Regeni, mistero al Cairo: egiziano contatta ambasciata italiana e scompare

La scomparsa di Zakaria, potenziale informatore sul caso Regeni, riaccende i riflettori sulle violazioni dei diritti umani in Egitto e sulla ricerca di giustizia da parte della madre del ricercatore.
Regeni, mistero al Cairo: egiziano contatta ambasciata italiana e scompare - (Credit: www.repubblica.it)

La vicenda dell’omicidio del ricercatore italiano Carlo Regeni continua a far discutere e a sollevare inquietanti interrogativi. Un nuovo capitolo si è aperto grazie alla testimonianza di un uomo egiziano, Zakaria, che si è presentato all’ambasciata italiana come potenziale informatore. La sua scomparsa ripropone preoccupanti domande sulle dinamiche di sicurezza e giustizia in Egitto, con la madre che cerca disperatamente risposte e giustizia per il figlio.

La denuncia della madre e il racconto di Zakaria

Il 3 dicembre, Zakaria, un insegnante di scuola statale afflitto da una grave malattia, ha deciso di contattare l’ambasciata italiana. Nella sua testimonianza ha raccontato di sentirsi perseguitato dalle autorità egiziane, un’accusa che non sorprende considerando il contesto politico e sociale del paese. Dopo aver fatto questa dichiarazione, l’uomo è scomparso nel nulla.

Le circostanze della sua scomparsa sono avvolte nel mistero: dopo la sua visita all’ambasciata, sarebbe stato prelevato da uomini in abiti civili nella sua abitazione, secondo quanto riferito dalla madre. La donna ha subito denunciato la situazione alle forze dell’ordine egiziane, senza ricevere alcun aggiornamento e, nel tentativo di ottenere giustizia, si è recata all’ambasciata italiana il 9 dicembre. È stata ascoltata da un carabiniere, grazie all’intervento di un interprete, che ha permesso alla madre di raccontare l’accaduto in modo chiaro e comprensibile.

La madre ha descritto questi uomini come appartenenti a forze istituzionali, poiché si sono presentati senza qualificarsi e hanno portato via Zakaria senza il suo consenso. Hanno prelevato il suo telefono, un atto che solleva ulteriori dubbi sulle loro intenzioni. La richiesta di Zakaria di rendere nota la sua conoscenza riguardo al caso Regeni potrebbe averlo messo in pericolo, riflettendo le pressioni che i dissidenti o chiunque si opponga alle autorità egiziane devono affrontare quotidianamente.

La reazione delle autorità italiane e l’eco della vicenda Regeni

La situazione di Zakaria ha attirato immediatamente l’attenzione delle autorità italiane, con il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, che ha espresso l’importanza di informare la popolazione su questi sviluppi. Ha affermato che è stata verificata la verità di quanto riferito dalla madre nel servizio, in contatto con le autorità giuridiche e diplomatiche italiane.

La scomparsa di Zakaria non fa altro che riaccendere la luce su un caso già drammatico: l’omicidio di Carlo Regeni, avvenuto nel 2016. L’italiano, che si trovava a Il Cairo per motivi di ricerca, fu trovato senza vita dopo essere stato torturato. Le indagini, spesso ostacolate, hanno rivelato le complicate relazioni tra gli organi di giustizia italiani e le autorità egiziane, difficili da districare a causa di interessi politici e diplomatici.

Mentana ha sottolineato l’importanza di questo racconto, che evidenzia la fragilità della situazione dei diritti umani in Egitto. La speranza è che le autorità italiane possano offrire supporto a Zakaria, il quale potrebbe avere informazioni preziose non soltanto per il caso di Regeni, ma per una serie di abusi documentati nel paese.

Il contesto politico egiziano e le sfide per i diritti umani

La vicenda di Zakaria e il caso di Carlo Regeni si inseriscono in un contesto più ampio, caratterizzato da gravi violazioni dei diritti umani in Egitto. Il regime del presidente Abdel Fattah al-Sisi non ha mostrato segni di apertura, schiacciando qualsiasi forma di dissenso. Le forze di sicurezza egiziane sono spesso accusate di tortura, detenzioni arbitrarie e altre forme di repressione contro chiunque osi opporsi al governo.

Gli attivisti dei diritti umani, così come le organizzazioni internazionali, hanno documentato un clima di paura in cui i liberi pensatori e i critici del governo sono costantemente sotto l’occhio vigile delle autorità. La scomparsa di Zakaria non rappresenta che un nuovo tassello all’interno di questo mosaico complesso e preoccupante.

Le autorità italiane, nel tentativo di mantenere buone relazioni con l’Egitto e garantire collaborazioni strategiche, potrebbero trovarsi di fronte al dilemma tra la giustizia per Regeni e la stabilità diplomatica. Questa situazione solleva interrogativi sulla responsabilità dei governi occidentali nell’affrontare tali questioni e nell’impegnarsi per il rispetto dei diritti umani a livello globale.

L’appello della madre di Zakaria si unisce al coro di coloro che richiedono trasparenza e giustizia. Affinché simili tragedie non si ripetano, è essenziale che gli attori internazionali non distolgano lo sguardo di fronte a queste realtà, continuando a lottare per un riconoscimento universale dei diritti umani.