Un tragico incidente ha colpito il deposito Eni situato a Calenzano, in provincia di Firenze, la mattina del 3 ottobre. Un’esplosione violenta ha causato morti, feriti e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dell’area. Le autorità indagano sull’origine della tragedia, che ha lasciato la comunità locale scioccata e in stato di emergenza. Le informazioni raccolte indicano la presenza di testimoni chiave e collegamenti a pratiche di sicurezza inadeguate.
La testimonianza chiave dell’incidente
Un lavoratore del deposito ha assistito alla scena dell’esplosione e ha fornito importanti dettagli alle autorità. Si trovava in uno dei fabbricati adiacenti alla pensilina quando ha sentito un boato assordante e ha visto la struttura prendere fuoco. Il testimone ha riferito che, poco prima dell’incidente, ha notato un liquido fuoriuscire da un’autocisterna durante le operazioni di rifornimento. Nonostante inizialmente non avesse pensato a benzina, un odore acre l’ha messo in allerta. Purtroppo, non è riuscito a dare l’allerta in tempo. Le informazioni fornite dal lavoratore sono ora preziose per le indagini.
Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, e il pubblico ministero Massimo Petrocchi, che si trovavano nelle vicinanze, hanno avvertito la forza dell’esplosione, tanto da sentire vibrare i vetri del tribunale. Così, hanno deciso di recarsi immediatamente alla scena per raccogliere informazioni. La reazione tempestiva delle autorità ha permesso di avviare l’indagine sul posto e di valutare immediatamente la situazione.
Il tragico bilancio dell’esplosione
Alle 10.20 del mattino, la scena a Calenzano era sconvolgente. Due vittime accertate, di cui una con il volto irrimediabilmente danneggiato, tre dispersi e nove feriti, due dei quali in condizioni gravi. La gravità dell’incidente ha suscitato l’attenzione anche a livello nazionale, poiché rappresenta una seria sfida per le normative di sicurezza sui luoghi di lavoro. I soccorritori hanno dovuto affrontare una situazione di emergenza, mentre i feriti venivano trasportati in ospedale e le operazioni di recupero delle persone disperse iniziavano immediatamente.
Il corso dell’incidente ha segnato una giornata nera per Calenzano, che si ritrova a dover affrontare il lutto e la paura generati da un’esplosione inaspettata. I cittadini e le famiglie delle vittime ora chiedono risposte e giustizia, ma l’iter burocratico e le indagini potrebbero richiedere tempo.
Indagini e misure di sicurezza
La Procura ha prontamente avviato un’inchiesta per comprendere le cause dell’esplosione e stabilire eventuali responsabilità. Tre consulenti tecnici sono stati nominati per garantire un’analisi approfondita della situazione: un esperto in incendi e due specialisti in esplosivi. Questa decisione sottolinea la serietà con cui le autorità intendono affrontare il caso e garantire che simili incidenti non si ripetano in futuro.
Le indagini includeranno anche l’esame di una telecamera di sorveglianza, che ha ripreso il momento dell’esplosione. Le immagini saranno cruciali per la comprensione dell’accaduto e potranno fornire indizi sugli errori o sulle negligenze commesse. Inoltre, si valuterà se le pratiche di sicurezza in atto durante le operazioni di rifornimento siano state seguite correttamente dagli autisti e dai tecnici presenti al deposito.
Nei prossimi giorni, la comunità e le autorità si preparano non solo ad affrontare le conseguenze immediate dell’incidente, ma anche a esaminare attentamente le normative di sicurezza in vigore nel settore. La speranza è che si possa trarre esperienza da questa tragedia per prevenire future calamità e tutelare la sicurezza di tutti i lavoratori.