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Affitti brevi e B&B a Roma: regolamentazione e tasse da conoscere

Con l’approccio del nuovo anno, il settore degli affitti brevi a Roma si appresta ad affrontare cambiamenti significativi, tanto in ambito fiscale quanto in materia di sicurezza. La rubrica “Facciamo due conti” dell’Istituto Nazionale Esperti Contabili, in collaborazione con Withhub, si concentra su queste novità, fornendo un quadro chiaro per i proprietari e i gestori di strutture ricettive. A partire da gennaio 2024, i privati che mettono a disposizione appartamenti su piattaforme come Airbnb si troveranno a dover far fronte a nuove normative per garantire conformità e sicurezza.

Regime fiscale per gli affitti brevi: la cedolare secca al 21%

Dal 1 gennaio 2024, i privati che affittano appartamenti con contratti brevi su piattaforme digitali devono versare una cedolare secca del 21% sul canone di locazione. Questa misura si applica solo a quei soggetti che non affittano abitualmente più di cinque proprietà. Ad esempio, un proprietario di un appartamento a Roma che affitta per 3.000 euro al mese tramite Airbnb si troverà a dover versare 630 euro, che verranno trattenuti direttamente dalla piattaforma e inviati all’Agenzia delle Entrate.

Oltre alla ritenuta fiscale, i proprietari dovranno considerare anche le commissioni di Airbnb, che oscillano tra il 3% e il 5%. Un altro aspetto importante è la tassa di soggiorno, stabilita a 3,5 euro per notte per ogni persona ospitata a Roma. È importante notare che nel caso in cui il soggiorno superi i 10 giorni, si potrà richiedere una dichiarazione al soggiornante per limitare l’imposta ai primi dieci giorni. È fondamentale per i proprietari essere consapevoli di questi dettagli per evitare sanzioni e garantire una gestione corretta delle locazioni.

Bed & Breakfast occasionali: dettami sulla partita Iva

Un’importante novità riguarda i bed & breakfast gestiti in modo occasionale, che, secondo una recente sentenza della Corte di giustizia tributaria del Friuli Venezia Giulia, possono essere considerati attività non imprenditoriali. La Corte ha stabilito che un B&B operante saltuariamente e conforme alle leggi regionali non richiede l’apertura di una partita Iva, evitando così agli operatori l’obbligo di rispettare le normative fiscali e contabili proprie delle attività imprenditoriali.

Felice Colonna, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, ha chiarito che questo passaggio è un importante riconoscimento delle peculiarità dell’attività di B&B, offrendo un’ulteriore opportunità a coloro che desiderano affittare occasionalmente stanze nella propria abitazione senza incorrere in oneri eccessivi.

Il Codice Identificativo Nazionale: cosa sapere

A decorrere dal 2 novembre 2024, è stata introdotta l’obbligatorietà del Codice Identificativo Nazionale per tutte le strutture ricettive e per gli affitti brevi. Questo codice, che deve essere richiesto attraverso il portale telematico della Banca dati nazionale delle strutture ricettive, rappresenta un passo importante verso una maggiore trasparenza nel settore. Il CIN deve essere esposto in modo chiaro e visibile sia da parte di chi gestisce strutture alberghiere che da chi affitta immobili a fini turistici.

Varie categorie sono obbligate ad effettuare richiesta e a esporre il CIN, tra cui i gestori di strutture alberghiere e extralberghiere, così come i locatori di immobili ad uso abitativo. Coloro che già possiedono un codice identificativo regionale o provinciale prima della scadenza avranno 120 giorni di tempo per richiederlo, mentre chi ottiene un nuovo codice avrà un termine di 30 giorni dalla ricezione per seguire la prassi burocratica.

Sicurezza negli affitti brevi: nuove normative in arrivo

Un ulteriore aspetto cruciale per chi gestisce affitti brevi è rappresentato dalle nuove norme di sicurezza introdotte dal decreto legge 145/2023. I gestori sono tenuti a garantire che gli immobili destinati a locazioni turistiche siano dotati di dispositivi di sicurezza adeguati. Secondo Salvatore Baldino, consigliere d’amministrazione della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, le strutture devono avere rilevatori di gas combustibili e monossido di carbonio, così come estintori ben visibili e facilmente accessibili.

Gli immobili che non presentano impianti a gas non sono obbligati ad installare i rilevatori, e in caso di mancato rispetto delle normative si potrebbero incorrere in sanzioni amministrative severe. Le multe previste per l’assenza di rilevatori di gas o di estintori possono variare da 600 a 6.000 euro per ciascuna violazione accertata. Queste misure non solo mirano a garantire la sicurezza degli ospiti, ma anche a responsabilizzare i gestori nell’offrire un servizio conforme agli standard di sicurezza previsti.

Con l’entrata in vigore di queste normative, è più che mai fondamentale per i gestori di affitti brevi e bed & breakfast rimanere aggiornati e adempiere agli obblighi richiesti per evitare problematiche legali e garantire un’accoglienza sicura e professionale.

Laura Conti

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