Il tema delle competenze degli adulti in Italia è tornato al centro dell’attenzione nazionale con i nuovi dati forniti dall’indagine Piaac dell’Ocse. Questo studio, che ha coinvolto 31 paesi nel periodo 2022-2023, ha rivelato che l’Italia continua a faticare con punteggi decisamente sotto la media per literacy, numeracy e problem solving. L’analisi mette in luce un panorama poco incoraggiante che evidenzia il bisogno urgente di riforme efficaci nel settore dell’istruzione e della formazione.
L’analisi dei dati mostra un quadro preoccupante per gli adulti italiani, che si collocano abbondantemente sotto la media Ocse. In literacy gli italiani hanno totalizzato in media 245 punti, mentre in numeracy i punteggi sono stati di 244. Per quanto riguarda il problem solving adattivo, il risultato è ancor più allarmante con soli 231 punti. Questi punteggi evidenziano la necessità di interventi specifici per migliorare le competenze richieste nel mondo del lavoro.
La situazione relativa alla literacy è particolarmente disastrosa. Circa il 35% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio pari o inferiore al livello 1, rispetto a una media Ocse del 26%. Questo significa che un gran numero di adulti funge da citazioni per quanto riguarda le competenze letterarie; chi si colloca al livello 1, infatti, riesce a comprendere solo testi brevi e chiaramente organizzati. Una notizia positiva è che il 5% degli adulti italiani ha raggiunto i livelli più alti in literacy, rispetto al 12% della media Ocse, dimostrando che esistono individui capaci di interpretare testi complessi, ma questa fascia è in netta minoranza.
Anche in numeracy, il quadro non è roseo: il 35% degli adulti ottiene punteggi pari o inferiori al livello 1, contro una media Ocse del 25%. Coloro che raggiungono il livello 1 possono eseguire solo operazioni di base, come sommare e sottrarre numeri e riconoscere informazioni semplici in grafici o tabelle. Solo il 6% degli adulti italiani è classificato come high performer, in netto contrasto con la media Ocse che si attesta al 14%. Questa mancanza di competenze matematiche rappresenta un grave ostacolo nel mondo del lavoro dove sono sempre più richieste abilità analitiche.
L’aspetto più allarmante emerge nell’area del problem solving adattivo. Qui, il 46% degli adulti italiani ha ottenuto un punteggio al di sotto del livello 1, una cifra che supera la media Ocse del 29%. Ciò implica che una proporzione significativa della popolazione adulta è in grado di affrontare solo problemi estremamente semplici, con poche variabili e informazioni. La situazione è resa ancora più critica dal fatto che solo l’1% degli adulti italiani ha raggiunto una comprensione più profonda dei problemi, con una media Ocse che è doppia .
L’incapacità di migliorare le competenze negli adulti, nonostante le riforme e le iniziative intraprese nel corso degli anni, solleva interrogativi sul futuro della formazione e dell’istruzione in Italia. È evidente che un cambiamento radicale è necessario per affrontare questa crisi di competenze. Le istituzioni devono cercare nuovi approcci per garantire che le generazioni future abbiano accesso a un’istruzione di qualità e sviluppino le competenze richieste nel mondo del lavoro, evitando così di ripetere gli stessi errori.
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