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Un italiano al Bellagio di Las Vegas: croupier per rockstar e vip

L’industria del gioco d’azzardo è un settore affascinante e complesso, e pochi sanno che un italiano, Lorenzo Tronci, si è fatto un nome come croupier nei casinò di Las Vegas. Con un passato da operaio in Italia, Tronci ha fatto un salto incredibile nel mondo del gioco d’azzardo a livello internazionale. Attraverso la sua storia e le sue esperienze, si scoprono aspetti intriganti di un mestiere avvolto da luccichii e misteri, dove il divertimento si intreccia con il rischio.

La passione per il gioco e la carriera all’estero

Lorenzo, 32 anni e originario di Prato, racconta come la sua carriera sia cominciata molto lontano dall’illuminata Strip di Las Vegas. “Dopo la scuola, mi sono trasferito in Inghilterra, dove ho iniziato a comprendere le dinamiche di questa professione”, spiega. Con determinazione, ha viaggiato in tutta Europa assimilando le varie tecniche di gioco. La sua fortuna è cambiata nel momento in cui ha vinto la lotteria della Green Card, aprendo così le porte al suo lavoro nei prestigiosi casinò americani.

Dal 2018, Lorenzo ha iniziato a lavorare al Bellagio, uno dei casinò più celebri al mondo. “Essere un croupier a Las Vegas significa avere accesso a un mondo che molti sognano”, ammette, sottolineando l’eccitazione e il brivido che si provano mentre si gestiscono tavoli da gioco e scommesse.

Incontrare celebrità e gestire le mance

La vita di un croupier non è solo lavoro, ma anche incontri con personaggi noti. Lorenzo, pur dovendo rispettare la privacy dei suoi clienti, conferma che il suo lavoro lo porta a fronteggiare numerose celebrità. “Giocano calciatori, artisti e ex politici. È interessante vedere il modo in cui interagiscono con il gioco”, racconta. Le soddisfazioni, però, non arrivano solo dagli incontri significativi. Le mance possono rivelarsi sorprendenti: Lorenzo ha registrato un incasso record di ben centomila dollari in una sola serata, anche se queste somme vanno divise con i suoi colleghi.

La vita di un croupier è regolata da contratti rigorosi. Alcune restrizioni riguardano il look personale e le opportunità professionali. “Non posso lavorare per altre compagnie e devo mantenere un aspetto decoroso”, spiega. Anche le scelte riguardanti la barba, i piercing e i tatuaggi sono attentamente monitorate, rendendo il lavoro una sfida non solo tecnica ma anche comportamentale.

Stipendi e differenze culturali

Il balzo da una professione di operaio in Italia a croupier a Las Vegas ha comportato un cambiamento radicale nel reddito. “Il guadagno medio di un operaio è noto, ma qui ho quadruplicato il mio stipendio” , racconta, chiarendo che mentre il costo della vita in alcune aree degli Stati Uniti è paragonabile a quello italiano, le opportunità finanziarie sono decisamente superiori.

Lorenzo stima che un croupier di alto livello può guadagnare circa centomila dollari all’anno e il suo impegno lavorativo varia. Ha scelto di lavorare part-time, alternando settimane di 24 a quelle di 32 ore. Questo gli permette di dedicarsi a un’altra grande passione: il volo. Infatti, Lorenzo è anche pilota di aerei privati, cosa che arricchisce ulteriormente la sua vita.

Riflessioni sul gioco d’azzardo in Italia

Nonostante il suo successo negli Stati Uniti, Lorenzo non dimentica le sue radici italiane. Il suo desiderio di tornare a lavorare come croupier in Italia si scontra con il fatto che il gioco d’azzardo in patria è ancora stigmatizzato. “In Italia c’è una miniera d’oro, ma il gioco è visto come un tabù. Negli Stati Uniti, il Nevada ha costruito un impero, con ogni casinò che incassa milioni”, osserva.

La regolamentazione del gioco d’azzardo in Italia è un tema caldo. Lorenzo ritiene che un casinò ben gestito, con controlli rigorosi, potrebbe portare non solo benefici economici, ma anche un’educazione più consapevole al gioco stesso. “Per combattere i rischi della ludopatia, il gioco dovrebbe essere vietato ai residenti. La presenza di turisti può garantire un flusso di entrate senza compromettere il benessere sociale” , afferma.

Le sfide del lavoro nei casinò

La vita nei casinò non è priva di rischi. Lorenzo ha assistito a numerosi tentativi di frode, dalla semplice conta delle carte a elaborati sistemi di inganno. “Contare le carte è un metodo che alcuni tentano ancora, ma noi dealer abbiamo anni di esperienza e le telecamere sono sempre pronte a cogliere ogni mossa”, spiega.

I tentativi di inganno variano in innovazione ma pochi riescono a passare inosservati. Lorenzo ricorda un’occasione particolare in cui un ladro di chip è stato colto in flagrante utilizzando nastro biadesivo per nascondere le sue “furbizie”. Una carriera in un casinò, quindi, è fatta non solo di glamour e divertimento, ma anche di vigilanza costante e reazioni pronte.

La storia di Lorenzo Tronci dimostra che con determinazione e voglia di fare, si possono raggiungere traguardi impensabili, persino in un settore tanto competitivo e affascinante come quello dei casinò di Las Vegas.

Giulia Martini

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