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Banco bpm, ora il destino è nelle mani dei francesi di Crédit Agricole a Milano

Il mondo della finanza è in continuo movimento e le vicende che coinvolgono grandi istituti di credito come Banco Bpm, Unicredit e Crédit Agricole ne sono un chiaro esempio. Gli sviluppi in atto mettono a confronto le strategie di acquisizione, gli schieramenti di potere e l’evoluzione dei titoli in borsa, con conseguenze che interessano gli investitori e l’intera economia. L’attenzione si concentra ora sull’offerta di Unicredit per Banco Bpm e sulla crescente influenza dei francesi di Crédit Agricole.

L’offerta di Unicredit e le sue criticità

Unicredit ha recentemente presentato un’offerta per il Banco Bpm, offrendo 0,175 azioni della propria società in cambio di ogni titolo della banca milanese. Questa proposta, originariamente valutata con un piccolo premio dello 0,5% rispetto all’ultimo giorno di negoziazione prima dell’annuncio del 25 novembre, ha visto il suo valore diminuire significativamente, scendendo di oltre il 13%. Questo calo indica la scarsa fiducia degli investitori nell’offerta, che è considerata troppo bassa, con gli analisti che stimano un controvalore di circa 10 miliardi di euro non all’altezza delle attese.

Il fallimento dell’offerta di Unicredit dimostra come la valutazione dei titoli sia complicata e influenzata da vari fattori. I mesi a seguire hanno visto il titolo di Banco Bpm in rialzo, aumentando del 16%, mentre Unicredit si è mosso molto più lentamente, con un incremento riscontrato solo nel 2%. Questa tendenza è riferita a un cambiamento nel modo in cui gli investitori percepiscono i due istituti: da una parte, l’offerta troppo riduttiva di Unicredit ha alimentato i dubbi, mentre dall’altra, l’entrata in scena di Crédit Agricole ha polverizzato le previsioni iniziali.

L’entrata di Crédit Agricole nel gioco

Crédit Agricole ha fatto irruzione nella battaglia per il controllo di Banco Bpm aumentando la sua partecipazione nel capitale. In precedenza, i francesi possedevano il 9,9% della banca italiana e ora hanno allargato la loro posizione acquisendo ulteriori azioni attraverso opzioni e contratti derivati, potendo arrivare fino al 19,9%. Questa mossa ha fornito un notevole slancio al titolo di Banco Bpm, regalando più resistenza all’operazione di Unicredit, costringendo quest’ultima a rivedere i propri piani.

La presenza di Crédit Agricole ha un duplice valore strategico: non solo ha contribuito a sostenere l’aumento del valore delle azioni, rendendo più complessa la vita a Unicredit, ma si sta anche formando un potenziale blocco di azionisti. Le sue azioni e alleanze potrebbero determinare l’esito delle offerte sul mercato, creando una coalizione capace di contrastare il tentativo di acquisizione da parte di Unicredit.

Le strategie di difesa di Banco Bpm

Con l’intensificarsi della battaglia per il controllo di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, il CEO, sta adottando misure per difendere la propria banca dalle mire di Unicredit. La principale strategia è la crescita del titolo in borsa, che rappresenta un’ottima difesa contro eventuali offerte ostili. Una potenziale offerta per il Monte dei Paschi di Siena, per esempio, pone delle insidie: una mossa di questo tipo necessiterebbe di un’assemblea straordinaria e potrebbe danneggiare il valore delle azioni di Banco Bpm, ostacolando così il processo di acquisizione.

Castagna ha l’opportunità di stringere alleanze con Crédit Agricole per creare un blocco di azionisti, il cui supporto sarebbe cruciale per rinforzare la posizione di Banco Bpm. Questa alleanza potrebbe rivelarsi decisiva per mettere da parte le ambizioni di Unicredit, ma richiede una gestione attenta delle partecipazioni e un buon dialogo con gli investitori.

I futuri sviluppi e i dettagli sull’offerta

Attualmente, Unicredit ha posto delle condizioni per la riuscita dell’offerta, delineando il raggiungimento di una partecipazione pari ad almeno il 66,7% del capitale di Banco Bpm. In alternativa, la banca potrà rinunciare a questo obiettivo, a patto di uscire dall’operazione completamente con una partecipazione non inferiore al 50%. Inoltre, Banco Bpm non dovrà modificare l’offerta su Anima, un altro importante tassello nel mosaico delle acquisizioni.

Un eventuale annuncio dell’offerta per Monte dei Paschi di Siena costringerebbe Banco Bpm a un confronto diretto con Unicredit e potrebbe spingere i titoli in ribasso, favorendo il processo di acquisizione dell’altra banca. Infine, si vocifera che la banca stia considerando l’ipotesi di un dividendo straordinario per rendere l’offerta di Unicredit meno attraente.

La posizione chiave di Crédit Agricole e le scelte da prendere

Dopo tutte queste mosse e manovre, l’ago della bilancia sembra pendere verso Crédit Agricole, chiamato ora a fare una scelta strategica. L’alleanza con il governo italiano e la capacità di stabilire accordi con Enti e organizzazioni potrebbero influenzare negativamente le ambizioni di Unicredit. Allo stesso tempo, Orcel dovrà decidere se rilanciare le proprie offerte, aumentando il capitale in gioco, o mantenere prudente il suo approccio.

Queste dinamiche non solo influenzano i titoli delle banche coinvolte, ma toccano anche la più ampia comunità economica e finanziaria, segnalando come le alleanze tra istituti di credito possano modellare significativamente il panorama bancario italiano. Chi si dimostrerà più abile a navigare in questo intricato gioco di potere avrà probabilmente la meglio nella corsa per il controllo del Banco Bpm.

Martina Georgi

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Martina Georgi

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