Nel panorama migratorio europeo, la situazione dei richiedenti asilo continua a evolversi. Nella prima metà del 2024, l’Unione Europea ha registrato circa 449mila richieste di asilo, una cifra che segna una diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il 2023 ha visto oltre un milione di richieste, evidenziando una crescita significativa rispetto agli anni passati. Questo articolo offre uno sguardo dettagliato sui dati relativi ai richiedenti asilo, le nazionalità di provenienza e le sfide del sistema di accoglienza.
Nella prima metà del 2024, le statistiche mostrano un abbassamento delle richieste di asilo rispetto ai 475mila ottenuti nello stesso periodo del 2023. Tuttavia, l’anno scorso ha segnato un record, con oltre un milione di richiedenti asilo, registrando un incremento del 20% rispetto all’anno precedente. La Germania si conferma il principale Paese per accoglienza, con circa 329mila domande. Seguono Spagna e Francia, mentre l’Italia occupa il quartoposto. A fronte di queste domande, l’Unione Europea ha garantito protezione a circa 409.500 persone nel 2023, un numero che, sebbene significativo, ha mancato l’obiettivo di resettlement, previsto per quasi 16mila individui, accogliendone solo 14.035.
Un elemento chiave nella statistica dei richiedenti asilo è l’origine etnica. La Siria continua a fornire il maggior numero di domande, con circa 183mila richieste nel 2023, seguita dall’Afghanistan con 101mila. La situazione è differente per l’Italia, dove i siriani rappresentano una percentuale molto bassa, meno del 2%, dei richiedenti asilo. Negli arrivi via mare, i siriani occupano il secondo posto, dopo i bangladesi, in un contesto più ampio che ha visto circa 63.664 sbarchi. Si osserva anche un aumento della preoccupazione per una possibile nuova ondata di profughi a causa della situazione instabile in Siria. Lunedì scorso, diversi Paesi europei, inclusa l’Italia, hanno congelato le procedure di esame delle domande presentate dai siriani, nonostante la Siria non sia classificata tra i 19 Paesi considerati “sicuri” secondo le normative italiane.
La Fondazione Migrantes ha emesso un giudizio severo sul sistema di accoglienza italiano, definendolo “frammentato, grossolano e iniquo“. Attualmente, circa 138mila tra richiedenti asilo, rifugiati e migranti sono ospitati, con un’ampia maggioranza, 100mila, collocata in centri di prima accoglienza e CAS. Il restyling del Sistema di Accoglienza e Integrazione è stato criticato per il suo approccio marginale e per il fatto che le adesioni siano su base volontaria per i Comuni. In aggiunta, la politica di accoglienza si concentra su un modello emergenziale e securitario, creando nuovi hotspot e centri di permanenza per il rimpatrio, che tendono ad allontanare i migranti dai centri urbani. Il decreto Cutro ha introdotto procedure accelerate di frontiera, ma è stato contestato da più parti per le sue implicazioni sui diritti umani.
Nel primo semestre dell’anno, l’Italia ha visto un significativo aumento delle domande di protezione, con 109mila richieste, registrando un incremento del 32% rispetto allo stesso periodo nel 2023. Interessante notare che tra i dieci principali Paesi di provenienza dei richiedenti asilo ci sono quattro nazioni classificate tra le più violente secondo il Global Peace Index: Pakistan, Burkina Faso, Mali e Nigeria. Dall’inizio dell’anno, le commissioni territoriali per l’asilo hanno valutato circa 37.400 richieste, concedendo solo 3mila status di rifugiato e 5mila protezioni sussidiarie. I dinieghi, che toccano il 62% delle domande esaminate, rivelano una crescita allarmante, suggerendo preoccupazioni circa la gestione e l’efficacia del sistema di accoglienza.
Nei primi otto mesi del 2024, si è registrato un abbassamento dei flussi irregolari di migranti che attraversano il Mediterraneo, con una diminuzione del 39% rispetto allo stesso periodo del 2023. Tuttavia, tale calo contrasta con l’aumento dei flussi provenienti da rotte alternative, come quelle attraverso l’Africa occidentale verso le Canarie, che hanno visto un incremento del 123%. Uno scenario preoccupante si osserva nel Mediterraneo centrale, dove il numero di migranti deceduti in mare sta crescendo. La stima delle vittime ha raggiunto 1.342, con un rapporto di un decesso ogni 40 arrivi, un incremento rispetto agli anni precedenti. La Guardia costiera libica ha riportato un alto numero di fermi, con 16.220 intercettati da gennaio a agosto 2024, evidenziando un’operazione di detrattamento nei confronti di migranti e rifugiati in fuga da situazioni precarie.
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