Nel contesto educativo odierno, dove la pressione e le aspettative sembrano asfissiare gli studenti, diventa essenziale capire come affrontare la paura dell’errore. Stefano Carta, vicedirettore accademico dell’Istituto Europeo di Design , condivide la sua visione sul ruolo cruciale dell’errore nel processo creativo. In un’epoca caratterizzata da flussi continui di informazioni e stimoli, è fondamentale per gli studenti apprendere a convivere con l’incertezza e a vedere il fallimento come un passo verso il successo.
Abbracciare l’errore: un approccio educativo innovativo
Stefano Carta sottolinea che «il fallimento non è mai definitivo, è sempre parte di un processo». Questo manto di propositività si riflette nella filosofia educativa dell’IED, dove la vulnerabilità e la libera espressione sono accolte come strumenti necessari per la crescita personale e professionale. Per Carta, il segreto sta nel creare un ambiente sicuro, dove gli studenti possano esplorare le loro idee senza la paura di sbagliare. «Il nostro compito è fornire spazi di apprendimento in cui il rischio di errore diventa un’opportunità», afferma, evidenziando la differenza tra un contesto educativo chiuso e uno aperto, dove gli studenti possono esprimersi senza timori.
Il vicedirettore e i suoi colleghi comprendono che il timore di deludere le aspettative – siano esse personali o sociali – può essere schiacciante. Questa pressione può paralizzare la creatività e limitare le capacità di innovazione degli studenti. È qui che il supporto e la guida degli insegnanti diventano fondamentali, trasformando il fallimento in un’opportunità di apprendimento. Attraverso esperienze pratiche e interattive, gli studenti imparano che più sbagliano, più si avvicinano alla soluzione dei loro progetti. Questo approccio, lontano da una semplice consapevolezza teorica, mette in evidenza l’importanza dei processi iterativi nel design e nello sviluppo di idee.
Navigare nella complessità del mondo contemporaneo
La complessità del contesto attuale, arricchita da un accesso senza precedenti a informazioni, pone delle sfide enormi sia agli studenti che agli educatori. L’idea di convivere con questa complessità diventa fondamentale per prepararli al meglio per il futuro. Carta spiega come l’errata percezione di un mondo più complicato sia dovuta al sovraccarico di dati. L’Oxford Dictionary ha persino scelto “brain rot” come parola dell’anno, evidenziando un fenomeno di esaurimento mentale causato dall’eccesso di informazioni.
Uno studio recente dell’Agenzia Nazionale per la Gioventù rivela che i giovani trascorrono in media sette ore al giorno a fronte di stimoli digitali. Questa esposizione continua crea una frustrazione e una disorientamento che possono limitare la capacità di pensiero critico. In questo scenario, il ruolo del design si fa ancora più centrale. Infatti, progettare non significa solo armonizzare forme e colori, ma comprendere come affrontare i problemi, semplificare l’informazione e guidare le persone verso soluzioni utili.
Il ruolo del design nel mondo in evoluzione
Stefano Carta evidenzia che il design deve evolversi verso una dimensione che abbraccia vari aspetti sociali, ecologici e politici. «Non possiamo più vedere il design come un’attività puramente estetica», afferma. Questa disciplina deve diventare un mezzo per governare la complessità e preparare gli studenti a creare progetti sostenibili e responsabili. La vera sfida per i futuri designer è quella di sviluppare una sensibilità sociale e culturale, affinando le loro capacità per rispondere efficacemente alle problematiche contemporanee.
L’istruzione dovrebbe quindi rivolgersi all’integrazione di valori come equità, inclusività e responsabilità sociale. In quest’ottica, il design diventa uno strumento per facilitare il cambiamento, per sviluppare soluzioni che possano riunire comunità e persone, dando loro la capacità di affrontare insieme le sfide della vita quotidiana.
Stefano Carta, con la sua visione educativa, si impegna a formare una nuova generazione di designer pronti a confrontarsi con un mondo in continua evoluzione, dove le sfide sono molteplici, e le risposte richiedono creatività, apertura e collaborazione.