Il 12 dicembre scorso, Fiumicino è stata teatro di un convegno focalizzato sulla proposta di un porto crocieristico privato presso il Vecchio Faro di Isola Sacra, un’iniziativa che ha suscitato l’interesse e la preoccupazione del Comitato Tavoli del Porto. L’evento, pur promettendo di offrire un confronto costruttivo tra le varie parti interessate, ha visto l’assenza dei principali relatori, trasformando l’incontro in un’occasione di scontro tra visioni contrastanti sul futuro del progetto.
Durante la riunione, i partecipanti hanno messo in risalto le due principali posizioni riguardo il porto crocieristico. Da un lato, c’è la visione ufficiale, attualmente esaminata dal Ministero dell’Ambiente. Dall’altro, la narrazione più ottimista avanzata dai sostenitori del progetto, tra cui l’amministratore delegato della Fiumicino Waterfront, Galliano Di Marco. Quest’ultimo ha presentato dati e informazioni che, stando al Comitato Tavoli del Porto, contraddicono le valutazioni ufficiali. Egli ha affermato che “le navi non sarebbero presenti per più del 50% dell’anno”, ma questo deve essere confrontato con le stime ufficiali che ipotizzano un afflusso di circa 6.900 crocieristi al giorno durante l’attività del porto. Tale discrepanza ha alimentato un clima di tensione e diffidenza, alimentando il dibattito pubblico su questo progetto cruciale per Fiumicino.
Durante l’incontro, un forte tema di discussione ha riguardato il traffico e il possibile impatto ambientale del porto. Di Marco ha citato l’arrivo delle navi alle 5 del mattino come un punto critico, evidenziando come questa situazione potrebbe compromettere i benefici economici che ci si aspettava per il commercio locale. Sul fronte ecologico, è emersa un’altra problematica preoccupante: “la necessità di effettuare dragaggi annuali per mantenere il porto operante”. Queste attività, a loro volta, comportano il rischio di gestire sedimentazioni inquinate. Al riguardo, i primissimi carotaggi effettuati hanno già rivelato delle criticità.
L’elettrificazione delle banchine è stata un altro punto centrale della discussione, poiché il progetto specifico è ancora da definire. Di Marco ha indicato che il 50% dell’investimento sulla questione sarebbe coperto da Terna, ma ciò solleva interrogativi sulle già scarse disponibilità di fondi pubblici in vista dei tagli previsti per la legge di bilancio imminente. Il futuro finanziamento di questo progetto di grande rilevanza per Fiumicino rimane quindi incerto in un contesto economico non favorevole.
Un tema cruciale discusso è stata la mancanza di un dibattito pubblico sul progetto. Di Marco ha affermato che, legalmente, “non sarebbe richiesto un confronto pubblico”. Tuttavia, la reale situazione appare diversa, visto che il Codice dei Contratti Pubblici prevede esplicitamente tale obbligo e la sua omissione pone interrogativi sulla trasparenza del processo decisionale. Questa carenza di dialogo ha esacerbato le preoccupazioni esposte dal Comitato Tavoli del Porto, il quale chiede un’analisi più approfondita e pubblica della questione.
Il Comitato Tavoli del Porto, di fronte alla complessità della situazione, ha nuovamente sollevato la necessità di un confronto istituzionale, auspicando di portare il tema in Commissione Giubileo del Comune di Fiumicino. Il comitato intende superare le narrazioni favorevoli e avviare una discussione più rigorosa e trasparente, per garantire che vengano tenuti in considerazione i dati reali e le implicazioni ambientali del progetto. La giornata del 12 dicembre, piuttosto che dissipare i dubbi sui rischi e le opportunità legate al porto, ha accentuato le richieste di maggiore chiarezza e coinvolgimento della comunità locale nel processo decisionale che riguarderà la loro terra.
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