“«Lo stagista», la manager della felicità Paola Baravalle trasforma il luogo di lavoro in 60 secondi – Podcast a Milano”

Il podcast “Lo Stagista” esplora il ruolo dei chief happiness officer in Italia, evidenziando l’importanza del benessere dei dipendenti per migliorare produttività e soddisfazione lavorativa.
"«Lo stagista», la manager della felicità Paola Baravalle trasforma il luogo di lavoro in 60 secondi - Podcast a Milano" - (Credit: www.open.online)

Il mondo del lavoro sta subendo una trasformazione significativa, con il concetto di benessere come elemento cruciale per migliorare la produttività e la soddisfazione dei dipendenti. Nella recente puntata del podcast “Lo Stagista“, il conduttore Filippo Grondona ha avuto l’opportunità di intervistare Paola Baravalle, una delle prime chief happiness officer in Italia. Il focus è stato posto sull’importanza di creare un ambiente lavorativo positivo e sulle sfide che il nostro Paese deve affrontare.

Chi sono i chief happiness officer

Il termine chief happiness officer è relativamente nuovo, ma già sta guadagnando terreno nel panorama aziendale italiano. Paola Baravalle, con un’ampia esperienza nel mondo delle multinazionali, spiega che in Italia esistono attualmente circa 400 professionisti con questo ruolo. Ma in cosa consiste realmente il lavoro di un chief happiness officer? Non si tratta solo di promuovere il buonumore o di organizzare eventi divertenti, ma di affrontare questioni più profonde legate alla cultura aziendale e al benessere dei dipendenti. Questi professionisti utilizzano le neuroscienze e la scienza della felicità per comprendere come migliorare l’interazione tra le persone all’interno dell’azienda.

Le competenze richieste vanno oltre la mera gestione delle risorse umane. Un chief happiness officer deve essere in grado di leggere le dinamiche del gruppo e saper proporre cambiamenti che possano favorire una maggiore partecipazione e coinvolgimento da parte dei dipendenti. Il loro obiettivo è rendere il lavoro un’esperienza gratificante e stimolante, contribuendo così a risultati più efficaci per l’azienda.

La situazione del lavoro in Italia

Nonostante l’emergere di questo nuovo ruolo, la situazione lavorativa in Italia è tutt’altro che rosea. Paola Baravalle sottolinea che ben il 92% dei dipendenti non si sente soddisfatto del proprio lavoro. Molti lavoratori si sentono come oggetti passivi, soggetti a pressioni che li portano a non esprimere il massimo potenziale. In questo contesto, i chief happiness officer diventano figure fondamentali per creare un ponte tra le esigenze aziendali e il benessere dei dipendenti.

Baravalle evidenzia che ci sono molte aziende guidate da chief happiness officer che registrano una crescita significativa. La spiegazione è semplice: un team che sta bene tende a funzionare meglio, generando risultati positivi. La chiave del successo sta nel creare un ambiente dove le persone si sentono valorizzate e parte attiva dell’organizzazione.

Come diventare chief happiness officer

Per coloro che desiderano intraprendere la carriera di chief happiness officer, Paola Baravalle consiglia di acquisire competenze in alcuni ambiti specifici. Tra questi si trovano la trasformazione culturale, la leadership positiva e la leadership partecipativa. La formazione ha un ruolo centrale in questo processo, e Baravalle ha sviluppato un percorso di nove mesi in forma ibrida, offerto dall’azienda 2BHappy, dove lavora.

Chi completa questo programma ottiene un certificato che ufficializza le capacità di rendere la felicità un elemento centrale nella strategia organizzativa. Il futuro del lavoro, secondo Baravalle, necessiterà sempre più di professionisti capaci di integrare la dimensione del benessere in ogni aspetto dell’attività aziendale. La sfida è aperta, e la valorizzazione delle risorse umane diventa un passaggio essenziale per le aziende intenzionate a prosperare in un mercato sempre più competitivo.

Questa puntata del podcast “Lo Stagista“, disponibile a partire dal 13 dicembre 2024, rappresenta un’importante occasione per riflettere su come la cultura della felicità possa essere un fattore chiave per il cambiamento e la crescita nelle organizzazioni italiane.