Torvaianica, comune contro lo stabilimento balneare: ‘guerra’ al Tribunale di Velletri con coinvolgimento di sindaco e proprietario

La controversia legale tra il Comune di Pomezia e uno stabilimento balneare di Torvaianica, riguardante un canone concessorio di 8.535,13 euro, si sposta al Tribunale Ordinario dopo la decisione del Tar del Lazio.
Torvaianica, comune contro lo stabilimento balneare: 'guerra' al Tribunale di Velletri con coinvolgimento di sindaco e proprietario - (Credit: www.7colli.it)

La polemica tra il Comune di Pomezia e un noto stabilimento balneare di Torvaianica si intensifica, coinvolgendo il sistema giudiziario. Questo scontro legale, che ha avuto origine da una richiesta di pagamento per un canone concessorio, sta ora per essere esaminato dal Tribunale Ordinario di Velletri, dopo che il Tar del Lazio ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla società concessionaria. La controversia, che ruota attorno a una somma non trascurabile di 8.535,13 euro, solleva questioni fondamentali sulla regolamentazione delle concessioni demaniali in Italia.

La richiesta del Comune e le ragioni della società

Il fulcro della disputa legale è rappresentato da un canone extra per l’uso dell’area demaniale, dovuto al Comune di Pomezia per l’anno 2020. La società che gestisce lo stabilimento ha contestato questa pretesa, portando avanti diverse argomentazioni. Tra queste, l’applicazione del condono previsto dal Decreto Legge 104/2020, che avrebbe dovuto sospendere ogni richiesta relativa ai canoni finché non fosse stata raggiunta una definizione più chiara sulle norme vigenti. La società sostiene anche di possedere in parte i manufatti presenti nell’area in questione, rendendo quindi la richiesta comunale non valida.

Argomenti legali di questo tipo non sono rari e spesso portano a interpretazioni contrastanti delle normative, specialmente nel contesto di concessioni demaniali. La società ha inoltre fatto presente che la concessione è ancora attiva e, secondo le norme, dovrebbe automaticamente rinnovarsi. Questi elementi hanno spinto la società a ritenere che il Comune non avesse diritto a quantificare il canone in quel modo, considerando che le normative in vigore offrono una copertura giuridica alle loro operazioni, almeno fino a una revisione più approfondita.

La decisione del tribunale amministrativo

Il Tribunale Amministrativo ha esaminato attentamente la questione, giungendo alla conclusione di dichiarare inammissibile il ricorso della società. La corte ha evidenziato che, in base al Codice del Processo Amministrativo, le contese riguardanti la determinazione di canoni o corrispettivi dovrebbero essere demandate al giudice ordinario. Ciò significa che il Tribunale Amministrativo non aveva giurisdizione per trattare il caso, rimandando quindi la decisione a una sede giudiziaria differente.

Un punto cruciale della sentenza è stato l’approccio del Tar nel qualificare il ricorso. Secondo la corte, la contestazione riguardante la somma richiesta dal Comune non ha impattato sugli atti amministrativi relativi alla concessione, come eventuali modifiche o revoche, ma ha riguardato esclusivamente la quantificazione del canone. Questa distinzione ha portato il tribunale a confermare la necessità di un diverso processo legale.

Sviluppi futuri e impatto sulla regolazione delle concessioni

Con la sentenza del Tar del Lazio, la strada continua per la società, che sarà costretta a ripresentare la propria causa dinanzi al giudice civile per ottenere una sentenza nel merito. I tempi si allungano, dato che il tribunale ha imposto un termine di tre mesi per la riassunzione del caso. Questa situazione conserva un potenziale impatto significativo non solo per lo stabilimento balneare coinvolto, ma per tutti gli operatori di settore attivi sulle aree demaniali.

In un contesto nazionale già carico di polemiche riguardanti le concessioni demaniali, il caso di Torvaianica si fa emblema di una difficoltà sistematica nella gestione di tale materia. Ogni nuova udienza potrebbe stabilire precedenti giuridici utili per chiarire le normative attuali. Un’ulteriore complicazione potrebbe derivare dall’interpretazione delle leggi da parte di diversi tribunali, portando a una situazione di incertezza che potrebbe non favorire né i concessionari né le amministrazioni pubbliche nel lungo termine.

Questa battaglia legale continua a far discutere e in attesa delle prossime fasi processuali, si pone all’attenzione di chi opera nel settore e degli enti locali, stimolando un dibattito necessario sulla regolazione delle concessioni demaniali in un’Italia che cerca di trovare un equilibrio tra sviluppo turistico e rispetto delle norme.