Calenzano, CARRELLO SOLLEVATO vicino alla nube di vapore dei carburanti SCOPPIO

L’esplosione al deposito Eni di Calenzano ha causato cinque vittime, sollevando preoccupazioni sulla sicurezza e avviando indagini per chiarire le dinamiche dell’incidente e le eventuali responsabilità.
Calenzano, CARRELLO SOLLEVATO vicino alla nube di vapore dei carburanti SCOPPIO - (Credit: www.open.online)

La recente esplosione al deposito Eni di Calenzano ha sollevato preoccupazioni non solo tra la popolazione locale, ma anche tra le autorità inquirenti, pronte a fare luce su incidenti di questo tipo. Con un sopralluogo previsto per lunedì prossimo, si avviano accertamenti e perizie per ricostruire le dinamiche che hanno portato a questa tragedia, che ha avuto come risultato la perdita di cinque vite umane.

La dinamica dell’esplosione e gli interventi di manutenzione

La mattina dell’incidente, il deposito Eni stava eseguendo due interventi di manutenzione. Il primo riguardava la pensilina numero 7, che si occupava della condotta di alimentazione per il rifornimento di carburante ai camion. Il secondo intervento si concentrava sulla riparazione di due raccoglitori di vapori, uno di dimensioni considerevoli e l’altro più piccolo, localizzati nella corsia 6, attivamente coinvolta nell’esplosione. Fonti della questura, riprese dall’agenzia Ansa, hanno evidenziato come il macchinario utilizzato per sollevare un carrello contemporaneamente alla formazione di una nube di vapori di carburante possa aver contribuito all’innesco dell’esplosione.

Diversi testimoni oculari hanno confermato la presenza di fumi tossici, in corrispondenza con il primo video amatoriale che documenta l’incidente. Questa evidenza visiva potrebbe rivelarsi cruciale per gli inquirenti nel determinare la sequenza degli eventi che hanno preceduto l’esplosione. Gli esperti si concentrano così sull’interazione tra le operazioni di manutenzione e le circostanze immediate che hanno portato all’accaduto.

Le indagini e il ruolo della Procura

Gli investigatori sono al lavoro per raccogliere documenti e atti rilevanti, tra cui i piani di sicurezza esterni al deposito Eni, disponibili presso gli enti responsabili della vigilanza e della sicurezza nei luoghi di lavoro ad alto rischio. La Procura esaminerà la congruità di questi documenti confrontandoli con il piano di sicurezza interno adottato dall’azienda. Questo passaggio diventa fondamentale, poiché eventuali discrepanze potrebbero far emergere delle responsabilità.

Un sopralluogo è già fissato per lunedì alle 10:30, dove sarà condotta una perizia sui diversi apparati industriali. È previsto un esame dettagliato dei danni alle carcasse degli impianti e dei mezzi coinvolti nell’incidente, affinché i tecnici possano raccogliere tutte le informazioni necessarie per individuare eventuali negligenze e responsabilità chiarite.

Procedura per il rilascio delle salme delle vittime

Nel frattempo, le salme delle cinque vittime dell’esplosione rimangono custodite presso l’istituto di Medicina legale di Careggi. Nonostante le autopsie siano state già completate, le autorità hanno deciso di mantenere i corpi a disposizione per ulteriori esami. Tuttavia, è attesa una restituzione alle famiglie già nella prossima settimana. Questo segnale potrebbe rappresentare un passo importante verso la chiusura di una fase tragica e dolorosa per i cari delle vittime.

Un evento di questo tipo solleva interrogativi e preoccupazioni non solo per la sicurezza dei lavoratori, ma anche per l’intera comunità circostante. La collaborazione tra autorità, esperti e la stessa azienda Eni sarà fondamentale per garantire che simili episodi non si ripetano in futuro.