Inventato il libro tascabile a Milano nel 1932 da Arnoldo Mondadori, per rendere la lettura più accessibile e pratica

L’invenzione del libro tascabile da parte di Aldo Manuzio nel 1501 ha rivoluzionato l’editoria, rendendo la cultura accessibile a un pubblico più ampio e democratizzando la lettura.
Inventato il libro tascabile a Milano nel 1932 da Arnoldo Mondadori, per rendere la lettura più accessibile e pratica - (Credit: www.geopop.it)

L’invenzione del libro tascabile, avvenuta nel 1501 grazie a Aldo Manuzio, rappresenta una delle più significative innovazioni nell’editoria, permettendo l’accesso alla cultura a un pubblico sempre più vasto. Questo formato, più pratico ed economico, ha segnato una svolta fondamentale nella diffusione del sapere, nella società rinascimentale e oltre. Scopriamo insieme i dettagli di questa rivoluzione letteraria.

Le origini del libro tascabile

Il libro tascabile è nato con l’intento di rendere la lettura accessibile a livelli mai visti prima. Aldo Manuzio, umanista e tipografo veneziano, ha capito che il sapere non doveva essere un privilegio esclusivo delle élite intellettuali. Nel contesto del Rinascimento, un periodo caratterizzato da un fiorire di idee e conoscenze, Manuzio ha legato la sua visione a un’innovazione tecnologica cruciale: il formato in-ottavo. Con questo formato, ogni foglio veniva diviso in otto, consentendo un notevole risparmio di carta e un approccio alla lettura più pratico e confortevole.

Con il primo libro tascabile, le “Bucoliche” di Virgilio, Manuzio non solo ha reso i testi più maneggevoli, ma ha anche aperto la strada a una nuova modalità di fruizione della letteratura. I vantaggi di questo nuovo formato hanno risposto a un reale bisogno del pubblico, che aspettava una soluzione alle ingombranti edizioni precedenti, spesso pesanti e poco pratiche. La dimensione più contenuta, di circa 10,5 x 16 cm, ha permesso ai lettori di portare i propri libri ovunque, favorendo così la diffusione della cultura in ogni angolo della società.

Attraverso l’adozione di un carattere corsivo, Manuzio ha ulteriormente ottimizzato lo spazio delle pagine, rendendo la lettura più fluida. I suoi volumi, a costo contenuto, si rivolgevano a gruppi di lettori diversificati che andavano oltre il ristretto gruppo di intellettuali. Ciò ha posto le basi per una democratizzazione della cultura, riflettendo un cambiamento sociale significativo.

Aldo Manuzio: il pioniere dell’editoria

Nato nel 1449, Aldo Manuzio è considerato una delle figure più importanti dell’umanesimo italiano. La sua carriera come tipografo a Venezia, centro di attività culturale e commerciale, ha cambiato le regole del gioco nell’editoria. Oltre a dedicarsi a prestigiose edizioni, Manuzio ha avuto la lungimiranza di affiancare queste opere con pubblicazioni più accessibili, per avvicinare i lettori all’eredità classica.

La sua riflessione sul valore della lettura per tutti i ceti sociali ha dato vita a un’idea rivoluzionaria. Manuzio ha contribuito a formare un pubblico più vasto, rompendo le barriere che schiacciavano la letteratura sotto il peso del suo stesso prestigio. Grazie ai suoi “libelli portatiles in formam enchiridii”, ha dato vita a un’epoca in cui la cultura poteva finalmente essere condivisa e vissuta da tutti.

L’adozione sistematica del formato tascabile è stata dunque una scelta strategica che ha riempito un vuoto nell’editoria del tempo. Manuzio ha creato un modello editoriale che ha forgiato le basi per il libro moderno, trasformando il modo di pensare alla lettura e alla sua accessibilità.

L’eredità del libro tascabile nel tempo

L’importanza del libro tascabile va oltre la sua semplice invenzione. Ha segnato una vera e propria rivoluzione culturale, rendendo i testi accessibili a una porzione sempre più ampia della popolazione. Ciò ha avuto un impatto significativo sul ruolo della lettura nella società, cambiando le dinamiche culturali e sociali.

Nel XIX secolo, l’idea del libro tascabile fu ulteriormente sviluppata da editori come Sonzogno in Italia in risposta all’emergere di un pubblico di massa. L’invenzione dei “paperbacks” nel XX secolo, introdotti da Allen Lane con la sua Penguin Books, ha dato ulteriore slancio a questo fenomeno, facendo del libro tascabile un prodotto di massa accessibile e popolare. La denominazione “tascabile” emerse negli Stati Uniti nel 1939 con la Simon & Schuster, mentre in Francia nacquero i “Livres de Poche” nel 1952.

Questi libri, a basso costo e alta qualità, si sono radicati nel panorama editoriale globale, diventando strumenti indispensabili per la lettura quotidiana. In Italia, il passaggio significante è avvenuto nel 1965, con gli Oscar Mondadori, che hanno portato il libro tascabile nei canali di distribuzione delle edicole. L’interesse per il formato tascabile non è mai svanito, continuando a evolversi con le esigenze del mercato.

Oggi, il libro tascabile mantiene le caratteristiche fondamentali di accessibilità e praticità, ma si è integrato nel contesto dell’industria culturale contemporanea. Il suo standard attuale è di 11 x 18 cm, impreziosito da brossure economiche e collane numerate, incarnando un passo decisivo nell’evoluzione della lettura. Così, l’eredità di Aldo Manuzio continua a vivere, mescolando il passato con le dinamiche moderne della letteratura e della cultura.