L’innovazione tecnologica continua a sorprendere, finanche nei luoghi di culto dove tradizioni secolari sembrano resistere a qualsiasi cambiamento. A fine novembre, la Cappella di San Pietro a Lucerna, in Svizzera, ha svelato una installazione artistica provocatoria: un ologramma di Gesù Cristo, creato con intelligenza artificiale. Questo progetto offre uno spunto di riflessione sul come la tecnologia stia permeando anche gli aspetti più sacri della vita quotidiana. Approfondiamo insieme questa iniziativa, frutto di un connubio tra arte e tecnologia.
L’installazione “Deus in Machina”
Il progetto che ha portato alla realizzazione di un Gesù olografico si chiama “Deus in Machina”. Ideato da Philipp Haslbauer e Aljosa Smolic del Center for Immersive Realities dell’Hochschule Luzern, l’opera è frutto di una collaborazione con il teologo Marco Schmid. La scelta del titolo non è casuale: riprende la locuzione latina “Deus ex machina”, che si riferisce a una soluzione inattesa in un’opera letteraria, ma qui assume un’ulteriore dimensione, mettendo in relazione la divinità con la macchina e l’arte tecnologica.
L’intento degli autori è chiaramente provocatorio. Non si tratta di una tecnologia destinata a sostituire i sacerdoti, ma piuttosto di una riflessione su come l’arte e la spiritualità possano interagire con le nuove forme di tecnologia. Il progetto prende vita come una sorta di “confessionale” moderno, dove i fedeli possono interagire con l’ologramma di Gesù e ricevere risposte a domande esistenziali e spirituali.
Un’interazione unica con l’ologramma
L’ologramma, che accoglie i visitatori con un saluto caloroso – “La pace sia con te, fratello” – si distingue per la sua capacità di parlare ben 100 lingue diverse. Questa caratteristica riflette un intento di inclusione e accoglienza, cercando di attrarre un pubblico ampio e variegato. Il sistema che lo anima, un’intelligenza artificiale addestrata su testi sacri e scritture, fornisce non solo interpretazioni bibliche, ma anche consigli spirituali personalizzati.
Il funzionamento del dispositivo offre un nuovo modo di concepire l’esperienza religiosa, permettendo ai fedeli di interagire con una figura sacra in un contesto inusuale. Generando una connessione che va oltre il tradizionale gesto di confessare i propri peccati a un sacerdote in carne e ossa, l’ologramma si propone di stimolare una riflessione sui valori spirituali e morali attraverso una nuova forma di dialogo.
Riflessioni sulla tecnologia nei luoghi di culto
La presenza di una figura sacra realizzata con intelligenza artificiale suscita interrogativi non solo sull’uso della tecnologia in ambito religioso, ma anche sul significato stesso della spiritualità nell’era digitale. In che modo l’interazione con un ologramma possa influenzare la percezione e la pratica della fede? E quale ruolo giocano queste innovazioni nei riti tradizionali? La provocazione di “Deus in Machina” invita a esplorare queste domande, con la consapevolezza che la tecnologia può essere sia un mezzo di espressione artistica che un ponte verso riflessioni più profonde sul nostro vivere quotidiano.
Il dibattito su quanto possa essere appropriato il mix tra fede e tecnologia è destinato a proseguire. Nonostante le opinioni possano variare, la Cappella di San Pietro a Lucerna si conferma come un luogo dove cultura, arte, religione e tecnologia si intersecano, creando spazi per nuove forme di dialogo e riflessione in una società in continua evoluzione.