Sette mila euro in più al mese e 1200 per i viaggi: aumento stipendio ministri e sottosegretari non eletti a Roma

Il governo italiano aumenta gli stipendi di ministri e sottosegretari, mentre il concordato preventivo mostra segnali di crisi. Aumenti fiscali in arrivo complicano ulteriormente la situazione economica per i cittadini.
Sette mila euro in più al mese e 1200 per i viaggi: aumento stipendio ministri e sottosegretari non eletti a Roma - (Credit: www.open.online)

Il governo italiano ha deciso di rivedere gli emolumenti per i suoi ministri e sottosegretari, una mossa che ha suscitato dibattiti e reazioni contrastanti. L’analisi dei dati, pubblicata da Il Sole 24 Ore, rivela come dagli attuali 10.435 euro lordi mensili le indennità aumenteranno notevolmente. Ma, in un contesto economico in evoluzione, il concordato preventivo mostra segnali di difficoltà, non raggiungendo gli obiettivi prefissati. In questo articolo, esamineremo le dinamiche relative all’aumento dello stipendio dei ministri, i dettagli sul concordato e gli altri incrementi in arrivo per i cittadini.

L’aumento dello stipendio dei ministri

A partire dal 2025, il trattamento economico per i ministri e sottosegretari privi di un seggio parlamentare subirà un notevole incremento, con un aumento complessivo di 7.193,11 euro al mese. Tale modifica è contenuta in un emendamento alla Legge di Bilancio, che prevede l’adeguamento dell’intero stipendio, non solo della parte relativa all’indennità. Questo incremento comprende 3.503,11 euro di diaria—importo già garantito a deputati e senatori—e 3.690 euro di rimborsi per l’esercizio del mandato. Le somme, in un inevitabile gioco di bilanciamento, si sommano ai 1.200 euro annui per spese telefoniche e ai rimborsi per i viaggi.

Tra i nomi illustri che beneficeranno di questo aumento ci sono i ministri Andrea Abodi, Carlo Nordio e Giuseppe Valditara, e i sottosegretari Alessandro Giuli, Guido Crosetto e Matteo Piantedosi. Questa scelta di incrementare gli stipendi per i rappresentanti del governo non manca di suscitare polemiche, soprattutto considerando che spese consuete e necessità quotidiane dovrebbero già essere coperte da precedenti emolumenti. A complicare ulteriormente la situazione, il nuovo emendamento inserisce un divieto per i parlamentari e per i presidenti di regione di ricoprire incarichi retribuiti al di fuori del territorio europeo, una decisione che potrebbe inasprire i toni già accesi tra diversi esponenti politici.

Il flop del concordato

Parallelamente all’aumento dei salari ministeriali, il concordato preventivo, strumento creato per semplificare il carico fiscale e offrire un servizio di supporto ai cittadini, sta mostrando segnali di cedimento. Nonostante la proroga fissata al 12 dicembre, le adesioni fino ad oggi hanno toccato solo 750.000 unità, un numero decisamente al di sotto delle aspettative. Secondo i primi dati dell’Associazione Nazionale Commercialisti, si stima una percentuale finale di adesioni che varia tra il 14% e il 18%, totalmente lontano dall’obiettivo di 2,5 miliardi di euro di incasso.

Il presidente dell’associazione, Marco Cuchel, ha esposto le sue preoccupazioni riguardo l’efficacia dello strumento in questione, sottolineando in particolare la difficoltà nella gestione delle politiche tributarie. La conclusione di questa iniziativa fa emergere ulteriori interrogativi su come il governo intenda procedere, dato che le promesse fiscali non sembrano in grado di trovare fondamenti stabili. In un periodo di necessità di risorse fresche, il dibattito si fa ogni giorno più acceso, con cittadini e professionisti che monitorano con attenzione le mosse delle istituzioni.

Nuove tasse e aumenti per i cittadini

Il contesto attuale è ancora più complicato da ulteriori incrementi di tasse in arrivo. Secondo quanto riportato da Repubblica, dal prossimo aprile 2025 si alzerà di 50 centesimi l’addizionale comunale sui biglietti aerei per i voli che partono verso destinazioni extra-Ue. Questa misura riguarderà gli scali italiani con un traffico superiore ai 10 milioni di passeggeri all’anno, con Fiumicino e Malpensa che si confermano tra gli aeroporti più trafficati. La stima prevede un gettito aggiuntivo di 5,33 milioni di euro per il 2025 e 8 milioni per il 2026, un incremento che andrà a carico dei passeggeri.

Giovanni Borgomeo, rappresentante di Assaeroporti, ha descritto la situazione come una “Torre di Babele”, evidenziando la complessità dettata da sei differenti livelli di addizionale comunale nei vari scali. La crescente tassazione rischia di incidere pesantemente sulle famiglie e sui viaggiatori, dipingendo un quadro economico in cui le risorse fresche sembrano essere sempre più scarse e i costi sempre più elevati. In questo clima di continua variazione, cittadini ed enti locali sono chiamati a trovare un equilibrio che garantisca sostenibilità e servizi.