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La Guardia di Finanza punta gli influencer e i Pos: +33% di controlli!

Negli ultimi mesi, la Guardia di Finanza ha avviato un’attività intensiva di controlli focalizzata su tre aree chiave, mirando ad aumentare la sorveglianza su quei soggetti che presentano un rischio più elevato di evasione fiscale. In prima linea, al centro di questa operazione, ci sono stati i POS, gli strumenti per i pagamenti elettronici. Non meno sotto i riflettori, i cosiddetti influencer, digital content creator che si muovono nell’ambito della fiscalità in una sorta di nebulosa. Ultimo ma non meno importante, l’attenzione rivolta a quei contribuenti noti come “inerti”, ovvero coloro che pur ricevendo una richiesta di regolarizzazione, non hanno mai dato segni di vita.

La stretta sui pagamenti elettronici: cosa c’è da sapere

Negli ultimi mesi, i dati parlano chiaro: la Guardia di Finanza ha dato una spinta notevole ai controlli sui metodi di pagamenti elettronici. Tradizionalmente, i pagamenti tramite POS sono percepiti come più sicuri contro l’evasione fiscale, ma la situazione è più complessa di quanto sembri. In effetti, sono emerse tecniche per eludere la tracciabilità dei pagamenti, consentendo così a diversi esercenti di omettere la registrazione di alcune transazioni.

Uno dei metodi più frequenti scoperti durante i controlli è il dirottamento dei pagamenti verso conti correnti di appoggio, molti dei quali sono all’estero. Di conseguenza, gli incassi possono rimanere nascosti agli occhi del fisco italiano, permettendo ai trasgressori di eludere le imposte dovute. Per scovare gli evasori è stato utilizzato l’ISA, un indice che misura l’affidabilità fiscale di un’attività, facilitando l’individuazione di incongruenze tra redditi dichiarati e stili di vita.

In Italia, la questione dell’evasione IVA è cruciale, in quanto rappresenta la seconda imposta più evasa dopo l’Irpef, coinvolgendo in modo significativo anche il mondo delle imprese e dei lavoratori autonomi. L’intervento delle fiamme gialle in questi specifici settori ha quindi il potenziale di apportare un cambiamento sostanziale e concreto nella lotta all’evasione fiscale.

I digital content creator sotto i riflettori

Un tema caldo, il crescente numero di controlli si è esteso al variegato universo degli influencer e dei creatori di contenuti digitali. Molti di loro sono giovani, talvolta alle prime armi, e tendono a ignorare le loro responsabilità fiscali. È una realtà che porta a casi di evasione, portando alla luce episodi controversi. Un esempio molto chiacchierato è quello di Giorgia Malerba, accusata di non aver dichiarato centinaia di migliaia di euro di ricavi.

Un aspetto che complica le cose è la mancanza di una regolamentazione chiara fino a oggi. Fino al 2024, infatti, non esisteva un codice Ateco specifico per identificare le attività degli influencer, costringendo molti a utilizzare codici generici legati alle campagne pubblicitarie. Ma dal 2025, un cambiamento significativo è in arrivo: sarà introdotto un codice unico per i digital content creator, il che potrebbe facilitare il lavoro della Guardia di Finanza nel portare chiarezza e ordine nel settore.

Tuttavia, il punto di vista normativo deve evolversi in modo rapido per far fronte a queste nuove figure professionali, che stanno ridefinendo il panorama economico. Anche perché l’assenza di requisiti fiscali chiari non fa altro che permettere a molti di eludere gli obblighi senza remore.

Maggiore pressione sui contribuenti inattivi

Infine, il terzo pilastro della strategia della Guardia di Finanza è l’attenzione verso i cosiddetti “contribuenti inerti”. Questi individui sono quelli che hanno ricevuto richieste da parte dell’Agenzia delle Entrate ma non hanno mai mosso un dito per regolarizzare la loro posizione. La loro mancanza di risposta è un campanello d’allarme per l’amministrazione fiscale.

La strategia della Guardia di Finanza prevede l’incremento dei controlli nei confronti di queste persone, che potrebbero nascondere situazioni di evasione più ampie, facendo così emergere un’area completamente grigia. Questa pressione potrebbe stimolare tali contribuenti a mettersi in regola, ribaltando così le loro sorti e favorendo un redline fiscale che potrebbe portare a entrate più consistenti per lo Stato.

Insomma, ci sono segnali chiari di una nuova ondata di controlli volti a ridurre l’evasione fiscale in Italia. I POS, gli influencer e i contribuenti inerti si trovano tutti nel mirino delle fiamme gialle, e potrebbe essere solo l’inizio di un cambiamento significativo. Se non altro, le nuove strategie testimoniano l’impegno delle autorità nel cercare di riportare ogni attore economico all’interno delle regole fiscali.

Martina Georgi

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