Transnova, cosa fa l’azienda dell’indotto di Stellantis colpita dai licenziamenti a Pomigliano d’Arco

La crisi che sta attraversando Stellantis ha iniziato a manifestare effetti diretti sull’indotto, creando incertezze sul futuro di molti lavoratori. Sono stati annunciati licenziamenti che coinvolgono diverse sedi, portando i sindacati a esprimere forti preoccupazioni. Questo articolo esplora i dettagli della situazione attuale, con particolare attenzione alla decisione di cessare contratti con aziende esterne come Trasnova.

La situazione di Trasnova e il programma di licenziamento

Il colosso dell’automotive Stellantis ha avviato un’importante ristrutturazione che ha portato a un licenziamento collettivo di 97 dipendenti della Trasnova, azienda di logistica con sede a Cassino. I lavoratori interessati sono distribuiti tra vari stabilimenti: 54 a Pomigliano, 14 a Mirafiori, 28 a Piedimonte San Germano e 1 a Melfi. Solo per il sito di Mirafiori, la scadenza del licenziamento è fissata al 31 marzo 2025, in un contesto di riorganizzazione più ampio, che ha l’obiettivo di ridurre gli esuberi all’interno dell’azienda madre.

Questa decisione rispecchia una strategia più ampia da parte di Stellantis di internalizzare alcune attività precedentemente esternalizzate, cercando di focalizzarsi sul controllo diretto delle operazioni. Trasnova si occupava di gestire la logistica necessaria per il trasporto delle automobili prodotte negli stabilimenti di Stellantis, ma ora si trova in difficoltà senza il supporto dell’azienda automobilistica. Con l’interruzione dell’appalto, l’azienda ha deciso di ridurre drasticamente il numero di dipendenti, dato che non ha altre commesse significative da gestire.

Impatto sugli stabilimenti e ulteriore indebolimento dell’indotto

La crisi di Stellantis non si limita ai 97 licenziamenti già annunciati. È emerso che altri 150 lavoratori, assunti da Teknoservice e Logitech, due aziende che operano in subappalto per Trasnova, sono a rischio di licenziamento. Ciò indica che il problema potrebbe essere molto più esteso, con un totale di 249 posti di lavoro a rischio nell’indotto, secondo quanto riportato dai sindacati, in particolare dall’Ugl metalmeccanici di Potenza.

Stellantis ha già visto un calo nella produzione, che ha impattato direttamente sull’attività delle aziende affiliate, in un contesto di stagnazione del mercato automobilistico europeo. Senza sufficienti commesse, è difficile per Trasnova e altre aziende operanti nel settore mantenere i propri livelli di assunzione. Di fatto, l’impatto sull’occupazione si ripercuoterà su molte famiglie e sulla stabilità economica di diverse comunità locali.

Reazione dei sindacati e richieste di dialogo con il governo

Dopo l’annuncio dei licenziamenti, i sindacati hanno immediatamente mobilitato i lavoratori, organizzando manifestazioni e scioperi nei pressi degli stabilimenti di Stellantis, in particolare a Pomigliano d’Arco. La tensione è palpabile visto il forte impatto sociale delle decisioni aziendali, e le preoccupazioni sulla gestione del futuro da parte della multinazionale sono in aumento.

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha espresso la necessità di un confronto diretto con Stellantis, cercando di trovare soluzioni per evitare un ulteriore aumento del numero di licenziamenti avviando un incontro fissato per il 17 dicembre. Questo dialogo è essenziale in questo momento critico, soprattutto alla luce dei recenti cambiamenti ai vertici aziendali dopo le dimissioni dell’amministratore delegato Carlos Tavares, il cui contratto era già in scadenza.

Al momento, John Elkann, già presidente della società, ha preso temporaneamente le redini dell’azienda, coadiuvato da altri dirigenti, mentre si attende l’assegnazione di un nuovo CEO. La situazione è in continua evoluzione e continuerà a generare preoccupazioni, sia a livello locale che nazionale, in un settore già segnato da incertezze.