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La prodiana Zampa: “Sì al federatore. Soli non si vince” diventa: La prodiana Zampa sostiene il federatore a Milano

La discussione sulla federazione del centro, nel contesto della sinistra italiana, sta guadagnando terreno. Sandra Zampa, senatrice del Partito Democratico con una lunga carriera alle spalle e una storica vicinanza a Romano Prodi, esprime con entusiasmo la sua opinione sulla questione. In una conversazione telefonica mentre addobba l’albero di Natale a Bologna, Zampa sottolinea l’importanza di trovare un nuovo equilibrio per il centrosinistra. Il dibattito si sta concentrando su come unire le forze, mantenendo una pluralità che rispecchi le diverse anime del partito.

La federazione del centrosinistra: necessità e opportunità

Zampa riconosce che se l’idea di federare il centro del centrosinistra trova supporto, il passo successivo sarà quello di scegliere un nome all’altezza della situazione. La senatrice avverte però che il ruolo di un federatore non è qualcosa che può essere imposto dall’alto. Quando arriverà il momento di eleggere un leader, la pluralità di candidature sarà cruciale. “Se ci fosse una pluralità di candidature, esistono sempre le primarie”, afferma, segnalando l’importanza di coinvolgere la base degli elettori in questo processo.

Il profilo del leader ideale è chiaro: deve essere una persona capace di “scaldare il cuore della gente” e in grado di convincere un pubblico variegato, che va ben oltre gli iscritti al partito. Secondo Zampa, il Partito Democratico, per statuto, è chiamato a rappresentare un’ampia gamma di artisti, pensatori e cittadini. Un federatore deve riuscire a incarnare questo spirito di apertura e inclusività.

Le sfide della proposta di federazione

Ci sono già due figure che si sono fatte avanti come possibili candidati, ma Zampa è chiara riguardo le sue riserve. “Di Ruffini ho il massimo rispetto, ma non ha ancora chiarito le sue motivazioni politiche”, osserva, indicando l’esigenza di una visione chiara da parte di chi aspira a rappresentare il movimento.

Zampa porta alla luce una problematica attuale all’interno del PD: una certa avversione verso i cosiddetti “papi stranieri”. Questa tendenza, dice, non dovrebbe tradursi in un sentimento di autosufficienza. “Quando il PD si è sentito autosufficiente, non ha ottenuto risultati duraturi”, riflette, facendo riferimento a momenti storici come la segreteria di Walter Veltroni e quella di Matteo Renzi. Risulta evidente quindi che la vittoria non può mai essere un risultato isolato.

La dinamica della rivoluzione partitica: unire le forze

La senatrice fa notare che l’analisi dei risultati delle recenti elezioni rivela un Paese in cui la maggioranza non è di destra, contrariamente a quanto possa apparire. “Se si sommano i voti a sinistra del centro, emerge un quadro diverso”, chiarisce, avvertendo che la destra attuale ha una coalizione più ampia. Inoltre, Zampa sottolinea che né il Partito DemocraticoFratelli d’Italia possono governare da soli.

C’è anche una critica alla terminologia che definisce le forze di centro e sinistra come “cespugli”. “Questa definizione è sbagliata e offensiva”, sottolinea. Le forze politiche devono collaborare attivamente, col creare alleanze basate su programmi condivisi. L’esempio storico dell’Ulivo, che ha saputo convogliare consensi grazie a un leader e a un messaggio chiaro, funge da riferimento.

Le prospettive per una nuova coalizione

Sandra Zampa riporta alla mente l’auspicio di Romano Prodi per la creazione di una nuova Margherita. In questo contesto, Zampa si mostra favorevole e ribadisce che c’è spazio per una nuova realtà di centro. Tuttavia, sottolinea l’importanza che il Partito Democratico rimanga ancorato alla sua identità maggioritaria e riformista.

Riflettendo sull’eventualità di una confluenza dei centristi nel PD, Zampa evidenzia la valenza storica e culturale del partito, nato dall’unione di tradizioni politiche differenti. “Un PD di questo tipo non teme delle fuoriuscite”, assicura. Secondo lei, l’obiettivo deve rimanere quello di generare cambiamenti e speranza, rispondendo alle aspettative di un’Italia in cerca di nuove direzioni. La sinistra italiana, attualmente in fase di riorganizzazione, si prepara a prendere decisioni cruciali per il suo futuro.

Alessandro Romano

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