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Chi può non emettere la fattura, dal maestro di sci a chi produce alimenti a Cortina d’Ampezzo: regole e implicazioni

La recentissima normativa introdotta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze ha portato significative novità riguardo l’emissione della fattura elettronica per i maestri di sci e per i corsi di sport invernale. Queste modifiche, pubblicate nella Gazzetta Ufficiale del 4 dicembre 2024, hanno lo scopo di semplificare gli obblighi fiscali per una categoria di professionisti che si approcciano al pubblico in un contesto di pratiche sportive e ricreative. Analizzeremo i dettagli di questa nuova disposizione e le sue implicazioni.

Esonero dalla fattura elettronica per i maestri di sci

Secondo le nuove disposizioni, i maestri di sci non sono tenuti a emettere fattura per le prestazioni fornite, a meno che il cliente non ne faccia esplicita richiesta. Questo esonero si applica sempre che la prestazione non rientri in un regime di esenzione. L’articolo 22, comma 1 del DPR n. 633/1972 prevede infatti il non obbligo di emissione della fattura per specifiche operazioni, e il successivo comma 2 estende tale facoltà anche ad altre categorie di contribuenti, definendo un contesto favorevole per coloro che effettuano servizi pubblici con frequenza e importo limitati.

L’interpretazione di questo decreto è chiara: si mira ad alleggerire il carico burocratico per i professionisti del settore. Non solo i maestri di sci, ma anche categorie come produttori di alimenti e bevande con un’aliquota IVA ridotta al 5% e fornitori di trasporti pubblici potranno beneficiare di questa esenzione. A sua volta, libri e materiali informativi continueranno a godere di un’aliquota ridotta al 4%, evidenziando la volontà di supportare settori strategici.

In questo scenario, i corsi di sport invernale, che beneficiano di una tassa IVA al 5%, rientrano anch’essi tra le attività che non necessitano della fattura a meno che non sia richiesta esplicitamente dal partecipante. Solo le prestazioni erogate da professionisti accreditati e iscritti agli albi delle federazioni sportive riconosciute dal Coni possono compiere tali operazioni senza l’emissione di documento fiscale, ottimizzando l’accessibilità ai corsi sportivi e favorendo una maggiore partecipazione.

Obbligo di fattura solo su richiesta dei clienti

Una caratteristica distintiva delle nuove disposizioni è l’obbligo di emettere la fattura solo nel caso in cui il cliente lo richieda chiaramente. In situazioni in cui tale richiesta viene effettuata, il professionista è tenuto a procedere all’emissione della fattura senza indugi, rispettando il termine di emissione fino al momento dell’erogazione del servizio. È importante notare che questo adempimento attivo scatta solo se la richiesta avviene prima o in parallelo alla prestazione, rendendo chiaro il tentativo di semplificare la gestione fiscale tanto per i fornitori quanto per i clienti.

Tale modifica rientra nel contesto di semplificazione fiscale prevista dall’articolo 22 del DPR 633/72, il quale si propone di concretizzare una serie di agevolazioni burocratiche in favore di operazioni di piccola entità, favorendo il dinamismo del settore e assicurando al contempo la protezione e i diritti dei consumatori. Tramite una gestione più snella, è possibile ottimizzare il tempo e le risorse sia per i maestri di sci sia per gli sportivi che desiderano praticare le loro attività senza ostacoli burocratici.

Novità in legge di bilancio e proroga dell’esclusione IVA

La recente legge di bilancio in discussione prevede la proroga dell’entrata in vigore di un nuovo regime IVA specifico per lo sport e il terzo settore. Gli enti del terzo settore, le associazioni e le società sportive dilettantistiche si trovano di fronte a un cambiamento sostanziale: fino al prossimo 1° gennaio 2025, si prevede il passaggio dal regime di esclusione a quello di esenzione IVA, accompagnato da nuovi obblighi, come la registrazione della partita IVA.

Tuttavia, il governo ha deciso di prolungare il regime di esclusione IVA anche per il 2025, nel tentativo di alleviare le difficoltà che questa transizione avrebbe potuto generare. Le parole del viceministro Maurizio Leo chiariscono la motivazione di tale scelta, evidenziando la necessità di stabilire criteri specifici per l’applicazione dell’imposta in base alla dimensione degli enti coinvolti, facilitando così le realtà più piccole, spesso vitali per la comunità.

La rilevanza di tali manovre è cruciale per il settore sportivo, in continuo sviluppo e necessitante di regole chiare. La proroga permette la continuità di molte attività e garantisce un ambiente favorevole per la crescita di nuove iniziative, fornendo un supporto tangibile e un orizzonte giuridico più sereno per gli operatori del settore.

Laura Conti

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