Roma, corteo contro il ddl sicurezza: 50mila manifestanti in Piazza del Popolo

Il 14 dicembre 2024, circa cinquantamila persone hanno manifestato a Roma contro il ddl sicurezza, unendo associazioni e movimenti in una protesta per la difesa dei diritti civili e della libertà di espressione.
Roma, corteo contro il ddl sicurezza: 50mila manifestanti in Piazza del Popolo - (Credit: www.quotidiano.net)

Un’onda di dissenso ha invaso le strade di Roma il 14 dicembre 2024, con un imponente corteo organizzato per opporsi al ddl sicurezza, ribattezzato “ddl paura“. Estendendo le sue radici a circa 250 associazioni e movimenti, l’evento ha richiamato un’affluenza straordinaria, con partecipanti che hanno raggiunto la cifra di circa cinquantamila. L’atmosfera, animata da cartelli, striscioni e bandiere, è stata un chiaro segnale della mobilitazione collettiva contro le politiche del governo.

Il corteo che attraversa Roma

Partito da Piazzale del Verano, il corteo si è diretto verso Piazza del Popolo, creando un fiume ininterrotto di persone lungo il percorso. I partecipanti hanno indossato colori brillanti e hanno esibito slogan forti e chiari contro il progetto di legge che, secondo loro, minaccia diritti fondamentali e la libertà di manifestazione. “A pieno regime contro il ddl Paura” era uno dei messaggi più visibili, affiancato da un ritratto caricaturale della presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un atto emblematico di contestazione. Questo insieme di espressioni artistiche e slogan ha reso palpabile l’energia e l’unità dell’evento.

Le parole di Simona Biffignandi, rappresentante della rete “A pieno regime“, hanno dato voce a un sentimento collettivo: “Oggi a Roma c’è il sole… Siamo tantissimi, un fiume di persone“. L’afflusso massiccio di cittadini ha colto l’attenzione dei media e della politica, sottolineando la serietà con cui i cittadini percepiscono le misure proposte dal governo.

Le voci della protesta

Nel corteo hanno trovato spazio diverse realtà, tra cui sindacati, associazioni culturali e movimenti per i diritti umani. Le bandiere della CGIL, di Arci, dei Cobas e anche quelle palestinesi si alternavano, a simboleggiare una lotta condivisa contro l’oppressione. I partiti politici come AvS, PD e M5S hanno dato una dimensione politica all’evento, insieme a movimenti identitari come la rete No Cpr e gli ambientalisti. Ogni gruppo ha portato un messaggio unico, ma tutti uniti nel rifiuto delle politiche attuali.

Se voi fate il fascismo, noi seminiamo resistenza: no ddl paura” era il potente slogan su un grande manifesto. Questo messaggio mette in evidenza il timore dei manifestanti che le attuali normative possano portare a una restrizione dei diritti civili.

La mobilitazione universitaria

Oltre ai cittadini comuni e alle associazioni, anche gli studenti hanno preso parte attiva alla manifestazione. Infatti, studenti della facoltà di Lettere dell’Università Sapienza hanno occupato l’ateneo per sviluppare una strategia di mobilitazione contro il ddl sicurezza. Tommaso, un giovane studente di sociologia, ha affermato che questa occupazione era parte di un percorso di protesta istituzionalizzato, mirato a coinvolgere anche le università d’Italia in una causa comune.

Gli studenti hanno espresso preoccupazione per la possibilità che il ddl possa limitare anche il loro diritto all’istruzione e all’espressione. Le loro azioni hanno reso più vibrante il dibattito giovanile e hanno connotato la manifestazione come un evento inclusivo e polifonico, rappresentando una voce forte e chiara in un contesto di crescente tensione sociale.

Le dichiarazioni dei leader politici

Durante il corteo, hanno preso la parola anche figure politiche, evidenziando la portata del movimento. Nicola Fratoianni di AvS ha esaltato la determinazione dei presenti, denunciando un tentativo di cancellare i diritti di libertà e il diritto al dissenso. Le sue parole hanno risonato nell’aria, rappresentando un chiaro appello all’unità contro il ddl sicurezza. Con un tono risoluto, ha esortato il governo a fermarsi e ad ascoltare le voci di protesta, sottolineando l’importanza di mantenere aperti i canali di dialogo e partecipazione democratica.

La manifestazione ha riunito diverse generazioni e provenienze sociali. Ciò ha reso evidente che la lotta per i diritti civili in gioco è un tema di rilevanza universale, capace di unire diverse fedi politiche e ideologiche attorno a un obiettivo comune, testimoniando un forte sentimento di solidarietà e resistenza tra i cittadini.