La recente approvazione del decreto Milleproroghe durante il Consiglio dei Ministri del 9 dicembre ha portato a una significativa proroga per la fatturazione elettronica nel settore sanitario. Fino al 31 marzo 2025, medici e dentisti non dovranno emettere fatture elettroniche direttamente ai pazienti: un provvedimento che segna una nuova tappa nel lungo dibattito tra esigenze normative e delicate questioni legate alla privacy.
Il divieto di emissione di fatture elettroniche dirette ai pazienti è ora prorogato di ulteriori tre mesi, permettendo ai sanitari di continuare a consegnare fatture cartacee. Questo rinvio è stato giustificato con motivazioni di tipo tecnico-amministrativo, legate all’attuale incapienza dei sistemi dell’Agenzia delle Entrate, che non riescono a garantire il rispetto delle normative sulla privacy. È attesa la pubblicazione ufficiale del provvedimento in Gazzetta Ufficiale, per comprendere con maggiore chiarezza le implicazioni di questa estensione. Questo rinvio rappresenta un deciso contrasto con l’auspicata transizione verso una maggiore digitalizzazione nel settore sanitario.
Tradizionalmente, dal 2019, è prassi che le proroghe per la fatturazione elettronica nel settore sanitario vengano decise all’ultimo momento e, stavolta, il termine fissato per questa misura è il 31 marzo 2025. Ciò vuol dire che i professionisti del settore continueranno a utilizzare metodi tradizionali, limitando ulteriormente i benefici legati a un sistema di fatturazione elettronica efficiente.
Il Governo ha accolto le istanze della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri . Il presidente, Filippo Anelli, ha sollecitato una proroga per il divieto di emissione di fatture elettroniche ai pazienti, sottolineando l’importanza di tutelare la gestione dei dati sulla salute in conformità alle normative vigenti in materia di protezione dei dati personali. La richiesta ha trovato terreno fertile, considerando l’attenzione delle autorità governative ai temi della salute e del rispetto delle normative europee.
Le problematiche legate alla fatturazione elettronica sono emerse in seguito a un intervento del Garante della Privacy, che aveva impresso in modo netto l’esigenza di proteggere i dati personali dei cittadini. Fatture emesse in modo elettronico avrebbero potuto compromettere questa riservatezza, complicando ulteriormente una situazione già di per sé complessa e delicata. È quindi fondamentale che i medici e gli odontoiatri abbiano la possibilità di operare in un contesto di sicurezza, senza il rischio di subire sanzioni o di mettere a rischio la privacy dei pazienti.
È importante chiarire che la proroga riguarda esclusivamente le fatture per prestazioni sanitarie dirette ai pazienti. Altri ambiti, come le fatturazioni per collaborazioni tra odontoiatri e igienisti dentali agli studi, oppure quelle relative ai dispositivi protesici emesse dai laboratori odontotecnici, non sono incluse in questa estensione e devono essere necessariamente elettroniche. Esse devono rispettare le procedure del Sistema di Interscambio dell’Agenzia delle Entrate, il quale gestisce tutte le fatture digitali emesse in Italia.
Questa complessità normativa rende ancora più difficile la gestione operativa quotidiana per i professionisti sanitari, che devono navigare tra diverse normative e requisiti. La fatturazione elettronica, sebbene considerata come un passo necessario verso la modernizzazione del settore, si scontra con la pratica e le abitudini consolidate dei medici, i quali devono fronteggiare anche l’opposizione dei pazienti all’invio dei dati al Fascicolo Sanitario Elettronico.
Oltre alla proroga sulla fatturazione elettronica, il decreto Milleproroghe ha proposto un insieme di misure per fronteggiare la cronica carenza di personale medico e infermieristico all’interno del Servizio Sanitario Nazionale. Fino al 31 dicembre 2025, le strutture pubbliche potranno reclutare medici specializzandi, già dal secondo anno, per incarichi a tempo determinato, conferendo anche incarichi individuali, anche a specializzandi negli ultimi due anni di corso.
Queste misure rappresentano una risposta concreta alla crescente domanda di assistenza sanitaria, nonché un tentativo di risolvere le criticità legate alla scarsità di personale qualificato. Un aspetto fondamentale del decreto riguarda anche lo scudo penale per i medici, che viene esteso di un anno, offrendo una copertura giuridica in caso di dolo o colpa grave, per garantire ai professionisti della salute una maggiore serenità nell’esercizio della loro professione.
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