Superbonus: 24 anni tasse e risparmi energetici per rientrare costi a Roma

Il Superbonus 110% ha raggiunto risultati significativi nella riqualificazione energetica, ma la Corte dei conti mette in discussione la sostenibilità economica e suggerisce una revisione delle detrazioni fiscali.
Superbonus: 24 anni tasse e risparmi energetici per rientrare costi a Roma - (Credit: www.ilsole24ore.com)

L’attuazione del Superbonus 110% si sta sviluppando in un contesto di crescente attenzione. Con obiettivi molto ambiziosi, il programma punta a riqualificare 35,8 milioni di metri quadrati entro la fine del 2025. Attualmente, i progetti inseriti nel ReGis ammontano a 60.756, corrispondenti a un valore di 13,73 miliardi di euro, e hanno già portato a un’efficienza di 17,58 milioni di metri quadrati, superando il target intermedio di 17 milioni a fine 2023. Tuttavia, i risultati non sono così positivi quando si considerano gli aspetti economici e la sostenibilità a lungo termine della misura.

L’analisi della Corte dei conti sul Superbonus

Nel suo ultimo rapporto, la Corte dei conti ha fornito un’analisi dettagliata dell’impatto economico del Superbonus, mettendo in luce il contrasto tra i successi evidenti nella riqualificazione energetica e le incertezze economiche. Secondo i dati provvisori dell’Enea, il tempo di ritorno dell’investimento per i beneficiari del Superbonus è stimato in ben 35 anni, il che significa che non si raggiungerà metà dell’investimento prima del 2057. Questo dato appare preoccupante, considerando che molti degli impianti e dei materiali incentivati, come caldaie e pompe di calore, hanno una vita utile ben inferiore. La Corte ha quindi espresso forti riserve sull’efficacia complessiva di questa misura, suggerendo che l’analisi costi-benefici non è favorevole.

Impatto sul PIL e sull’economia

L’aumento del settore edilizio tra il 2019 e il 2023 è notevole, con una crescita del 73% che ha contribuito a un incremento del PIL del 5,4%. Tuttavia, la Corte dei conti ha messo in discussione il reale contributo del Superbonus a questo aumento, complicando il calcolo del rientro fiscale. Secondo le stime di Bankitalia, approssimativamente il 27% degli interventi nel periodo considerato sarebbe comunque avvenuto, anche senza l’agevolazione fiscale. Di fronte a un costo lordo complessivo di 123,24 miliardi di euro, gli investimenti aggiuntivi grazie al Superbonus raggiungerebbero i 82,3 miliardi, con un impatto diretto sul PIL corrispondente.

Un nuovo schema di detrazioni per il futuro

Cresce la pressione affinché il Governo Meloni rimoduli la misura, rilevando che c’è una grande eterogeneità quanto a rapporti costi-benefici tra i diversi interventi. La Corte dei conti suggerisce un sistema di detrazioni differenziate, in cui le aliquote sarebbero tanto più elevate quanto più efficiente è l’intervento selezionato. Questo approccio potrebbe ottimizzare il ritorno dell’investimento, aiutando a indirizzare le risorse verso le iniziative più promettenti.

Affrontando lo scenario energetico del 2030, che richiede un significativo miglioramento della situazione attuale, la Corte avverte che l’impatto del Superbonus non è sufficiente per garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dal Piano nazionale energia e clima. La conclusione è chiara: malgrado gli enormi investimenti e le aspettative iniziali, è fondamentale rivedere le strategie per evitare un disallineamento tra costi e benefici nel lungo termine.