo piano.
Le conseguenze del phubbing sulle relazioni
L’effetto del phubbing non colpisce solamente chi si sente messo in secondo piano, ma può influenzare in modo profondo l’intera dinamica della coppia. Quando un partner consacra più tempo al telefono, l’altro può sviluppare sentimenti di inadeguatezza, tristi malesseri e ansie da abbandono. Un contesto come questo può erodere la qualità della relazione, portando a conflitti e a una generale insoddisfazione. Studi recenti evidenziano come il phubbing sia collegato a una riduzione del benessere relazionale e a un incremento di conflitti all’interno della coppia.
Quali possono essere le reazioni di chi subisce il phubbing? Spesso, ci può essere una tendenza a provare rancore, amplificando ogni piccola mancanza del partner, come brutti modi di fare. Questo porta a una sorta di dinamica disfunzionale, dove ci si sente giustificati a provare gelosia e insoddisfazione. Se non si affronta il problema, ciò può condurre a un deterioramento dei rapporti interpersonali, creando una barriera difficile da oltrepassare.
Come affrontare il phubbing? Alcuni suggerimenti
Per affrontare il phubbing e le sue conseguenze, è importante coltivare la consapevolezza e praticare l’autocontrollo. Lo sviluppo di una corteccia prefrontale “attiva” può significativamente modulare le reazioni impulsive nei confronti dello smartphone. Una strategia utile può essere quella di impostare limiti di tempo o utilizzare post-it per ricordarsi di focalizzarsi sulle interazioni quotidiane. Se sei incline all’uso compulsivo della tecnologia, dedicati a una riflessione sincera sulle tue abitudini.
Inoltre, instaurare conversazioni aperte con il partner riguardo all’importanza della presenza reciproca può aiutare a ricostruire legami più saldi. La creazione di momenti privi di tecnologia, dedicati esclusivamente all’intimità e all’esplorazione reciproca, può rinvigorire la relazione e riportare l’attenzione su ciò che conta davvero. Così, ogni interazione quotidiana può tornare ad essere un’opportunità di connessione profonda, anziché un mero scambio di informazioni.