Assegno di inclusione 2025: nuovi requisiti Isee e reddito familiare. Novità a Roma, coinvolte le famiglie Rossi e Bianchi

L’Assegno di inclusione, misura di sostegno al reddito attualmente in vigore in Italia, si prepara a subire cambiamenti significativi nel 2025. Con un emendamento alla Manovra, si punta ad ampliare la platea dei beneficiari a favore di migliaia di famiglie che si trovano in difficoltà economica. A tal proposito, il governo ha previsto una revisione dei requisiti economici, aumentando di fatto i tetti ISEE e di reddito. Questa riforma, voluta da esponenti della maggioranza come Silvana Andreina Comaroli e Mauro D’Attis, mira a fornire un aiuto concreto a chi, fino ad ora, è rimasto escluso dai benefici.

I nuovi requisiti per l’assegno di inclusione

L’Assegno di inclusione subirà cambiamenti nei requisiti di accesso. Il governo ha deciso di innalzare la soglia ISEE massima, portandola da 9.360 a 10.140 euro. Questa modifica ha un forte impatto, in quanto include quindi chi prima si trovava appena sopra il limite. Anche il reddito familiare massimo sarà elevato: salirà da 6.000 a 6.500 euro. Per famiglie con anziani o disabili, il tetto di reddito passerà da 7.560 a 8.190 euro.

Questi aggiustamenti si riflettono numericamente sulla spesa prevista. Nel 2024, la spesa per l’assegno di inclusione avrà un budget di 5,66 miliardi di euro, aumentando a 5,88 miliardi nel 2025 e mantenendosi intorno ai 6 miliardi per gli anni successivi. La conferma di questi requisiti allarga la cerchia di chi potrà continuare a contare su un supporto economico, essenziale per affrontare le spese quotidiane.

Restano invariati, invece, i criteri di accesso relativi alla composizione delle famiglie. Potranno presentare domanda i nuclei con disabilità, minorenni o persone sopra i 60 anni in stato di svantaggio. Per richiedere l’assegno, gli interessati dovranno comprovare la propria situazione economica e adempiere a specifici requisiti, come la cittadinanza italiana o la condizione di rifugiato.

Incentivi alla formazione e al reinserimento lavorativo

Un’importante evoluzione dell’Assegno di inclusione riguarda anche gli incentivi per il supporto alla formazione e al lavoro. Queste misure sono parte della strategia del governo Meloni e puntano a ridurre i bonus non mirati a favore di un sistema che promuove attivamente il reinserimento nel mercato del lavoro.

La soglia ISEE per accedere a queste misure di supporto passerà da 6.000 a 10.140 euro, confermando la volontà di includere anche chi ha un reddito familiare relativamente alto. L’emolumento mensile percepito salirà da 350 euro a 500 euro e la “indennità di partecipazione” potrà essere prorogata fino a 12 mesi per coloro che accettano di seguire corsi di formazione.

In totale, il fondo per il supporto alla formazione e al lavoro avrà una disponibilità di 711 milioni di euro nel 2025, a cui si aggiungeranno ulteriori 700 milioni al fondo del Ministero del Lavoro. Questi fondi saranno destinati a diversi programmi, inclusi gli ammortizzatori sociali.

Cambiamenti nei pagamenti dell’assegno

Un aspetto rilevante della riforma riguarda la modalità di erogazione dell’Assegno di inclusione. Nel 2025, la prestazione non verrà più erogata per un anno intero, ma per 11 mesi. Ciò è stato stabilito in seguito alle linee guida fornite dal governo, che prevedono un mese di sospensione tra la scadenza di un’erogazione e l’inizio della successiva. Questo cambiamento significa che le famiglie dovranno pianificare con attenzione il proprio bilancio.

Il governo, quindi, non solo punta a rendere l’assegno più accessibile ma anche a favorire un approccio proattivo per il reinserimento nel mercato del lavoro, cercando di ridurre il numero di persone inoccupate e incentivando la formazione. Queste misure si inseriscono nell’ottica di una maggiore stabilità e sostegno per i cittadini in difficoltà economica.