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Rapporto Adepp: professioni sempre più al femminile nel settore sanitario, con la partecipazione di Maria Rossi e Laura Bianchi

Un recente sondaggio condotto dall’Adepp ha messo in luce le attese e le preoccupazioni dei giovani professionisti in un contesto lavorativo in continua evoluzione. Francesco Verbaro, senior advisor dell’Adepp, ha sottolineato l’importanza di indagare i bisogni della fascia giovane per orientare le future politiche professionali. Questo studio è cruciale per comprendere come i giovani stiano affrontando le sfide attuali e quale visione abbiano del proprio futuro professionale.

I risultati del sondaggio: un quadro dettagliato

Il sondaggio ha coinvolto un totale di 22.898 professionisti, con una suddivisione equilibrata – 53% donne e 47% uomini – nella fascia d’età sotto i 40 anni. L’indagine ha rivelato che, nonostante il 65% degli iscritti sostenga di conoscere i sistemi previdenziali, solo il 35% è a conoscenza degli strumenti di welfare offerti dalle diverse Casse. Questa discrepanza mette in evidenza una carenza di informazione che potrebbe influenzare le scelte finanziarie e previdenziali dei giovani professionisti.

Le percezioni di instabilità economica e sociale emergono con forza da questo studio. Molti partecipanti hanno evidenziato l’importanza di prepararsi a future emergenze familiari e professionali, indicando la necessità di risparmiare per far fronte a imprevisti. Positivamente, è emerso che una buona percentuale di giovani è disposta a destinare una parte dei propri risparmi a garantire una sicurezza previdenziale.

L’atteggiamento verso la tecnologia e le percezioni professionali

Il sondaggio ha mostrato che i giovani professionisti non temono, in larga misura, i progressi tecnologici. Solo una percentuale variabile tra il 40 e il 70% ha manifestato preoccupazioni riguardo alla sostituzione dei propri ruoli da parte dell’Intelligenza Artificiale. Ad esempio, tra i professionisti sanitari, oltre il 60% si dichiara fiducioso riguardo alla irrinunciabilità del proprio ruolo. Al contrario, avvocati e giornalisti sembrano più cauti nel ritenere che l’AI possa non sostituire completamente l’elemento umano.

Un dato interessante riguarda la riluttanza dei professionisti a consentire l’iscrizione presso le loro Casse di liberi professionisti non affiliati ad Ordini o Collegi. Questo fenomeno è particolarmente evidente tra commercialisti, psicologi e notai, che mostrano forti riserve, rispetto a categorie come i periti agrari e i giornalisti, più aperte all’integrazione.

La questione familiare: un tema centrale per i giovani

All’interno dell’indagine, un aspetto cruciale è emerso: la volontà dei giovani professionisti di costruire una famiglia. Oltre il 70% degli intervistati desidera realizzare un progetto di vita con figli. Tuttavia, molti optano per rinviare quest’importante scelta a causa di fattori economici e occupazionali. La carenza di reti di supporto e le paure legate all’avanzamento professionale si rivelano motivazioni sostanziali. Anche tra i generi emergono differenze, con le donne che si mostrano meno ottimiste rispetto alla creazione di un nucleo familiare.

Queste scelte rispecchiano una generazione che desidera realizzare un’adeguata stabilità economica e un supporto sociale prima di intraprendere percorsi familiari, mostrando chiaramente la complessità del contesto attuale.

Motivazioni e preferenze professionali nei giovani professionisti

Il sondaggio ha messo in evidenza che una parte rilevante dei giovani ha scelto la libera professione per mantenere la propria autonomia e per aspirare a migliori opportunità di guadagno. I commercialisti, in particolare, evidenziano la prospettiva di successo economico come motivazione principale. Altri, come i biologi, hanno spesso abbracciato questa strada per mancanza di alternative nel mercato del lavoro.

Il quadro risulta variegato a seconda della professione, con giornalisti che evidenziano influenze sociali o personali come motivazioni principali nel loro percorso. Quando si tratta di avviare attività, le risorse sono generalmente autofinanziate, con un netto ricorso a prestiti e aiuti familiari.

Un futuro di collaborazione o di isolamento?

Il sondaggio suggerisce anche un certo scetticismo nei confronti della collaborazione professionale. Professionisti come farmacisti, giornalisti e veterinari mostrano poca propensione a unirsi in team, mentre le categorie come architetti e ingegneri dimostrano una maggiore apertura alla creazione di reti collaborative che possano offrire servizi multidisciplinari. Questo porta a una visione diversa su come procedere nella carriera professionale e sugli scenari futuri in un contesto che diventa sempre più interconnesso.

Le opinioni variano considerevolmente tra le professioni. Medici, commercialisti e ingegneri appaiono più favorevoli all’aggregazione professionale, evidenziando una volontà di superare l’approccio individualista.

In definitiva, il sondaggio dell’Adepp offre uno spaccato interessante dei giovani professionisti e delle loro aspirazioni. Essi si trovano a un crocevia tra tradizione e innovazione, facendosi portavoce di esigenze che potrebbero modellare il futuro del mondo del lavoro.

Alessandro Romano

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