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Ecco cosa e come mangeremo nel 2050: addio a carne, formaggio, cioccolato e caffè a Milano per decisione del governo italiano

Immaginate di sedervi a tavola nel 2050. I piatti che troverete saranno radicalmente diversi da quelli a cui siamo abituati oggi. L’ebook “Cibo2050”, frutto del lavoro congiunto di 15 esperti di diversi settori, prevede una trasformazione senza precedenti nel modo in cui ci nutriamo. L’Osservatorio CirFood District, coordinato da CirFood, una delle principali realtà italiane nel campo della ristorazione collettiva, si lancia in questa previsione, facendo emergere un futuro che guarda con particolare attenzione all’ambiente, alla salute e alla tecnologia.

Riconsiderare le fonti proteiche

Una delle trasformazioni più significative riguarderà le fonti di proteine. Le proteine animali, in particolare carne e latticini, vedranno un cambiamento sostanziale. Non ci si aspetta un’immediata scomparsa di questi alimenti, bensì un’erosione graduale conforme alle crescenti preoccupazioni riguardanti l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi. Le alternative più sostenibili, quali legumi, alghe e “novel food”, cominceranno a prendere piede. Queste nuove fonti proteiche non solo promettono di essere più rispettose dell’ambiente, ma anche di contribuire al benessere umano.

Affiancando questa transizione, sarà fondamentale preservare i valori nutrizionali della tradizionale dieta mediterranea, sostituendo i tipi di proteine senza compromettere il gusto e le tradizioni culinarie. Diventerà sempre più comune un’alimentazione basata su ingredienti vegetali, in un contesto in cui le persone diventeranno più consapevoli della qualità e dell’origine dei cibi.

Un addio al junk food

Il junk food, un tempo onnipresente nelle abitudini alimentari, avrà una progressiva e definitiva scomparsa dalle tavole nel 2050. La consapevolezza dei consumatori al riguardo aumenterà, portandoli a escludere i cibi ultra-processati, ricchi di zuccheri e poveri di nutrienti. La qualità degli alimenti diventerà un aspetto centrale; i consumatori vorranno conoscere non solo la composizione, ma anche il processo di produzione. In questo contesto, i produttori e i ristoratori dovranno adattarsi a questa nuova realtà, offrendo opzioni più salutari e genuine per rimanere competitivi.

Inoltre, l’attenzione ai cibi freschi e locali crescerà, e la familiarità con il concetto di “filiera corta” sarà consolidata. I consumatori cercheranno di supportare pratiche alimentari più sostenibili ascoltando sempre di più ciò che i propri corpi richiedono, alla ricerca di ingredienti nutrienti e di qualità.

L’era delle alternative: caffè e cacao

Due tra i cibi più iconici e amati delle nostre tavole, caffè e cacao, potrebbero subire trasformazioni profonde. La crescente pressione derivante dai cambiamenti climatici minaccia la produzione di questi alimenti, rendendo la loro disponibilità e il costo sempre più imprevedibili. Tuttavia, gli esperti offrono uno spiraglio di speranza, suggerendo alternative e pratiche di coltivazione più sostenibili.

Per il cacao, l’uso di piante come il carrubo potrebbe diventare una soluzione praticabile per produrre un sostituto del cioccolato, dimostrando che l’innovazione può offrire risposte valide senza rinunciare ai sapori tradizionali. Il caffè potrebbe non scomparire, ma la sua modalità di produzione cambierà, spingendo i produttori a investire in metodi che tutelino l’ambiente.

Tecnologia e personalizzazione nel consumo alimentare

Il panorama dei luoghi di consumo alimentare subirà una vera e propria metamorfosi. Ristoranti, mense e caffetterie diventeranno spazi altamente tecnologici, dove l’esperienza di mangiare si integra con l’innovazione. L’uso di Big Data aiuterà a monitorare le abitudini alimentari e a ridurre gli sprechi, mentre l’intelligenza artificiale sarà utilizzata per ottimizzare le quantità e le tipologie di cibi offerti.

Questa evoluzione non riguarderà solo la gestione, ma anche l’interazione con i clienti. Le preferenze alimentari personali saranno sempre più ascoltate e soddisfatte, permettendo di personalizzare le esperienze gastronomiche in modo unico. La sperimentazione in questo ambito regalerà nuove opportunità ai consumatori, rendendo ogni pasto non solo un atto di nutrizione ma anche una occasione per esplorare l’innovazione culinaria e il rispetto per l’ambiente.

Giulia Martini

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