In carcere dopo la conferma della Cassazione IL PROFESSORE MARCO BIANCHI che violentò una STUDENTESSA a Milano

Un ex professore di filosofia di Pontedecimo è stato arrestato e condannato a 11 anni per abusi su una studentessa, evidenziando la vulnerabilità delle giovani e la necessità di protezione.
In carcere dopo la conferma della Cassazione IL PROFESSORE MARCO BIANCHI che violentò una STUDENTESSA a Milano - (Credit: genova.repubblica.it)

L’arresto di un ex professore di filosofia ha suscitato un notevole scalpore a Pontedecimo, un’area del ponente genovese. L’uomo, di 55 anni, è stato colpito da una condanna definitiva di 11 anni e tre mesi per aver abusato di una sua allieva. I fatti sono stati confermati dalla Corte di Cassazione, portando l’ex docente in custodia cautelare presso un carcere femminile, precisamente in una sezione dedicata ai reati sessuali. La vicenda mette in luce una dinamica complessa di sfruttamento e manipolazione che ha avuto come vittime due giovani con fragilità.

Dettagli del caso e sviluppo delle indagini

Il caso ha avuto origine da una denuncia presentata dalla madre di una delle studentesse, assistita dall’avvocato Vincenzo Lagomarsino, ai carabinieri. Inizialmente, l’accusa indicava il professore come responsabile di abusi nei confronti di due ragazze. Tuttavia, nel corso del processo, è emerso che solo una delle due allieve era stata effettivamente vittima delle sue azioni. Per l’altra, l’accusa è stata archiviata a causa della mancanza di querela.

Secondo le indagini condotte dal pm Gabriella Dotto, il professore avrebbe manipolato le giovani, offrendo loro alcool e droghe leggere prima di abusare di una di loro. Le indagini hanno messo in evidenza come l’uomo avesse conosciuto le ragazze all’interno dello sportello psicologico della scuola. Questo aspetto ha ulteriormente aggravato la situazione, rivelando una dinamica di fiducia infranta. Le fragilità delle sue allieve sono state sfruttate dall’ex docente, che ha approfittato della loro vulnerabilità per compiere atti illeciti.

La difesa del docente e le dichiarazioni in aula

L’ex professore, assistito dagli avvocati Matteo Mezzapesa e Andrea Vernazza, ha sempre negato le accuse. In sede di interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari, ha ammesso di aver avuto relazioni affettive con una studentessa, sostenendo che si trattava di una “relazione alla luce del sole, di cui anche la madre era a conoscenza”. Tuttavia, ha respinto con fermezza le accuse di aver indotto la ragazza a consumare sostanze stupefacenti per abusarne.

L’uomo ha inoltre rigettato qualunque tipo di approccio sessuale nei confronti dell’altra allieva. Nonostante le sue affermazioni, l’indagine ha messo in relazione questi fattori all’interno di un contesto critico, in cui una figura di autorità ha sfruttato il proprio ruolo per manipolare delle giovani vulnerabili. Le evidenze raccolte nel corso delle indagini hanno costretto il tribunale a prendere una posizione ferma contro di lui.

L’importanza della tutela delle vittime

Questa vicenda rappresenta un episodio di rilevanza sociale e giuridica all’interno del dibattito sui diritti delle vittime di abusi. La Corte ha dimostrato che è possibile perseguire tali reati anche nei casi che coinvolgono una dinamica di fiducia tra l’insegnante e gli alunni. Inoltre, il caso ha sollevato interrogativi sulle misure di protezione e supporto per le giovani vulnerabili, affinché simili situazioni non si ripetano in futuro.

Le autorità sono chiamate a riflettere sulla necessità di potenziare i sistemi di sostegno alle vittime e garantire che figure di autorità come insegnanti agiscano sempre nell’interesse del bene degli studenti. Occorre quindi un impegno collettivo per sostenere le vittime e prevenire abusi come quello di Pontedecimo, affinché la comunità scolastica possa essere un ambiente più sicuro per tutti.