Sciopero di 24 ore oggi: trasporti e Rai coinvolti

Oggi in Italia si svolge uno sciopero generale indetto dall’Usb, con manifestazioni a Roma e Milano, per protestare contro salari insufficienti e politiche governative che minacciano i diritti dei lavoratori.
Sciopero di 24 ore oggi: trasporti e Rai coinvolti - (Credit: www.repubblica.it)

Sotto i riflettori della cronaca, una grande giornata di protesta si sta svolgendo oggi in diverse città italiane, in particolare a Roma e Milano, con uno sciopero generale indetto dal sindacato Usb. Questa mobilitazione coinvolge un’ampia gamma di lavoratori, dai giornalisti della Rai al personale delle sanità e della scuola, dalla pubblica amministrazione alle aziende private, fino al trasporto pubblico, ad eccezione di quello aereo. La rabbia dei manifestanti si è intensificata dopo che il Tar del Lazio ha bloccato l’ordinanza del vicepremier Matteo Salvini, che cercava di limitare la durata dello sciopero.

Motivi dello sciopero: salari e diritto di sciopero in discussione

La manovra fiscale in discussione alla Camera dei Deputati è al centro delle problematiche sollevate dai lavoratori dell’Usb. Secondo il sindacato, i salari non stanno seguendo il passo dell’inflazione, causando una perdita di potere d’acquisto drammatica in un contesto economico già difficile. Le polemiche riguardano anche l’esiguo aumento di tre euro previsto per le pensioni minime, che i rappresentanti dell’Usb considerano offensivo per i pensionati italiani. Altre questioni critiche riguardano l’aumento vertiginoso degli affitti e la mancanza di nuove costruzioni di case popolari, che aggravano la situazione di chi già vive in condizioni precarie.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso pare essere anche il crescente precariato, gli appalti e il crescente carico di lavoro che grava sui dipendenti pubblici. L’Unione sindacale di base ha lanciato accuse forti contro i sindacati confindustriali, che sarebbero compiacenti con il governo, firmando accordi che danneggiano i lavoratori, mentre si tenta di mostrare una facciata di concessione. L’Usb chiede quindi attenzione alle loro esigenze e rivendica il diritto di manifestare per una miglior qualità della vita lavorativa.

La protesta si concretizza: manifestazioni e orari del servizio

L’azione di sciopero ha preso avvio proprio nella serata di ieri, con i primi effetti visibili nel servizio ferroviario, che ha cominciato a registrare cancellazioni e ritardi. Le manifestazioni principali si svolgeranno in contemporanea a Milano e Roma, partendo rispettivamente da Porta Venezia e Piazzale Tiburtino alle ore 10. A Milano, il servizio di metropolitana sarà garantito solo in fasce protette.

Per quanto riguarda il trasporto ferroviario, Trenitalia ha avvisato gli utenti che lo sciopero potrà avere un impatto significativo sulla circolazione, con cancellazioni che interesseranno Frecce, Intercity e treni regionali, rendendo cruciale informarsi in anticipo sulla regolarità dei viaggi.

Nel trasporto urbano di Roma, le fasce protette permetteranno un funzionamento limitato della metro e degli autobus, assicurando tuttavia un servizio durante gli orari di punta.

Rimborsi e diritti dei viaggiatori: cosa sapere

In caso di ritardi o cancellazioni, i viaggiatori si chiedono come richiedere un rimborso. Trenitalia ha reso chiaro che è possibile chiedere il rimborso fino all’ora di partenza prevista per i treni Intercity e Frecce, mentre per i treni Regionali la scadenza è fissata alle 24 ore precedenti lo sciopero. Coloro che decidono di rinunciare al viaggio possono inoltrare richieste attraverso il sito di Trenitalia, recandosi in biglietteria o contattando il call center.

Importante sapere che nella fase di sciopero, alcuni treni possono continuare a viaggiare se già in movimento al momento dell’inizio della protesta, ma potrebbero fermarsi nelle stazioni precedenti se non possono raggiungere la destinazione finale entro un’ora dall’inizio dell’agitazione.

Il pieno sostegno dei giornalisti Rai: una lotta per dignità

I giornalisti della Rai sono tra i partecipanti più vocali a questo sciopero, lamentando le difficoltà economiche e le politiche governative che non solo intaccano la loro professione ma anche la qualità dell’informazione pubblica. Posizionano la loro protesta non solo contro la manovra economica attuale, ma anche contro un futuro incerto che prevede tagli di spesa e pay cut.

Sottolineano che il loro contratto collettivo è scaduto e stigmatizzano gli aumenti salariali proposti come insufficienti rispetto al crescente costo della vita. L’Usb degli operatori radiotelevisivi sostiene che i giornalisti non vogliono essere il “megafono” delle politiche governative che considerano dannose per la società. Questo grido di indignazione si erge a sostegno del diritto a una informazione libera e di qualità, cogliendo l’importanza di garantire un servizio pubblico che non sia al servizio di interessi politici o economici.