Libertà di stampa e querele: 3 denunce da Astral in breve tempo - (Credit: www.7colli.it)
La situazione della libertà di stampa in Italia è tanto grave quanto preoccupante. Negli ultimi anni, i dati forniti da Reporter sans frontière rivelano un declino costante nella classifica mondiale, scivolando nel 2024 dal 41° al 46° posto. Questo rallentamento nella libertà di espressione non è solo il risultato di un singolo fattore, ma piuttosto di un insieme complesso di violazioni e intimidazioni, tra cui le querele anteposte da enti pubblici e privati. Un tema delicato che solleva interrogativi sul futuro dell’informazione nel “bel Paese“.
Il fenomeno delle querele è diventato un vero e proprio scudo per chi desidera tenere a bada la stampa. Ci sono denunce che sono giuste e legittime, certo, ma molte altre sembrano essere più un tentativo di intimidazione. Non è raro, infatti, assistere a querele muovendo accuse infondate, che servono solo a spaventare i giornalisti e a limitarne il lavoro. Le conseguenze sono onerose sia dal punto di vista finanziario che personale. Infatti, se un giornalista viene citato in giudizio per diffamazione, si trova spesso nella posizione di dover assumere un avvocato a proprie spese. Questo non è giusto, e crea un ambiente in cui il giornalismo può subire una sorta di bavaglio. La realtà dei costi coinvolti è quindi un deterrente potente, capace di portare a un’assoluta autocensura.
Non solo il giornalista che riceve la querela deve sostenere i costi; anche chi denuncia spesso si ritrova a dover pesare le sue scelte. Le querele diventano così strumenti non solo di protezione, ma anche di aggressione. Si tratta di una dinamica che mira a intestardire il diritto dell’informazione, facendo sì che il pubblico si trovi disinformato e oscurato. È un circolo vizioso in cui le vittime diventano i cittadini stessi che hanno diritto a informarsi in modo completo e chiaro.
Strano ma vero, nel contesto di una libertà di stampa limitata, Astral, un’azienda pubblica della Regione Lazio, ha di recente deciso di intraprendere una battaglia legale contro un media locale, ‘Il Nuovo 7 Colli’. Tre querele sono state depositate. Esse sorgono in relazione a articoli che evidenziano l’opacità nel progetto di un sottopasso e su altre opere pubbliche nel territorio. Sembra evidente come l’intento sia quello di tappare la bocca ai giornalisti, per evitare che questioni importanti sul denaro pubblico possano venire a galla.
Un articolo in particolare ha denunciato la mancanza di trasparenza nei processi e progetti di Astral. La seconda denuncia criticava l’azienda per aver assunto il controllo di importanti iniziative pubbliche. Tutto ciò ha un prezzo, non solo economico, ma anche etico, perché il diritto alla trasparenza e all’informazione è messo in discussione. La terza querela si riferisce alla costruzione di una nuova stazione ferroviaria, dove la denuncia punta il dito sulla rapidità con cui si procede, talvolta a scapito della necessaria valutazione d’impatto ambientale.
Astral sembra essere in fuga dalla responsabilità, e questa strategia non fa altro che aumentare il sospetto, mentre i cittadini si chiedono dove siano finiti i fondi pubblici e come vengano realmente gestiti. Non ci si può sorprendere di come la stampa si ritrovi così coinvolta, cercando di fare il suo dovere nel perseguire la verità.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha recentemente sottolineato come la stampa svolga una funzione cruciale nel sistema democratico, sottolineando il rispetto delle istituzioni verso il diritto di informazione. Questo richiamo sulla libertà di stampa è tanto necessario quanto urgente. Eppure c’è chi, al posto di cercare solidarietà e interazione, preferisce rincorrere un’azione legale. Per esempio, anziché rispondere alle critiche con argomenti e rettifiche costruttive, la reazione di Astral è stata quella di presentare querele.
Anche per chi si trova a capo di una grande azienda pubblica è fondamentale ascoltare e rispondere a chi, come i giornalisti, si presenta come il sentinella della società. La mancanza di comunicazione crea fratture e, di conseguenza, alimenta la sfiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni. In un contesto come quello italiano, nel quale il legame tra stampa e democrazia è cruciale, diventa bersaglio di aggressioni campali da parte di alcuni rappresentanti, piuttosto che di oppresse richieste di confronto, dialogo e chiarimenti.
La libertà di stampa è essenziale. Nonostante le avversità, alcuni giornalisti continuano a battersi per il diritto di informare. Le querele recenti di Astral non fermeranno i tentativi di chiarire e di esporre le verità più scomode. La ricerca di trasparenza e di responsabilità nel settore pubblico, specialmente quando si tratta di fondi dei cittadini, rimane una battaglia aperta. L’unico modo per garantire una società informata è far sì che le voci critiche possano continuare a esistere e prosperare. La stampa deve rimanere un faro di democrazia, e non deve essere minacciata dalle querele. Confronto e dialogo sono sempre la strada migliore.
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