A Ciampino, la decisione di assegnare il trattamento dei rifiuti indifferenziati alla Ecosystem di Pomezia per il 2025 solleva numerosi interrogativi. Con un costo di 1,2 milioni di euro e senza un bando pubblico, molti si chiedono se questa scelta sia davvero giustificata dall’assenza di concorrenza. La situazione non solo tocca la gestione dei rifiuti nella città, ma riflette anche una complessità politica che merita attenzione.
Affidare il trattamento dei rifiuti a Ecosystem di Pomezia non è una novità per Ciampino, che ha già stipulato un contratto simile per il 2024. Il Comune giustifica la procedura di affidamento invocando l’art. 76 del Decreto Legislativo n. 36/2023, che consente l’intervento diretto in mancanza di concorrenza. Tuttavia, una nota dall’Ufficio Pianificazione Rifiuti Lazio, comunicata al Comune di San Cesareo nel 2024, ha chiarito che non esiste un monopolio nel trattamento dei rifiuti. Secondo i documenti ufficiali, almeno due operatori sono disponibili per i comuni dell’ATO di Roma: Ecosystem e Porcarelli di Roma, con impianti di trattamento attivi a Pomezia e Rocca Cencia.
In aggiunta, l’impianto gestito da E. Giovi srl a Malagrotta ha ottenuto l’autorizzazione per una ristrutturazione del processo di trattamento, riavviando le operazioni la scorsa ottobre. Di fronte a queste informazioni, la scelta di Ciampino di proseguire con Ecosystem appare fragile, suscitando interrogativi sul vero motivo dell’assenza di una gara pubblica.
La figura di Federica Giglio è centrale nella gestione della controversia. Attualmente ricoprendo il duplice ruolo di responsabile dell’Ufficio Pianificazione Rifiuti Lazio e assessore all’Ambiente di Ciampino, Giglio si trova in una posizione delicata. Dall’alto della sua carica regionale, ha indicato che i comuni possono scegliere tra due impianti per il trattamento dei rifiuti, ma al Comune ha suggerito di procedere in modalità negoziata, citando l’assenza di alternative better.
La Giglio, contemporaneamente, è stata accusata di aver commesso un errore tecnico significativo. In un documento ufficiale, ha erroneamente descritto l’impianto Ecosystem come un TMB, quando in realtà rappresenta solo un TM. Questa confusione riguardo alla classificazione dell’impianto, che sarà trasformato in TMB solo a marzo 2025, potrebbe influenzare le dinamiche operative e la qualità del servizio.
Federica Giglio ha un passato consolidato nel mondo della gestione dei rifiuti e della politica. Laureata ingegnere, ha lavorato per anni con figure di spicco del Partito Democratico, come Nicola Marini e Massimiliano Borelli. La sua carriera ha preso slancio quando è stata assegnata all’Ufficio Rifiuti del Lazio nel 2022, dove ha acquisito competenze importanti in materia di gestione ambientale.
La sua esperienza professionale include momenti di contatto con situazioni complesse, come quelle legate a scandali precedentemente emersi nell’ambiente dei rifiuti. Lavorando a stretto contatto con nomi noti per controversie passate, la sua ascesa ha sollevato più di una voce critica riguardo alla trasparenza delle decisioni prese.
La questione centrale rimane: la gestione dei rifiuti a Ciampino è davvero trasparente? Con le recenti dinamiche emerse e i coinvolgimenti di figure tanto influenti, tra cui Federica Giglio, molteplici preoccupazioni affiorano tra i cittadini. Le modalità seguite per l’affidamento del servizio non solo mettono in discussione la legittimità delle scelte ma sollevano anche dubbi sull’efficacia della supervisione.
In un contesto dove il bene pubblico dovrebbe essere al centro delle decisioni, il timore di una mancanza di distacco tra politica e servizio tecnico si fa sempre più forte. La comunità di Ciampino e quella di Pomezia attendono risposte chiare e rassicuranti mentre si avviano verso un futuro di gestione sempre più complesso.
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