Caregiver, gli invisibili: oltre la metà è donna. “Subito una nuova legge” - Roma, Maria Rossi e Luigi Bianchi chiedono intervento urgente - (Credit: www.quotidiano.net)
Oggi, oltre 30 milioni di persone in Europa necessitano di assistenza a lungo termine, una situazione che si prevede aumenterà nei prossimi anni. In Italia, il fenomeno del caregiving riguarda un significativo numero di cittadini che si dedicano alla cura di familiari, spesso in solitudine e con scarse risorse. Questo articolo esplora la complessità del ruolo dei caregiver, le difficoltà che affrontano quotidianamente e le potenziali soluzioni legislative per migliorare la loro situazione.
Con oltre sette milioni di assistenti familiari, l’Italia si colloca ai vertici della statistica europea riguardo al caregiving. Secondo l’Istat, l’incidenza del caregiving in Italia supera la media UE: il 22% delle donne e il 21,3% degli uomini svolgono questo compito, ponendo un’enorme pressione su una popolazione che già fatica a far fronte alle proprie esigenze quotidiane. La segretaria dell’associazione Caregiver Familiari ‘Carer’, Loredana Ligabue, sottolinea l’importanza di una legge inclusiva che garantisca giustizia sociale a questa categoria. Senza adeguati sostegni e riconoscimenti, i caregiver continuano a essere un esercito di invisibili, il cui contributo è cruciale per il sistema di welfare italiano, ma raramente riconosciuto.
Il peso della cura non si limita solo alle responsabilità fisiche. Molti caregiver si trovano a fronteggiare reali sfide psicologiche e sociali. Ligabue evidenzia come la cura comporti rischi significativi di burnout e stress cronico, specialmente per chi deve conciliare il proprio lavoro con l’assistenza ai familiari. Un’indagine condotta da Cittadinanzattiva nel 2024 ha rivelato che il 29% dei caregiver ha dedicato più di cinque anni a questo compito, con una quota significativa che si sente poco realizzata.
Più del 55% dei caregiver ha dichiarato di non avere tempo per la propria vita personale, mentre il 73,4% ha dovuto rinunciare a opportunità lavorative o scolastiche. Questa realtà mette in luce un divario enorme tra la percezione di utilità di un caregiver e la loro mancanza di realizzazione personale, evidenziando un problema che richiede attenzione urgente da parte delle istituzioni.
Le responsabilità di caregiving ricadono in modo sproporzionato sulle donne, con circa 7,7 milioni di donne in Europa assenti dal mercato del lavoro a causa di questo ruolo, contro i soli 450mila uomini. In Italia, il 24,9% delle donne e il 21,8% degli uomini è impegnato nell’assistenza. È essenziale riflettere su come il modello tradizionale di caregiving continui a perpetuare stereotipi di genere e a limitare l’accessibilità al lavoro per molte mamme e donne in generale, aumentando così il bisogno di riforme sociali e legislative.
La legge 104 del 1992, che offre permessi retribuiti ai caregiver di famigliari con disabilità grave, è stata a lungo considerata un passo avanti. Tuttavia, Ligabue afferma che questa normativa è obsoleta e non si adatta più alle esigenze attuali dei caregiver. La legge presenta rigide condizioni, come il vincolo della convivenza con la persona assistita, una limitazione che colpisce molti che si prendono cura di parenti non conviventi. Questa situazione ha portato a un alto numero di persone che si sentono abbandonate e senza supporto.
Attualmente, l’Italia si trova in ritardo rispetto agli altri paesi europei nella definizione di una cornice normativa per i caregiver. Tuttavia, il governo sta lavorando a una legge che intende riconoscere i diritti di questa categoria. Cittadinanzattiva e Carer hanno presentato un Manifesto-Appello, proponendo linee guida fondamentali per includere caregiver non conviventi e stabilire tutele crescenti in base ai carichi di assistenza. Questa nuova legislazione mira a garantire diritti e risorse adeguate per gli assistenti familiari.
La crescente rilevanza dei caregiver è riflessa nella presenza di sette disegni di legge in Parlamento. Recentemente, la ministra per le Disabilità, Alessandra Locatelli, ha promesso di presentare una proposta che si ripromette di fornire tutele specifiche ai caregiver familiari conviventi. Tuttavia, i gruppi di supporto si mostrano scettici riguardo a un approccio che esclude gli assistenti che non vivono nella stessa abitazione della persona assistita, perpetuando in tal modo una visione limitata del caregiving. I caregiver invisibili meritano attenzione e investimenti da parte dello stato, affinché il loro contributo essenziale al welfare venga finalmente riconosciuto.
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