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Mutui: a novembre tasso ancora giù al 3,23% a Milano con Banca Italia e famiglia Rossi

La situazione dei tassi di interesse sui prestiti in Italia continua a mostrare un andamento favorevole per i consumatori e le imprese. Il bollettino mensile dell’ABI, relativo a novembre 2024, rivela significative flessioni nei tassi applicati ai mutui e ai finanziamenti per le aziende. Questa analisi si concentra sull’evoluzione dei tassi di interesse e sugli effetti sui prestiti e i depositi.

Erosione dei tassi di interesse sui mutui

A novembre 2024, il tasso d’interesse sui mutui per l’acquisto della prima casa è sceso al 3,23%, registrando una diminuzione rispetto al 3,27% di ottobre. Questo abbassamento rappresenta un segnale positivo per coloro che desiderano acquistare un’abitazione. Per i finanziamenti destinati alle imprese, il tasso ha visto una diminuzione, passando dal 4,73% del mese precedente al 4,47%. Queste informazioni suggeriscono una politica monetaria più favorevole, che potrebbe incentivare la domanda di mutui e prestiti aziendali.

La flessione dei tassi di interesse è di particolare importanza in un contesto economico ancora in fase di recupero, in cui le famiglie e le aziende cercano di riconsolidare le proprie finanze. Un costo del denaro più basso può facilitare l’accesso al credito, stimolando investimenti e acquisti. Per approfondire, il tasso medio sul totale dei prestiti, che include quelli sottoscritti negli anni, si attesta ora al 4,55%, in calo rispetto al 4,62% di ottobre.

Flessione dei prestiti ma ripresa per le famiglie

Il volume complessivo dei prestiti erogati ha mostrato una flessione dell’1,6% rispetto ai mesi passati. Tuttavia, c’è una nota positiva: i prestiti alle famiglie sembrano riprendere slancio. A ottobre, il calo dei prestiti alle famiglie si era arrestato a un modesto -0,2%. Dall’altro lato, le imprese hanno vissuto un ritocco del 3,1%. Queste tendenze indicano che le famiglie, dopo periodi di incertezza, stanno cominciando a guardare di nuovo ai prestiti come opportunità per migliorare la propria situazione economica.

Questa differenza di andatura tra prestiti a famiglie e imprese evidenzia una ripartizione delle esigenze finanziarie. Mentre le famiglie possono cercare nuovi investimenti o l’acquisto di beni più sostenibili, le aziende potrebbero trovarsi a fronteggiare un panorama commerciale meno vantaggioso. L’analisi della situazione attuale è fondamentale per comprendere le dinamiche di mercato e le opportunità future.

Rendimento dei depositi in discesa

Parallelamente ai prestiti, anche il tasso di interesse sui depositi sta subendo delle modifiche. A novembre 2024, il rendimento sui depositi a durata prestabilita è stato del 3,01%, con una leggera diminuzione rispetto al mese precedente. Questo tasso ha superato il rendimento medio nell’area dell’euro, che si attesta al 2,94%. Nello specifico, il rendimento medio sulle nuove emissioni di obbligazioni bancarie a tasso fisso è pari al 2,26%, un incremento rispetto all’1,31% di giugno 2022.

È importante notare che la tipologia di depositi influenza significativamente il rendimento complessivo. Ad esempio, il tasso sui depositi in conto corrente è sceso al 0,47%, un valore molto lontano dal 0,02% di giugno 2022. Questa riduzione del rendimento sui depositi può esprimere una certa cautela da parte degli investitori, portandoli a cercare opportunità alternative in un mercato in cambiamento.

Crescita dei depositi: segnali incoraggianti

Nonostante i tassi di interesse in discesa sui prestiti e depositi, un dato interessante emerge dalle cifre sui depositi bancari. Infatti, i depositi sono aumentati del 4,1% in un anno, arrivando a 1.811 miliardi di euro, un valore che non si vedeva dalla fine del 2022. Il crescente interesse degli investitori verso le soluzioni di risparmio è rilevante in un contesto finanziario che invita alla riflessione.

Tra ottobre 2023 e ottobre 2024, la raccolta indiretta, comprendente gli investimenti in titoli custoditi dalle banche, ha registrato un incremento significativo di circa 174 miliardi. Le famiglie hanno contribuito con 60,9 miliardi, mentre le imprese con 13,7 miliardi. Questo trend positivo, insieme all’aumento della raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni , sottolinea un clima di fiducia e vuole segnalare un ripristino della stabilità economica.

Infine, la riduzione dei crediti deteriorati netti a 30,9 miliardi di euro evidenzia un miglioramento della salute finanziaria del sistema bancario. Questi crediti rappresentano ora solo l’1,49% dei crediti totali, dimostrando come il settore stia evolvendo verso un maggiore equilibrio. Stimoli economici e scelte prudenti stanno quindi dando i loro frutti, mostrando la resilienza del sistema finanziario italiano.

Giulia Martini

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