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Benedetta Tv – Storie italiane: la tv del sentito dire diventa BENEDETTA TV – STORIE ITALIANE: TRASMISSIONE IN DIRETTA DA MILANO CON MARCO BIANCHI E ANNA ROSSI

Ieri sera ha registrato un calo generale negli ascolti televisivi, con la fiction di Raiuno “Vincenzo Malinconico” che ha perso terreno mentre “Tradimento” di Canale5 guadagna punti. Le Iene su Italia1 hanno visto un ribasso di due punti, contrariamente a “Che tempo che fa” che ottiene un incremento di tre, senza però superare il 16%. Con l’avvio della settimana, è interessante analizzare il palinsesto mattutino di Raiuno e Canale5, focalizzandosi sulle conduttrici Eleonora Daniele e Federica Panicucci, e come affrontano la cronaca nera nei loro programmi.

La cronaca nera: il cuore del dibattito

L’asse centrale dei programmi di mattino sui due canali è rappresentato dalla cronaca nera, dove emerge una differenza notevole nello stile e nell’approccio delle due conduttrici. Federica Panicucci si concentra su un caso di rilievo nella seconda parte di “Mattino Cinque”, dedicando ampio spazio a una narrazione dettagliata e articolata. I visitatori dello studio, tra cui esperti e giornalisti, vengono coinvolti nella ricostruzione dei fatti con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli, alla stregua di una sinossi di un episodio di una serie crime. Se non emergono notizie importanti sul caso, il racconto si arresta per riprendere in futuro, invitando il pubblico a restare sintonizzato per ulteriori sviluppi.

In contrapposizione, Eleonora Daniele in “Storie Italiane” propone una visione meno investigativa e più sociale della cronaca nera. Racconta diversi casi e permette un dibattito su tematiche più ampie, come la sicurezza pubblica e il bullismo. I delitti diventano il pretesto per esaminare le ansie della popolazione e le problematiche familiari. Utilizza espressioni di incertezza come “si dice” o “non è chiaro”, lasciando trasparire una forma di speculazione che non sempre aderisce ai principi del giornalismo investigativo. Questo approccio può dare origine a delle discussioni basate su supposizioni, invece di fatti concreti, rendendo il dibattito ricco di generalizzazioni e stereotipi.

Storie Italiane: uno sguardo differente sulla cronaca

Il focus di “Storie Italiane” diventa una riflessione sui fatti di cronaca intesa come occasione per mettere in luce tematiche di attualità. Eleonora Daniele si allontana dall’analisi focalizzata sui crimini per esplorare le cause sociali degli stessi, coinvolgendo ospiti accademici e psicologi per offrire una visione d’insieme. Molto spesso, però, le conversazioni si basano su avvenimenti la cui dinamica è ancora confusa, creando uno spazio di discussione che, sebbene affascinante, sfocia talvolta nel terreno ambiguo dell’allarmismo. La conduttrice, usando espressioni vaghe e citazioni senza fondamento, incoraggia i suoi ospiti a interagire, ma con il rischio di distaccarsi dalla verità giornalistica.

Questo formato di discussione può portare a grandi dibattiti, dove i temi trattati come il bullismo o le famiglie disfunzionali si intrecciano a storie di crimine, senza però mai chiarire completamente il contesto. Con una narrativa così fluida e indefinita, il rischio è che le informazioni importanti si perdano nel fritto misto di opinioni e supposizioni, piuttosto che essere presentate in modo coerente e informativo.

L’approccio comunicativo di Eleonora Daniele

La comunicazione di Eleonora Daniele in “Storie Italiane” si caratterizza per il suo stile amichevole, ma si porta appresso un’insufficienza di contenuti sostanziali. Anche nella parte dedicata allo spettacolo, l’approccio risulta piuttosto superficiale; la conduttrice sembra più interessata a provocare i suoi ospiti per ottenere reazioni o aneddoti, piuttosto che fornire una vera e propria analisi. Le sue domande tendono a essere generiche, senza approfondire le tematiche specifiche legate all’ospite di turno. All’interno delle interviste, emergono gaffe e confusione, portando a interazioni che sembrano più mirate a intrattenere che a informare.

La capacità di interagire e coinvolgere gli ospiti è fondamentale in questo gioco, eppure, nella fretta di passare da un argomento all’altro, Daniele spesso interrompe i discorsi in corso, perdendo opportunità importanti di approfondimento. Quest’approccio, sebbene possa risultare attraente per la sua leggerezza, si traduce in una mancanza di sostanza. Per quanto il suo programma possa attrarre un pubblico affezionato, l’assenza di contenuti rilevanti si fa sentire, lasciando il povero spettatore a desiderare qualcosa di più.

Giunti a questo punto, i valori di ascolto si riflettono nella differente gestione di quesiti complessi e narrazioni. “Mattino Cinque” riesce a scolpire un’identità di riferimento, attirando più spettatori rispetto a “Storie Italiane”. Il gap di ascolti pone l’accento su come l’approssimazione e l’atmosfera informale, sebbene possano sembrare attrattive, possano anche costituire un limite nell’informazione di qualità. La sfida rimane aperta: come riusciranno le due conduttrici a coniugare entertainment e contenuto di valore nei loro programmi del mattino?

Laura Conti

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