Parlare di economia può sembrare un tema arido, ma ci sono sviluppi interessanti nel mondo del fisco italiano. In particolare, l’attenzione è tutta rivolta al concordato preventivo biennale e all’ultima iniziativa del Fisco, che ha deciso di inviare comunicazioni specifiche a una ristretta categoria di contribuenti. Questo è un settore che riguarda principalmente chi possiede partita Iva e dichiara redditi molto limitati. Scopriamo insieme i dettagli di questa situazione e le implicazioni per migliaia di imprenditori.
Negli ultimi giorni, il Fisco ha avviato una campagna di invio di Pec – Posta Elettronica Certificata – rivolta a circa 700mila soggetti con partita Iva. Questi contribuenti hanno una caratteristica comune: dichiarano redditi inferiori ai 15mila euro, ben al di sotto della soglia percepita nella loro stessa categoria lavorativa. Si tratta di una situazione che ha sollevato molte preoccupazioni, dato che una parte di questi potrebbe essere considerata un “finto povero“.
Ma cos’è esattamente questa iniziativa? Praticamente, il Fisco sta attuando una “scansione” dei contribuenti mediante un incrocio di dati. In questo caso, l’obiettivo è quello di identificare chi, nonostante i bassi redditi dichiarati, potrebbe avere possibilità di guadagno superiori a quelle che i loro redditi lascerebbero intuire. E non è una novità; Sogei, che si occupa della parte operativa, ha dato il via a questa nuova ondata di comunicazioni, in particolare dopo il 3-4 dicembre. A questo punto si prospetta un dialogo con i contribuenti, prima di passare a misure drastiche attraverso i vari strumenti legali a disposizione del Fisco.
Questa nuova fase è soprattutto un tentativo di risolvere le anomalie riscontrate nelle dichiarazioni fiscali. Chi non aderisce al concordato preventivo biennale entro il termine fissato, ovvero il 31 ottobre, potrebbe trovarsi in difficoltà. Gli oltre 2 milioni di contribuenti coinvolti nella precedente fase, a questi livelli di reddito dichiarati, sono stati già oggetto di attenzione e ora si sta facendo un lavoro molto meticoloso per individuarli ulteriormente.
Un’occasione da non perdere: la finestra temporale per la regolarizzazione
Per chi ha ricevuto queste comunicazioni, c’è ancora un’ultima occasione di recupero. Il Fisco ha predisposto una finestra temporale che rimarrà aperta fino al 12 dicembre 2024, dando così una possibilità a quei circa 900mila contribuenti che dichiarano redditi anomali di mettersi in regola. È infatti ancora possibile integrare la dichiarazione dei redditi, riguardante il periodo d’imposta del 2023.
L’incentivo, da questo punto di vista, è chiaro: evitare sanzioni e conseguenze spiacevoli che possono derivare da una gestione poco trasparente delle proprie finanze. Con la pressione fiscale in crescita e un governo che mira a massimizzare le entrate per sostenere le promesse fatte agli elettori, la strada verso il ravvedimento speciale appare come un’ottima opzione.
Il governo guidato da Giorgia Meloni ha reso evidente come sia necessario garantire una spirale virtuosa per l’economia italiana: non è più solo una questione di incassi che si aggirano attorno ai 1,3 miliardi di euro; i soldi devono arrivare al più presto per fare fronte a promesse come il taglio delle aliquote Irpef.
La sanatoria: cosa c’è in palio per i contribuenti?
Per i contribuenti che si trovano inclusi in questa categoria, la notizia del ravvedimento speciale, validi per i periodi d’imposta dal 2018 al 2022, rappresenta una vera opportunità preziosa. Infatti, tramite questa sanatoria, si avrà la possibilità di “pulire” la propria situazione con il Fisco, rimettendo in ordine i debiti accumulati e presentando la propria adesione al concordato preventivo.
Questo vuol dire che gli imprenditori potranno avere la possibilità di regolarizzare la propria posizione fiscale senza incorrere in sanzioni o interessi aggiuntivi. Tutto quello che è necessario fare è un versamento minimo di 1.000 euro per periodo d’imposta, cosa che può rappresentare un grande sollievo per molte piccole e medie imprese che, a causa delle difficoltà economiche, si trovano in condizioni di precarietà.
In questo momento però, il messaggio è chiaro: il Fisco sta agendo non solo per recuperare fondi, ma per stimolare un dialogo con i contribuenti, aprendo la porta a una fase di regolarizzazione che si prospetta cruciale. La finestra temporale, pertanto, non deve essere sottovalutata, perché la gestione della propria posizione fiscale non è mai stata così fondamentale.