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dispensa Emilia compie 20 anni: aperti 50 locali e raggiunti 60 milioni di fatturato a Bologna

Dispensa Emilia, un nome che ha saputo farsi strada nella ristorazione italiana degli ultimi vent’anni, continua a innovare e crescere. Laudato per la sua offerta di piatti tipici emiliani, il brand è pronto a inaugurare il cinquantesimo ristorante a Ravenna e a espandere ulteriormente la sua presenza su scala nazionale. La cucina regionale, con i suoi classici come tigelle, gnocco fritto e insalate ricercate, ha trovato uno spazio significativo nel panorama gastronomico, distinguendosi per la qualità e l’atmosfera accogliente che offre.

Storia e crescita del brand

Fondato due decenni fa a Casalecchio di Reno, Dispensa Emilia ha iniziato il suo cammino proponendo piatti tipici emiliani in modo accessibile e veloce, con l’intento di rispondere a una domanda di ristorazione che unisse bontà e rapidità. Con l’apertura dei primi ristoranti nella provincia di Modena, la catena ha introdotto anche altri piatti della tradizione, conferendole un’impronta che unisce tradizione e modernità. Il concetto di “fast casual” è nato in un periodo in cui la ristorazione italiana non era ancora segnata dalla proliferazione delle catene, creando una nicchia che ha reso Dispensa Emilia un punto di riferimento.

Oggi il brand è presente in diverse regioni italiane, includendo Lombardia, Veneto, Piemonte, Toscana, Lazio e Campania, per un totale di 900 nuovi posti di lavoro creati nel settore. La gestione diretta dei locali, secondo quanto dichiarato dall’amministratore delegato Alessandro Medi, ha permesso all’azienda di mantenere la qualità artigianale dei piatti, segno distintivo della cucina emiliana. Tale approccio ha contribuito a un forte incremento del fatturato, che ha raggiunto i 49 milioni di euro nel 2023, con previsioni di avvicinarsi ai 60 milioni entro la fine del 2024.

La strategia di espansione

Con una crescita così significativa, Dispensa Emilia non ha intenzione di fermarsi. Il piano di espansione ambizioso prevede l’apertura di 10-15 ristoranti all’anno, mirati a consolidare la presenza nel Centro-Nord Italia. Le nuove aperture si posizioneranno lungo importanti arterie stradali, come la famosa Via Emilia e la Statale Romea, rendendo la ristorazione accessibile anche a chi viaggia. Le location saranno pensate sia in forma “stand alone”, sia all’interno di centri commerciali, per attrarre una clientela sempre più ampia.

Oltre al consolidamento nazionale, Dispensa Emilia guarda con interesse anche al Sud Italia e all’estero. In questo contesto, l’azienda sta valutando accordi di franchising e partnership che possano portare il suo formato caratteristico in nuove geografie. La strategia include anche l’idea di sviluppare ristoranti di dimensioni più contenute, orientati a inserirsi in centri commerciali di piccole dimensioni e nei centri storici, aumentando così la presenza sul mercato.

La proposta gastronomica e l’affidabilità del servizio

Dispensa Emilia ha costruito il suo prestigio su un’offerta gastronomica che combina piatti tipici dell’Emilia-Romagna con una commistione di qualità e prezzo contenuto. Con uno scontrino medio che si aggira tra i 10 e i 15 euro, il marchio si propone come un’alternativa valida per chi cerca un pasto gustoso senza compromettere il budget. La facilità di accesso e la rapidità del servizio rendono Dispensa Emilia un punto di riferimento non solo per i residenti, ma anche per i turisti e i viaggiatori in transito.

La missione di continuare a garantire i medesimi standard di qualità, anche con l’incremento dei prezzi e l’espansione, resta una priorità. L’adeguamento e la standardizzazione dei processi produttivi, uniti alla cura nella selezione degli ingredienti, sono elementi cruciali per mantenere l’identità e la reputazione del brand nel lungo termine.

Dispensa Emilia si appresta quindi a intraprendere un nuovo capitolo della sua storia, dimostrando che un concetto innovativo di ristorazione possa non solo prosperare, ma anche rivisitare e valorizzare la ricca tradizione culinaria del nostro Paese.

Marco Rossetti

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