Napoli, spunta una vagina enorme accanto all’opera fallica di Gaetano Pesce: una provocazione femminista

L’installazione “La grande bellezza” di Cristina Donati Meyer, a forma di vagina, ha suscitato dibattiti sul patriarcato e l’arte pubblica a Napoli, prima di essere rimossa per mancanza di autorizzazione.
Napoli, spunta una vagina enorme accanto all’opera fallica di Gaetano Pesce: una provocazione femminista - (Credit: www.open.online)

Un’installazione artistica a forma di vagina ha fatto il suo debutto, seppur temporaneo, in piazza Municipio a Napoli, suscitando una serie di reazioni. L’opera, firmata da Cristina Donati Meyer, rappresenta una risposta femminista all’opera di Gaetano Pesce, la quale, nei due mesi precedenti, ha sollevato un ampio dibattito per la sua forma fallica. La scultura di Meyer, intitolata “La grande bellezza“, ha attirato l’attenzione ma, sfortunatamente, è stata rimossa dalle forze dell’ordine per mancanza di autorizzazione. Questo evento ha riacceso le discussioni sul ruolo dell’arte pubblica e il dominio maschile in questo campo.

Un’opera per sfidare il patriarcato

La decisione di Meyer di inserire una grande vagina in uno spazio pubblico si basa su motivazioni forti e chiare. L’artista ha affermato che l’arte non deve avere una prerogativa maschile e che c’è un’esigenza urgente di dare voce al femminile, specialmente in contesti artistici tradizionalmente dominati da opere maschili. La scelta del simbolo rappresenta una protesta diretta contro il patriarcato, con il desiderio di richiamare l’attenzione su temi di genere in modo provocatorio. La voglia di trarre spazio per le “grandi bellezze” femminili è un chiaro messaggio contro l’oppressione che le donne hanno subito nel corso della storia dell’arte.

Cristina Donati Meyer non è nuova a gesti simbolici e provocatori. In precedenza, nel 2019, aveva partecipato a una forma di attivismo lanciando vernice rossa sulla scultura di Pesce, “Maestà sofferente“, che rappresentava simbolicamente la violenza di genere. Questa scelta ha suscitato non solo l’interesse degli osservatori, ma anche un forte dibattito sulle possibilità espressive nelle opere pubbliche e sulla necessità di una rappresentazione bilanciata tra i generi.

Un contesto artistico di polemiche

L’installazione di Meyer a Napoli si inserisce in un contesto di crescente coinvolgimento delle donne nell’arte pubblica e nell’agenda culturale. Tuttavia, la contestazione di Pesce con la sua opera evocativa ha creato una sorta di battaglia simbolica. Mentre le opere maschili dominano il panorama artistico pubblico, quelle femminili faticano a ottenere visibilità e riconoscimento. La breve apparizione di “La grande bellezza” ha così messo in luce una questione più ampia riguardante il potere e la rappresentanza, risuonando con il movimento femminista in corso.

Questa dinamica ha suscitato l’attenzione di vari livelli del dibattito culturale e sociale, invitando il pubblico a riflettere su questioni relative alla giustizia di genere, al ruolo dell’arte e alla responsabilità delle istituzioni nel promuovere una maggiore equità. In questo scenario, l’opera di Meyer non è solo un gesto artistico, ma figlia di un contesto che chiede a gran voce una revisione delle narrazioni tradizionali legate all’arte pubblica.

La reazione del sindaco Gaetano Manfredi

L’episodio ha attirato la reazione del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che ha espresso il suo supporto per l’artista. In una dichiarazione, ha sottolineato l’importanza della libertà espressiva nell’arte, definendo quest’ultima come un’arena di conflitto e provocazione. Manfredi ha affermato che la partecipazione di un’artista come Meyer, proveniente da Milano, segnala il ritorno di Napoli come centro vitale del dibattito culturale in Italia.

Le parole del sindaco evidenziano un’apertura del Comune nei confronti delle espressioni artistiche più audaci e provocatrici, suggerendo un interesse nel favorire un ambiente creativo dove le voci diverse possano emergere e lottare per il riconoscimento. Questo non è solo un segnale per gli artisti, ma anche un invito alla cittadinanza a partecipare attivamente a questa trasformazione del panorama culturale.

La breve presenza de “La grande bellezza” in piazza Municipio ha così acceso un faro su problematiche di rilevanza sociale, invitando non solo gli artisti, ma l’intera società a riflettere su equità, rappresentanza e il significato più profondo dell’arte pubblica.