Nella serata di ieri, un’importante operazione di soccorso è stata avviata nella grotta di Bueno Fonteno, situata nel bergamasco, dopo che una speleologa è rimasta bloccata nel profondo dell’abisso. L’allerta è stata lanciata dai suoi compagni di spedizione, membri dell’associazione Progetto Sebino, che avevano intrapreso insieme l’avventura. L’incidente è avvenuto a circa quattro ore dalla prevista uscita e ha subito mobilitato le forze di emergenza sul territorio, richiamando alla mente un precedente intervento avvenuto nello stesso luogo.
I dettagli dell’incidente
Secondo quanto emerso, la chiamata ai servizi di emergenza è giunta intorno alle 22.30 di sabato 14 dicembre. I compagni della speleologa hanno tentato di percorrere a ritroso il tragitto iniziale prima di contattare i soccorsi. Le operazioni di recupero si preannunciano lunghe e complesse, data la natura impervia dell’ambiente. I primi soccorritori arrivati sul posto sono stati i vigili del fuoco, seguiti dai carabinieri e da squadre specializzate del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico . Le condizioni dell’area richiedono una gestione esperta e metodica per garantire la sicurezza della donna e del personale.
Il coinvolgimento delle squadre di soccorso
In queste ore di emergenza, sono intervenute diverse squadre del Cnsas, provenienti da vari territori tra cui Lombardia, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Piemonte, Trentino Alto Adige e Veneto. Questi gruppi sono stati scelti per la loro competenza e per l’esperienza maturata in situazioni simili. La sinergia tra le diverse squadre è fondamentale in un’operazione di soccorso complessa come questa, dove il rischio di frane e altri pericoli è elevato a causa delle particolari condizioni geologiche e atmosferiche della grotta.
La storia di recupero di Ottavia Piana
La storia di questa speleologa ha riportato alla mente un evento simile occorso a luglio 2023, quando un altro intervento di soccorso si era reso necessario sempre nella medesima grotta. Ottavia Piana, una giovane speleologa di 31 anni, era rimasta intrappolata a una profondità di circa 150 metri con un ginocchio fratturato. Il recupero avvenne dopo un’intera giornata di operazioni, che si conclusero fortunatamente in modo positivo con il suo salvataggio e il successivo trattamento per le lesioni subite.
Questi incidenti evidenziano i rischi associati alla speleologia, un’attività affascinante ma che richiede preparazione e attenzione. Con l’aumentare della popolarità di tali esplorazioni, è fondamentale che gli appassionati e i principianti siano consapevoli delle insidie che possono presentarsi nelle profondità delle grotte e del necessario equipaggiamento di sicurezza da utilizzare.