L’apprendistato rappresenta un’importante opportunità per i giovani che desiderano entrare nel mondo del lavoro. Si tratta di un contratto che combina formazione e esperienza pratica, orientato a garantire ai ragazzi le competenze necessarie per la professione scelta. Questo articolo analizza le diverse tipologie di apprendistato, i requisiti previsti e le nuove disposizioni normative in arrivo nei prossimi anni.
L’apprendistato è un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato, dedicato principalmente alla formazione e all’inserimento lavorativo dei giovani. La regolamentazione di questo contratto è contenuta nel Decreto Legislativo 14 Settembre 2011, n.167, noto come Testo Unico sull’Apprendistato, e nel Decreto Legislativo 15 Giugno 2015, n.81.
Il particolare mix di attività lavorativa e formazione rende questo contratto diverso dagli altri: qua si parla di “causa mista”, dove l’apprendista non solo lavora, ma apprende anche attraverso corsi e attività pratiche. Le tipologie di apprendistato includono il primo livello, il professionalizzante e quello di alta formazione e ricerca. A partire dal 2024, si prevede anche un nuovo tipo di apprendistato dedicato alla Pubblica Amministrazione, con normative specifiche valide fino al 2025.
Il DDL Lavoro 2024, recentemente approvato dal Parlamento, ha introdotto significative novità riguardo all’apprendistato. L’articolo 15 di detto decreto ha stabilito un aumento delle risorse per finanziare tutte le forme di apprendistato, non più limitate al solo apprendistato professionalizzante. Questa decisione comporta una maggiore flessibilità nell’uso dei fondi, originariamente stanziati con la Legge di Bilancio 2018.
I 15 milioni di euro annui già previsti saranno redistribuiti in modo da coprire anche gli apprendistati di primo e terzo livello. Ciò consentirà alle Regioni e alle Province autonome di pianificare strategie più efficaci per la formazione, in un contesto dove la qualità dell’istruzione e della preparazione professionale è fondamentale per affrontare le sfide attuali del mercato del lavoro.
Il contratto di apprendistato si configura come una forma di lavoro retribuito con l’obiettivo priorità di qualificare professionalmente il giovane. Il percorso di formazione, che tipicamente si estende per tre anni, è parte integrante del Piano Formativo Individuale, firmato all’avvio del contratto.
Trascorsi i tre anni, se non ci sono stati recesso o dimissioni, il contratto prosegue come un normale rapporto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Ciò significa che l’inserimento nel mondo del lavoro non è solo un’aspettativa, ma un traguardo concreto per i giovani, grazie a un percorso ben definito e monitorato.
La fascia d’età per l’assunzione con contratto di apprendistato varia a seconda della tipologia di contratto stipulato. Ci sono, infatti, tre distinte forme di apprendistato all’interno del panorama lavorativo italiano:
Apprendistato di primo livello: rivolto ai giovani dai 15 ai 25 anni, questo tipo di contratto è pensato per chi desidera ottenere una qualifica o un diploma professionale. La durata minimale è di 6 mesi e non supera i 3 anni, estendendosi a 4 anni per diplomi quadriennali.
Apprendistato professionalizzante: riservato ai giovani tra i 18 e i 29 anni, mira a far acquisire competenze specifiche per un mestiere. In questo caso, il contratto è applicabile a tutti i settori e non presenta limiti di età per chi è disoccupato.
Apprendistato di alta formazione e ricerca: dedicato a chi ha tra i 18 e i 29 anni e punta a conseguire titoli di studio universitari, come dottorati e diplomi tecnici superiori. Per questa forma, la durata è stabilita dalle istituzioni e oscilla tra i 6 mesi e i 2 anni.
A partire dal 23 Gennaio 2024, sarà anche possibile assumere giovani laureati con apprendistato nella Pubblica Amministrazione, ampliando ulteriormente le opportunità professionali per i ragazzi.
I compensi per gli apprendisti variano a seconda della tipologia di contratto e del settore di appartenenza. Generalmente, lo stipendio per gli apprendisti di primo livello è stabilito secondo il CCNL del settore in cui si opera, prevedendo un inquadramento massimo due livelli sotto quello dei lavoratori qualificati.
Nel caso degli apprendisti professionalizzanti, la retribuzione inizia dal 60% del salario previsto per il livello in cui si entra, con un incremento progressivo che arriva sino al 100% dopo alcuni anni. Gli apprendisti di terzo livello ricevono stipendi che iniziano al 45% e raggiungono il 100% al termine del periodo di apprendistato. Infine, per gli apprendisti nelle Pubbliche Amministrazioni, la remunerazione sarà quella inizialmente prevista per i funzionari del comparto, a seconda del CCNL di riferimento.
Il contratto di apprendistato ha una durata minima di sei mesi, ma la massima può variare in base alla tipologia. Per esempio, quella del contratto di apprendistato per qualifica e diploma professionale è limitata a un massimo di sei mesi, mentre per l’apprendistato professionalizzante, la durata va da tre a cinque anni, regolata dalla contrattazione collettiva.
Riguardo all’apprendistato nelle Pubbliche Amministrazioni, questa avrà una durata complessiva massima di 36 mesi. La flessibilità è uno dei punti chiave: il datore di lavoro ha la facoltà di definire durate particolari, adeguandole alle necessità specifiche del lavoratore e al tipo di qualifica da conseguire.
Per informazioni più dettagliate sulle diverse forme di apprendistato e sulle misure per il mercato del lavoro, sono disponibili guide online. È utile tenersi aggiornati iscrivendosi a newsletter e canali informativi, per ricevere notizie fresche e utili su opportunità lavorative e normative attuali.
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