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Ottavia Piana, speleologa intrappolata di nuovo nella grotta Abisso Bueno Forteno: esplosivo per liberarla

Un drammatico intervento di soccorso è in atto per liberare Ottavia Piana, speleologa di 33 anni, rimasta intrappolata nella Grotta Abisso Bueno Fonteno. Con entrambe le caviglie fratturate e una possibile costola incrinata, la situazione di Ottavia è critica. Gli sforzi per riportarla in sicurezza proseguono giorno e notte, ma si prevede che ci vorrà del tempo significativo per completare l’operazione, potenzialmente fino a cinque giorni. La grotta, che misura ben 19 chilometri, presenta un ambiente impervio e sfide operative che complicano ulteriormente i soccorsi.

La grotta Abisso Bueno Fonteno

L’Abisso Bueno Fonteno rappresenta il più esteso sistema di gallerie della Bergamasca. La sua scoperta risale al 2006 e da allora ha intrigato speleologi e appassionati per la complessità e la bellezza dei suoi cunicoli. Il sistema si estende per 19 chilometri e presenta numerosi elementi interessanti come canyon e verticali pareti di roccia. Nel 2007, nuovi rami sotterranei, identificati come Hydrospeed e Fangul, sono stati scoperti, portando la profondità della grotta a circa 450 metri.

All’interno dell’abisso si possono trovare corsi d’acqua che, durante le precipitazioni, si trasformano in torrenti impetuosi. Un importante sviluppo nell’esplorazione si è verificato alla fine del 2012 quando è stato scoperto un vasto labirinto sotterraneo che si estende per circa 10 chilometri a una profondità di 500 metri. Ottavia Piana, esperta istruttrice del Cai di Lovere e già protagonista di un salvataggio nel luglio 2023, era impegnata in una mappatura dettagliata di un ramo della grotta quando è avvenuto l’incidente. L’errata valutazione di un passo inesplorato l’ha portata a una caduta di circa cinque metri.

La caduta nell’abisso

Ottavia, mentre esplorava, ha trovato un ramo segnalato e potenzialmente promettente, avendo liberato un sifone precedentemente allagato. Purtroppo, il suo viaggio ha avuto una svolta drammatica. La caduta, avvenuta il 14 dicembre, ha causato gravi fratture agli arti inferiori e forse anche al torace. Maurizio Finazzi, presidente del club speleologico, ha confermato le difficoltà nel recupero della speleologa, evidenziando la mancanza di dettagli sulle caratteristiche geomorfologiche del luogo in cui è avvenuto l’incidente. Questa scarsità di dati ha complicato le manovre di soccorso.

Un compagno speleologo, che si trovava a un chilometro di distanza, ha subito prestato aiuto, contattando i soccorsi. Per quanto Ottavia sia un’istruttrice esperta, la situazione critica richiede ora un’attenta gestione delle variabili, dalle frane ai rischi legati al trasporto. Al momento dell’intervento, la temperatura all’interno della grotta è di otto gradi, ma l’umidità rende l’ambiente ancora più difficile. Ottavia è attualmente assistita da un medico e un infermiere, che le forniscono cure di supporto e alimenti.

Le operazioni di soccorso

Gli sforzi per il soccorso di Ottavia stanno portando a considerazioni su possibili interventi esplosivi. Un complice ostacolo al recupero è rappresentato da un budello di roccia che deve essere allargato affinché il trasporto possa avvenire in sicurezza. Gli esperti hanno escluso l’uso di martelli pneumatici, ritenendoli troppo lenti, e stanno considerando l’uso di microcariche esplosive già localizzate a Verona.

Ai soccorritori è giunta la promessa di Ottavia di informare il fidanzato che sta bene, elemento di speranza in un’operazione complessa. Finazzi, testimonia l’importanza del lavoro di squadra e della preparazione nello svolgimento delle esplorazioni. Ricorda come, durante la scoperta della grotta, “un mix di intuizione e sforzo di gruppo abbia portato alla rivelazione di un ambiente affascinante e ricco di segreti, ora in pericolo a causa dell’incidente.”

Una grotta ancora in gran parte inesplorata

L’Abisso Bueno Fonteno continua a rimanere un mistero. Molti dei suoi cunicoli non sono stati ancora cartografati e la curiosità degli speleologi è forte. La comunità speleologica italiana è unita dalla volontà di scoprire ciò che si cela sotto la superficie terrestre, paragonando l’esplorazione sotterranea a un viaggio lunare. Finazzi sottolinea quanto sia incredibile investigare spazi così inaccessibili e quanto sia potenzialmente pericoloso.

Il clima di ottimismo attorno all’operazione di salvataggio è sostenuto dalla professionalità dei soccorritori, sebbene occorra pazienza. Ogni mossa deve essere calcolata e ogni fase dell’operazione deve essere gestita con attenzione, in considerazione delle variabili e delle condizioni di Ottavia.

La speranza è che, nonostante le difficoltà, Ottavia possa presto tornare in sicurezza a casa.

Martina Georgi

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