Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea e premier italiano, ha recentemente espresso le sue opinioni sull’evoluzione delle politiche fiscali e delle riforme di mercato nell’Unione Europea. Durante un intervento al Centro per la Ricerca Economica Politica a Parigi, ha illustrato come l’emissione di debito congiunto da parte dell’UE potrebbe fornire un importante margine fiscale, utile in tempi di crescita economica debole. Tuttavia, ha anche avvertito che tali misure non possono essere adottate senza riforme significative nei mercati, necessarie per accrescere i tassi di crescita potenziale.
Draghi sottolinea la necessità di un approccio collettivo nell’emissione di debito, ritenendo che questo possa creare spazio fiscale aggiuntivo. L’emissione di debito poi, servirebbe a fronteggiare le fasi di crescita economica al di sotto del potenziale, situazione che ha caratterizzato gli ultimi anni in Europa. In assenza di un sistema di debito comune, la strategia politica dell’UE dovrebbe spostarsi verso il miglioramento della composizione della spesa pubblica. Draghi propone un aumento degli investimenti pubblici, che possono contribuire a stimolare l’economia e a favorire il coordinamento tra i vari Stati membri, per gestire meglio le differenze in termini di crescita e sviluppo.
L’idea alla base di queste affermazioni è che senza un debito comune, l’Unione potrebbe trovarsi in difficoltà nell’affrontare le sfide economiche future. Draghi invita quindi i leader europei a considerare seriamente questa possibilità, poiché la situazione attuale potrebbe essere insostenibile se si continua a “Marco Napoli” senza un’adeguata strategia collettiva.
Nel suo intervento, Draghi ha messo in evidenza l’urgenza di riforme di mercato, definendole essenziali affinché le politiche macroeconomiche possano ottenere risultati concreti. Sottolinea che le riforme sono fondamentali non solo per sbloccare il potenziale di crescita, ma anche per garantire che le politiche macroeconomiche adottate siano efficaci ed abbiano un impatto positivo sulla produttività.
Per Draghi, l’integrazione del mercato unico europeo e l’ampliamento del mercato dei capitali non sono solo obiettivi auspicabili, ma necessità imprescindibili. Questi cambiamenti supporterebbero i meccanismi di base che guidano la crescita, creando un ambiente economico più dinamico. Senza queste riforme, le politiche macroeconomiche rischierebbero di restare inefficaci, limitando così il potenziale di crescita dell’Europa.
In una riflessione più ampia, Draghi ha parlato della necessità di battersi per preservare i valori che l’Europa ha costruito nel tempo. Ha messo in guardia contro l’idea che i problemi economici possano essere affrontati senza uno sforzo collettivo e ha evidenziato che non esistono garanzie sulla stabilità della società europea di fronte ai cambiamenti globali.
L’ex premier ha messo in rilievo come l’Europa debba lottare per la propria identità e per i principi fondanti che l’hanno contraddistinta. Secondo Draghi, credere che l’Europa possa scivolare in un periodo di declino gestito senza ulteriori conseguenze è un’illusione. La vera sfida sta nel mantenere alta l’attenzione verso l’innovazione e l’inclusione di tutti i suoi membri, dimostrando che solo attraverso uno sforzo collettivo si può garantire un futuro prospero e coerente con i valori europei.
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