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Da bologna a Cremona, i territori più vicini agli obiettivi dell’Agenda 2030: conferenza con sindaco di Bologna e assessore all’ambiente di Cremona

L’agenda 2030 rappresenta un impegno globale per migliorare la qualità della vita e promuovere la sostenibilità. In Italia, alcune città si stanno distinguendo nel perseguire obiettivi cruciali come l’istruzione di qualità, il lavoro dignitoso e la sostenibilità ambientale. Questo articolo esplorerà come diverse città italiane si stanno avvicinando ai target definiti e quali sfide rimangono da affrontare.

Bologna e l’istruzione di qualità: un esempio da seguire

Bologna emerge come un modello positivo per quanto riguarda il Goal 4 dell’agenda 2030, che mira a garantire un’istruzione di qualità per tutti. La città ha fatto significativi progressi nel ridurre l’abbandono scolastico, limitando l’uscita precoce dal sistema educativo al di sotto del 9%. Tra i 25 e i 49 anni, solamente il 19% delle persone ha un titolo di studio inferiore alla terza media, un dato notevolmente basso rispetto a molte altre località in Italia.

Inoltre, Bologna ha superato il 46% di laureati nella fascia di età tra i 25 e i 39 anni, avvicinandosi quindi all’obiettivo del 50% previsto per il 2030. Diverse iniziative locali hanno contribuito a questo sviluppo, tra le quali programmi di sostegno per studenti provenienti da famiglie svantaggiate e investimenti in infrastrutture scolastiche.

Milano: occupazione dignitosa e crescita economica

Milano si distingue per i suoi risultati nel raggiungere il Goal 8 dell’agenda 2030, concentrato sul lavoro dignitoso e sulla crescita economica. Il tasso di occupazione nella città è attualmente del 76,5%, avvicinandosi in modo significativo al target del 78% fissato per il 2030. Questo risultato è frutto di politiche attive del lavoro che promuovono la formazione professionale e incentivi alle assunzioni, in particolare in settori chiave come la tecnologia e i servizi.

Tuttavia, Milano deve affrontare anche diverse sfide legate alla disoccupazione giovanile e alla precarietà del lavoro. Nonostante i progressi, restano delle aree della città in cui il tasso di occupazione è inferiore alla media, creando una disparità che richiede attenzione e interventi specifici.

Cremona e l’equità sociale

Cremona si posiziona come un esempio positivo per i Goal 1 e 10, focalizzati sulla riduzione della povertà e delle disuguaglianze. La città ha registrato un tasso di emigrazione ospedaliera molto basso e solo il 6% dei pensionati riceve assegni minimi, rispetto al 9,1% della media nazionale. Questo mette in luce l’efficacia delle politiche locali in materia di assistenza sociale.

Cremona si propone di ridurre il numero di persone a rischio povertà o esclusione sociale, mirando a una diminuzione del 16% rispetto al 2020. L’inflazione sotto controllo e i programmi di sostegno economico sono elementi che contribuiscono a garantire una qualità della vita migliore per i suoi cittadini.

Sicurezza e sostenibilità: l’esempio di Verbano-Cusio Ossola e Oristano

Alcune aree del Paese si sono distinte anche per l’adeguamento agli obiettivi di sostenibilità. Verbano-Cusio Ossola, La Spezia e Varese sono esempi di città che puntano al Goal 11, dedicato a “Città e comunità sostenibili“. Queste località stanno implementando strategie per migliorare la mobilità sostenibile e la gestione dei rifiuti, con l’obiettivo di offrire un ambiente migliore per i cittadini.

Oristano, invece, si distingue per il Goal 16, che tratta di pace, giustizia e istituzioni solide. Il basso tasso di criminalità denunciata riflette un buon livello di sicurezza e coesione sociale, essenziale per il benessere della comunità.

L’importanza della territorializzazione degli obiettivi

La territorializzazione degli obiettivi dell’agenda 2030 consente di comprendere meglio le dinamiche specifiche di ciascun territorio. Giovanni Stefanini, rappresentante di Asvis, sottolinea che le problematiche legate al cambiamento climatico e alla salute possono variare notevolmente tra aree metropolitane e regioni interne. Adattare le politiche e le strategie a queste differenze è fondamentale per il successo dei programmi.

La capacità di misurare i progressi con parametri oggettivi e ricognizioni appropriate è un aspetto cruciale per tracciare il cammino verso il raggiungimento degli obiettivi. Ciò permette di identificare non solo le buone pratiche, ma anche le aree che necessitano di attenzione.

L’analisi mette chiaramente in evidenza le disuguaglianze territoriali presenti in Italia e la necessità di collegare le esperienze positive per replicarle in altri contesti. L’obiettivo comune rimane quello di costruire un futuro migliore, imparando dalle esperienze e puntando su soluzioni pratiche e adattabili a ciascuna realtà locale.

Laura Conti

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