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Notre-Dame, vertice tra leader Trump: «Il mondo è impazzito» – Parigi, summit internazionale con Macron e Merkel

La riapertura della Cattedrale di Notre-Dame a Parigi ha offerto un’importante occasione di incontro tra leader mondiali in un contesto di grande interesse internazionale. Il summit ha visto la partecipazione di figure di spicco come Donald Trump, Emmanuel Macron e Volodymyr Zelensky, in un momento in cui la cattedrale non rappresenta solo un simbolo religioso, ma anche un faro di speranza e resilienza. Questo evento ha suscitato un’attenzione significativa, puntando i riflettori non solo sulla bellezza architettonica del monumento, ma anche sul suo significato storico e culturale.

La cerimonia di riapertura e il messaggio di fratellanza

La cerimonia di riapertura è iniziata con un toccante gesto dell’Arcivescovo di Parigi, Laurent Ulrich, che ha bussato al portale della cattedrale per tre volte, intervallato da canti e salmi della Maîtrise Notre-Dame. Questo atto simbolico ha messo in evidenza la sacralità del luogo, completamente avvolto da un’atmosfera solenne. La sfilata dei pompieri e degli artigiani coinvolti nella ricostruzione ha preceduto un breve concerto musicale dei fratelli Gautier e Renaud Capuçon, che hanno eseguito la meravigliosa “Passacaglia di Haendel“.

Il presidente Macron ha colto l’occasione per esprimere la sua gratitudine a tutti coloro che hanno partecipato alla ricostruzione della cattedrale, sottolineando il ritorno sonoro delle campane. Ha ricordato momenti storici legati a Notre-Dame: dalle incoronazioni reali alle celebrazioni religiose, fino all’incendio del 2019 che ha messo in pericolo questa icona della cultura francese. Attraverso un discorso appassionato, Macron ha esaltato lo spirito di cooperazione e la determinazione collettiva che hanno caratterizzato il restauro. La ricostruzione della cattedrale è stata presentata come una realizzazione condivisa, un esempio di come le nazioni possano unirsi per raggiungere obiettivi ambiziosi.

Il ruolo del finanziamento e la solidarietà internazionale

L’incendio che ha severamente danneggiato Notre-Dame il 19 aprile 2019 ha mobilitato una risposta globale senza precedenti. I restauri hanno avuto un costo di circa 700 milioni di euro, con un totale di circa 843 milioni di euro raccolti attraverso donazioni provenienti da oltre 340 mila sostenitori in 150 paesi. Queste donazioni variavano da un euro fino a 200 milioni, dimostrando un’incredibile mobilitazione di risorse umane e finanziarie per il ripristino di un patrimonio culturale condiviso.

La cattedrale è di proprietà dello Stato francese, mentre la Chiesa è locataria. La riapertura ha rappresentato un momento di celebrazione della solidarietà internazionale, una testimonianza di quanto si possa ottenere quando comunità, stati e privati cittadini si uniscono per una causa comune. La cerimonia è stata juga arricchita da un messaggio del Papa, a sottolineare l’importanza spirituale e culturale del luogo, seguita dalla cerimonia liturgica caratterizzata da preghiere e musiche tradizionali, in particolare il Magnificat suonato dal rinnovato organo della cattedrale.

La presenza di leader globali e l’importanza del confronto

Tra i partecipanti all’evento, sono stati presenti circa quaranta capi di Stato e di governo, insieme a numerosi imprenditori e personaggi noti. Sorprendente è stata la presenza di Elon Musk, che ha scelto di partecipare a questo importante summit. Per l’Italia, erano presenti il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e la presidente del consiglio, Giorgia Meloni, che ha avuto occasione di incontrare Trump.

Questa concentrazione di leader mondiali, dotate di forti simboli, è apparsa come un richiamo alla necessità di un dialogo continuo tra le nazioni, in particolare in un periodo in cui il mondo affronta sfide complesse. La riapertura di Notre-Dame non è stata solo un momento di festa, ma ha anche rappresentato un’opportunità per discutere questioni di rilevanza globale e stabilire rapporti di cooperazione tra le potenze.

Il restauro della cattedrale continuerà fino al 2028, lavorando non solo per recuperare la bellezza architettonica del sito, ma anche per rinvigorire il tessuto culturale di Parigi e del mondo intero. Questo evento ha confermato non solo la resilienza di Notre-Dame, ma anche il potere unificante della cultura e della storia nei momenti di crisi.

Giulia Martini

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Giulia Martini

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