Il recente sequestro di 25 chili di N-boc-4-piperidone, un precursore chiave per la produzione di fentanyl, ha catturato l’attenzione delle autorità e degli esperti di salute pubblica. Questo significativo intervento delle forze dell’ordine olandesi, che ha portato alla luce un potenziale carico di 15 milioni di dosi pronte per il mercato, evidenzia la necessità di una vigilanza costante di fronte all’avanzata di questa droga letale in Europa. L’evento, avvenuto martedì scorso ad Amsterdam, non solo segna un traguardo nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti, ma solleva interrogativi sul comportamento dei mercati della droga nel continente.
Il sembramento di fentanyl: un’epidemia in procinto di colpire l’Europa
Il fentanyl, un oppioide analgesico straordinariamente potente, è inizialmente stato concepito per l’uso medico, ma la sua crescente diffusione come droga ricreativa ha cause preoccupanti. Con una potenza fino a 50 volte superiore a quella dell’eroina e 100 volte rispetto alla morfina, il fentanyl rappresenta una minaccia seria. Negli Stati Uniti, questa sostanza ha causato circa 100.000 morti all’anno, rendendosi responsabile di una crisi di salute pubblica che ha segnato profondamente il paese. Di recente, anche il Messico è stato colpito da questo fenomeno, sequestrando oltre una tonnellata di pastiglie dirette verso il confine nord.
Sebbene in Europa l’impatto del fentanyl sia stato finora contenuto, la situazione potrebbe cambiare. La produzione di eroina, tradizionalmente proveniente dall’Afghanistan, ha subito un calo a causa della stretta sui coltivatori di papavero da oppio imposta dai talebani. Questo scenario ha suscitato preoccupazione tra le autorità europee, che osservano con attenzione le rotte del traffico di droga e i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.
Il fenomeno del mixaggio: fentanyl e altre sostanze in Italia
In Italia, la situazione risulta allarmante. Pur registrando solo due decessi ufficiali attribuiti al fentanyl, l’analisi dei campioni di sostanze stupefacenti ha rivelato la presenza di numerosi derivati miscelati con droghe già conosciute sul mercato. Il fentanyl non è l’unico protagonista, poiché una nuova generazione di oppioidi sintetici, i nitazeni, sta emergendo sulle scene. Queste sostanze presentano effetti ancora più intensi, rendendo difficile la loro identificazione nei laboratori di tossicologia, contribuendo all’ampliamento del fenomeno.
Soprattutto, le quantità minime necessarie per causare un effetto stupefacente – possono bastare anche soli 3 milligrammi per risultare letali – rendono il fentanyl e i suoi derivati estremamente pericolosi e facili da vendere. L’emergere di piccoli laboratori casalinghi dedicati alla produzione di questa sostanza complica ulteriormente il lavoro delle forze dell’ordine. Negli ultimi anni, in vari Paesi europei – come Francia, Belgio e nei Baltici – si sono registrati sequestri, anche se di portata inferiore a quelli recenti.
Un confronto agghiacciante: le statistiche sulla mortalità
Le cifre di mortalità sono agghiaccianti. Nel 2022, i dati dell’Agenzia europea antidroga riportano 163 decessi nel continente; la Germania si distingue con 73 vittime, seguita dalla Lituania , Danimarca e Svezia . Un numero che a confronto appare irrilevante rispetto a quanto accaduto negli Stati Uniti, dove il fentanyl ha causato un milione di decessi negli ultimi 20 anni, con una media annuale che ha sfiorato le 101.000 unità nel 2023.
Questo globale confronto mette in evidenza la differenza nella diffusione della sostanza e, sebbene la situazione europea possa sembrare sotto controllo, le forze dell’ordine e le istituzioni sanitarie non intendono abbassare la guardia.
Nuove strategie nel traffico di sostanze
L’introduzione di antidoti, come il narcan, nell’ambito delle overdose legate al fentanyl ha contribuito a una diminuzione delle vittime negli Stati Uniti. Tuttavia, la legge di mercato sull’efficacia e sull’utilizzo di queste sostanze rimane una peculiare sfida. Secondo l’inchiesta condotta dal procuratore della Repubblica di Napoli Nicola Gratteri, il fentanyl risulta troppo potente per lasciare ai venditori un margine di profitto stabile. Ciò porta a considerare un’evoluzione nei sistemi di distribuzione e nelle scelte dei consumatori.
In Italia, dal 2018 al 2023, le autorità hanno sequestrato 123 grammi di fentanyl in polvere e 28 compresse, oltre a varie altre formulazioni. Nonostante l’emergere di questi quantitativi rimandi a una presenza congiunta di oppioidi sintetici e eroina, la provenienza si è dimostrata spesso legata a furti avvenuti in ospedali, diretta alimentazione all’attività criminale.
Il fenomeno del fentanyl e delle sue varianti rimane quindi un tema urgente, che richiede attenzione e interventi mirati per prevenire esplosioni di mortalità simili a quelle vissute in America.