Airbnb: case a Roma usate come call center per truffe, arrestati due italiani

Le autorità di Belgio e Olanda hanno recentemente compiuto un’importante operazione che ha portato all’arresto di otto individui coinvolti in una sofisticata rete di truffe telefoniche. Questa azione è stata coordinata da Europol ed è scaturita da un’indagine iniziata nel 2022. Gli arrestati erano parte di un’organizzazione criminale che utilizzava appartamenti affittati su Airbnb come base per operare call center illegali, messi in piedi all’insaputa dei proprietari.

Piani criminali e indagini congiunte

L’indagine ha preso avvio in Belgio nel 2022, quando le autorità hanno notato anomalie legate a truffe telefoniche di massa. In particolar modo, le forze di polizia belghe si sono concentrate su uno degli individui principali, di nazionalità olandese. Questo ha spinto l’Olanda a intraprendere le proprie investigazioni nel 2023. A seguito di queste prime analisi, è stata creata una task force operativa che ha operato in sinergia con Europol per monitorare le attività della gang.

Nei mesi seguenti, gli investigatori hanno raccolto prove cruciali che hanno portato a irruzioni e perquisizioni simultanee nei due paesi la scorsa settimana. Quattro membri della gang sono stati tratti in arresto in Belgio mentre gli altri quattro sono stati fermati in Olanda. L’operazione non ha solo portato all’arresto dei sospetti, ma ha anche visto il sequestro di diversi dispositivi elettronici, un’importante quantità di denaro in contante, armi da fuoco, gioielli e prodotti di lusso. Le forze di polizia hanno agito in modo deciso, dimostrando l’impegno nella lotta contro la criminalità organizzata.

Il modus operandi della gang

Il centro operativo della gang si trovava in Olanda, dove gli appartenenti hanno affittato appartamenti di lusso tramite Airbnb, utilizzati poi per allestire i loro call center. Questa strategia non solo consentiva di nascondere le loro attività, ma anche di condurre le truffe in un ambiente apparentemente legittimo. La tecnica principale adottata era il vishing, ovvero il voice phishing, una forma di truffa telefonica in cui i malintenzionati si spacciavano per dipendenti di enti bancari o di team anti-frode.

Le vittime, credendo di essere realmente in contatto con rappresentanti ufficiali, venivano indotte a rivelare informazioni sensibili. Spesso erano contaminati con messaggi SMS, email o comunicazioni su WhatsApp, che contenevano link a siti di phishing. Queste pagine web ingannevoli erano progettate per apparire autentiche, permettendo ai cybercriminali di raccogliere le credenziali bancarie delle vittime.

Grazie a queste informazioni, i truffatori sono stati in grado di accedere ai conti correnti delle loro vittime, sottraendo milioni di euro. Le loro azioni hanno colpito una vasta gamma di persone in almeno dieci paesi europei, dimostrando l’ampiezza della loro operatività illecita.

Il profilo dei trasgressori

I membri della gang, grazie ai profitti illeciti ottenuti dalle loro attività, non si sono limitati a condurre una vita clandestina. Al contrario, hanno investito i guadagni in beni di lusso, come orologi costosi e abiti firmati. Sono stati visti festeggiare in club esclusivi e prenotare vacanze sfarzose. Questa ostentazione di ricchezze ha contribuito a far emergere il loro profilo criminale, rendendo più facile per le autorità seguirne le tracce.

L’operazione ha avuto un eco significativo non solo tra le forze dell’ordine, ma anche nel pubblico, attirando l’attenzione sulla crescente minaccia delle truffe telefoniche e sull’importanza di una vigilanza costante. Le autorità sperano che il lavoro congiunto tra Belgio e Olanda possa servire da deterrente per futuri reati e contribuire alla protezione dei cittadini da queste inganni.